Vincenzo Bevilacqua e Mirko Geografo hanno mantenuto la parola, ripagando gli spettatori con lo spettacolo promesso. Al Nicola Pietrangeli del Foro Italico di Roma, il popolo della boxe ha risposto alla grande al richiamo della Boxe Buccioni e della Campagnano Boxing Team, confermando che quando il programma è di qualità la nobvle art, mantiene intatto il vecchio fascino. Ma per completare l’opera anche gli avversari debbono essere all’altezza del compito. Situazione che si è verificata in modo completo e convincente nei due confronti principali.
Il superwelter Vincenzo Bevilacqua (14), 29 anni mantiene l’imbattibilità e incassa il secondo titolo della carriera pro, a spese del francese Gregory Trenel (9-4-2), disputando un match di grande intelligenza come ci ha abituati da tempo, rendendo l’avversario inoffensivo, grazie alla giusta tattica: “Il francese – spiega il nuovo campione del Mediterraneo superwelter – lo avevamo studiato a fondo con i miei maestri D’Alessandro e Miscali e sul ring ho messo in pratica le direttive impartite. Una tattica indovinata subito, prendendo il tempo al transalpino con spostamenti e rientri veloci”. Chiedo: ti ha creato qualche difficoltà? “Nessuna e avessi spinto a fondo avrei potuto anche batterlo prima del limite. Ma volevo disputare i dieci round, per avere più autonomia e non intendevo sprecare energie e trovarmi stanco alla fine. All’ottavo tempo Trenel ha accusato vistosamente ma è stato bravo a non cedere. Io ho finito con parecchia riserva. Avrei potuto disputare almeno altre tre o quattro round. Ho fatto la prova per quando dovrò disputarne 12”. Quando? “Adesso mi riposo una settimana, dopo essermi allenato per mesi. Poi sarà il mio manager Buccioni del quale ho grande fiducia e stima a indicarmi il percorso successivo. L’Unione Europea è il prossimo traguardo”.
Buccioni conferma la fiducia sul giovane romano: “Ha eseguito il compito alla perfezione. Migliorando ad ogni incontro”. Per gli appassionati dei numeri: 100-90 per due giudici, 98-92 per il terzo. Contrariamente al pronostico, che dava il campione dei medi, l’altro romano Mirko Geografo (12-1-1) nettamente favorito sul tarantino Marco Boezio (6-2-2), in realtà è venuta fuori una sfida assai più equilibrata del previsto. Merito dello sfidante, che si è presentato in una condizione atletica a dir poco perfetta, il che gli ha consentito di imporre un ritmo di scambi infernale, costringendo il più tecnico Geografo a non perdere mai la concentrazione, per evitare che la continua pressione prendesse il sopravvento. Il campione ha dimostrato un repertorio più vasto e la giusta mobilità per evitare buona parte delle bordate di Rauseo, il cui limite è quello di aver un solo piano e le qualità per variarlo. Detto questo, Rauseo ha dato tutto e ha meritato gli applausi del pubblico. Dove trovasse le energie era incredibile. Un giudice gli ha concesso il pari, che ci poteva anche stare, anche se tra i due la cose migliori tecnicamente le ha espresse Geografo, ma è stata una faticaccia. Sicuramente il pubblico si è entusiasmato. E non poco. “Non lo avevo sottovalutato – ha detto il campione – e ho fatto bene. Boezio non ha molta fantasia ma fisicamente è davvero forte. Penso di aver vinto in modo chiaro, anche se non è stata una passeggiata”.
Per Geografo una conferma importante, anche se Boezio merita una seconda opportunità. Complimenti ai suoi maestri della “Quero-Chiloiro”, Nicola Loiacono e Cataldo Quero che lo hanno preparato al meglio, studiando nei dettagli le caratteristiche del campione. Sono arrivati vicinissimo al miracolo. Fin dall’avvio si era capito che tutti i protagonisti si sentivano coinvolti in questa responsabilità. A cominciare dai comprimari. L’avvocato Davide Buccioni, mi aveva confessato di essere rimasto impressionato in allenamento dalla potenza del supermedio Francesco Russo. Se riesce a tradurre sul ring quello che mostra in allenamento, saranno pochi gli avversari che resteranno in piedi. Giuseppe Chianello (1-1), italiano residente a Malta, si presentava con ottimo credito, ma sotto le mazzate di Russo ha ceduto dopo meno di tre minuti. Un round in più ha retto il croato Josip Perkovic (4-6-1) contro un motivato Adriano Sperandio (10) che rientrava dopo quasi un anno di fermo per un guaio al ginocchio destro. Il mediomassimo romano sembra deciso a recuperare il tempo perduto. Le qualità non gli mancano.
La sfida nei piuma tra Christopher Mondongo (4-1) pugile romano di colore e di grande temperamento e il giovane mancino sardo Matteo Lecca (4-2) valeva anche per i quarti di finale per il Trofeo WBC-FPI. Match abbastanza combattuto che Mondongo ha meritato di vincere, non solo per i due richiami all’isolano, ma per la maggiore iniziativa. Lecca si è svegliato nell’ultimo round, dimostrando di non essergli inferiore. Ma un solo round non basta per vincere. Debutto per i colori della BBT, del massimo Gianmario Cardillo, che ha lasciato il tricolore per puntare a traguardi superiori. Avversario, il georgiano Giorgi Urjumeslashvili (4-5) imponente, con qualche kg. in più ai fianchi. Match piacevole, condotto sempre dall’italiano, che senza avere il punch, ha un repertorio discreto e buona velocità di braccia. Vittoria netta, in attesa di rivederlo con rivale più impegnativi.
Articolo a cura di Giuliano Orlando