Nella presentazione della riunione a Glasgow in Scozia, avevo fatto presente al romano Vincenzo Bevilacqua (16-1) la necessità di evitare la solita tattica prudente, se voleva veramente battere Kieran Smith (16), detentore della cintura Silver Internazionale WBC superwelter. L’Italiano aveva risposto che avendo visto alcuni filmati di Smith aveva ben chiara la tattica da adottare. “Farò in modo di non farlo entrare nella mia guardia, nel contempo essendo veloce nell’esecuzione dei colpi, dovrò rubargli il tempo e poi mettermi fuori portata dalle sue repliche. Non sarà facile, ma ci proverò”. Sul ring scozzese, il progetto tattico è fallito totalmente e al termine dei dieci round, la vittoria dello scozzese specchiava un dominio assoluto. Bevilacqua non ha mai corso rischi, ma neppure è stato in corsa per vincere. Il locale Kieran Smith (16) ha mantenuto la cintura senza rischiare nulla, disputando un match di assoluta sicurezza come dicono i punteggi dei giudici: 98-92, 98-92, 99-91 tutti per il mancino Smith. Lo scozzese ha fatto valere il maggior allungo, senza soluzione di continuità, di fronte ad un Bevilacqua che si è limitato ad un’attenta difesa, dimenticandosi che per conquistare punti occorreva replicare ai colpi di un rivale forse monotono, ma che sfruttava comunque le lunghe leve e trovava, senza spingere troppo, bersaglio utile, intascando praticamente tutte le riprese, salvo un paio. Match abbastanza soporifero, molto accademico, privo di spunti emozionanti, con Smith più alto che sfruttava a dovere la distanza e accumulava punti ad ogni round. Il maestro D’Alessandri segnalava che Bevilacqua a partire dal terzo round ha risentito di un fastidio al braccio sinistro, limitandone l’efficienza. Ci auguriamo che l’infortunio sia di lieve entità, quindi senza conseguenze per il futuro. Detto questo, l’impressione che fin dall’inizio, la tattica di Bevilacqua è parsa rinunciataria. Una sconfitta ci può stare, ma quello che non ha convinto è l’incapacità del pugile romano di prendere l’iniziativa per dare una svolta al confronto. Atteggiamento consono ad una scelta tattica, che ha spesso contraddistinto i precedenti incontri dell’italiano. Spiace dover constatare che quanto visto a Glasgow ha confermato l’atteggiamento abituale del pugile capitolino, che ha ottime basi, conosce bene i fondamentali, ma non li finalizza in attacco. A Glasgow quelle poche volte che ci ha provato, dopo l’attacco si fermava e legava. Con questa tattica era impossibile sperare di scalzare Smith. La riunione ripresa dall’emittente ESPN, visibile anche in Europa, comprendeva altri quattro incontri con pugili locali e il derby scozzese tra i pesi gallo Lee McGregor (8), 22 anni, campione del Commonwealth contro Ukashir Farooq (13-1), 23 anni, nato in Pakistan, nazionalizzato inglese e residente in Scozia, campione britannico. Match vivace, molto combattuto, vinto giustamente da McGregor, che ha fatto valere la maggiore velocità e mobilità, anche se Farooq non gli ha reso la vita facile, cercando la lotta a corta distanza. Verdetto unanime per il più alto McGregor.
L’altro appuntamento con pugili italiani era ad Ugento nel leccese, dove il beniamino di casa Giuseppe Carafa (12-3-2), 25 anni, figlio d’arte, ha conquistato la cintura leggeri del Mediterraneo WBC, dopo dieci round intensi e incerti, contro un Nicola Cipolletta (14-9-2) irriducibile e mai domo. Match spettacolare, che il pubblico ha gradito moltissimo. Il locale Carafa, con all’angolo i suoi storici maestri Francesco Stifani e Carmine Conte della BeBoxe di Copertino e papà Salvatore, il vero motore di questa serata, era partito meglio, riuscendo a contrare il più alto rivale, evitando il lungo sinistro per rientrare veloce e preciso. Al termine del quarto tempo, giudici concordi sul vantaggio di Carafa dai due ai quattro punti. Nella pancia del match, Carafa commetteva l’errore di voler scambiare a viso aperto, dando modo a Cipolletta di rientrare nel punteggio, grazie alle repliche del napoletano, che dimostrava una condizione eccezionale, nonostante i 31 anni. Resosi conto della tattica errata, Carafa tornava a boxare di rimessa, ma i continui assalti di Cipolletta gli rendevano difficile trovare bersaglio come era successo nell’avvio della sfida. Al termine, verdetto unanime e giusto per Carafa (97-92, 96-94, 96-94), ma tanti applausi anche per Cipolletta che ha disputato uno dei migliori match da professionista. Carafa mette a bersaglio, dopo il tricolore, anche un trofeo non meno importante, grazie all’impegno concreto di coloro che hanno reso possibile la serata di Ugento. La sfida è stata mandata in onda da un’emittente che aveva annunciato la trasmissione verso le 23, in realtà trasmessa alle 24, confermando la scarsa sensibilità verso gli appassionati della disciplina. Non è la prima volta, semmai una pessima consuetudine. Mi chiedo quale utilità, vista anche la qualità del servizio, possa avere per la boxe.
Giuliano Orlando