Boxe, Blandamura sconfitto da Morrison a Roma. Demchenko vince l’UE mediomassimi

Pubblicato il 12 luglio 2019 alle 19:48:37
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

La serata romana non era nata sotto la miglior stella. Fabio Turchi, l’emergente e giovane fiorentino chiamato a difendere l’Internazionale cuiser WBC, dall’assalto dell’irlandese del Nord, il quotato Tommy Mc Carty, doveva dare forfait per un fastidio muscolare al bicipite destro, facendo saltare il match più atteso e quindi la presenza dei tifosi toscani che avrebbero sostenuto il loro beniamino. Trovare un match titolato era impossibile e così la riunione ha perso uno dei richiami più importanti. I 2000 presenti vista la situazione esprimono un bilancio positivo. Sperando che al prossimo appuntamento la dea bendata non sia cieca in negativo.

I tre incontri più importanti della serata si sono conclusi prima del limite, tra gioie e dolori. Il pubblico presente è passato dagli stati emotivi più diversi. Purtroppo per noi, il match clou ha sorriso all’inglese Marcus Morrison (21-3), che dal calcio giovanile nel Liverpool è passato alla boxe con successo, nella sfida che valeva l’Internazionale WBC Silver dei pesi medi, avendo battuto per kot al nono round il coraggioso pugile di casa Emy Blandamura (29-4) con un destro alla mascella potente e preciso, che ha spento le luci all’italiano, rendendo vano ogni tentativo di ripresa. Anche se ha saputo rialzarsi, giustamente l’arbitro ha detto stop, non avendo Blandamura recuperato gli effetti del colpo. Un vero peccato, perché mancava un solo round al termine di una battaglia entusiasmante e la situazione appariva ancora equilibrata, anche se l’inglese aveva dalla sua quella potenza che purtroppo manca all’italiano. Un handicap che ha costretto l’ex campione d’Europa e sfidante al mondiale, nella sua carriera a dover portare al limite dei punti i match più importanti. A questo va aggiunto l’età dell’inglese, 26 anni contro i 39 di Emy, anche se sul rendimento fino al momento della resa il nostro era ancora tonico e reattivo. Morrison si è confermato pugile essenziale, che puntava al KO, facendo affidamento al destro soporifero. Ci ha provato subito, trovando ottime repliche in Blandamura fino al quinto round, quando il romano ha rischiato molto, centrato un paio di volte al viso. Ha ripreso a scambiare fino a quel maledetto nono round. In verità all’angolo strillavano di non scambiare ma di usare le gambe per evitare la corta distanza. Tattica giusta ma non facile, visto che Morrison aveva braccia lunghe e colpi veloci. Per questo Blandamura ha dovuto accettare lo scambio e alla fine ha pagato questa generosità. Una sconfitta amara che (15-2) potrebbe segnare l’addio al ring, peraltro più che giustificato, senza drammi come i soliti esperti hanno descritto, visto che non mancheranno le opportunità di lavoro a questo campione dentro e fuori dal ring. C’è anche una lezione in questa sconfitta, gli organizzatori non hanno offerto al pubblico i soliti confronti dal pronostico scontato.

Anche l’altro inglese, residente a Belfast (Irlanda del Nord) dove vivono i genitori, il cruiser Tommy Mc Carty (15-2), 28 anni, che battuto Francesco Cataldo (7-6), sostituto dell’ultimo momento, non sarebbe stato avversario facile per Fabio Turchi, fermato per un problema muscolare alla vigilia del match. Se, come hanno confermato gli organizzatori, la sfida titolata (Internazionale WBC), potrebbe realizzarsi a settembre (Trento?), per l’imbattuto fiorentino si tratta di un confronto da prendere con le molle. A far tornare il sorriso agli spettatori ci ha pensato un altro veterano come il mediomassimo Serhiy Demchenko (22-14-1), 39 anni, ucraino solo di nascita, risiedendo a Roma da sempre, periodo dilettantistico compreso, col debutto da pro nel 2014 a Roma. Per questo ha un seguito locale notevole, compresi i tifosi della Roma Calcio, la sua squadra del cuore. Lui compie sempre il suo dovere. Sia in casa che all’estero, dove ha combattuto 20 volte sui 37 incontri disputati e dove i giudici lo hanno spesso punito ingiustamente. Stavolta l’occasione era troppo importante per lasciarsela sfuggire. In palio la cintura dell’Unione Europea, primo passo per ritentare il gusto dell’europeo assoluto. Di fronte il francese Hakim Zoulika (26-11) che aveva già battuto nel 2017, in palio la stessa cintura, a Parigi. La sfida romana ha ripetuto lo stesso risultato, ma diversa nella sua traiettoria: a Parigi si trattò di una ferita, a Roma è stato un gancio destro alla tempia del francese, nel quinto round a cambiare la rotta del match. Fino a quel momento “Demy” appariva troppo emozionato e incapace di reagire alla maggiore attività dell’ospite che ripresa su ripresa costruiva il successo ai punti. Il risveglio atteso con quel gancio, dava l’avvio alla resa di Zoulika, giunta al settimo round, su una serie devastante che ha chiuso la partita. A 39 anni, poter ancora sognare è molto bello. Vittoria dedicata al figlio Maximilian, che si divide tra calco e palestra.

Applausi anche per Emiliano Marsili (38-0-1) di Civitavecchia, che a 42 anni, una carriera senza l’ombra di una sconfitta, già europeo leggeri, non è ancora convinto a lasciare, nonostante gli acciacchi dell’età. Ha battuto, offrendo sprazzi di alta scuola, Brayan Mairena (Nic. 10-12-1) che ha fatto da perfetta spalla. Nella prima parte, altri cinque match sui sei round, affidati alle speranze del domani. Il superwelter Bevilacqua (16) batte il serbo Radulov (9-4-1) che si è limitato a evitare danni, facilitato dalla scarsa belligeranza dell’italiano, che spende sempre il minimo per vincere. Al contrario del concittadino Mirko Natalizi (6) stessa categoria, che sta cercando di far combaciare lo sforzo ai risultati concreti. Contro lo spagnolo Gomez (4-4-2) ha provato la vittoria prima del limite, poi si è limitato a condurre al termine una larga vittoria ai punti. Mirko ha potenza e fisico, stenta purtroppo a ottimizzare le qualità. Ai punti vincono anche Mendizabal (3) superleggero basco, tesserato italiano su serbo Saciri (1-2) dopo una bella battaglia e il debuttante mediomassimo Valentino Manfredonia (1) napoletano nato in Brasile, sulla soglia dei 30 anni, azzurro a Rio 2016, impostosi senza problemi sul serbo Arsic (1-3-2) pugile con la valigia di 31 anni, dove mette gli euro da spendere in famiglia. Il gigante croato Alen Bobic (1), 29 anni al debutto, ha concesso meno di due round al modesto serbo Stojanovic (0-6-1) che ha messo in contro la terza sconfitta consecutiva prima del limite. Buon pubblico e appuntamento della Matchroom Boxing Italy a Settembre.

a cura di Giuliano Orlando

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