Nel 2020, in attesa che la macchina organizzativa sforni le grandi sfide mondiali, i promoter hanno affidato alle donne il proscenio maggiore. Il più importante si è svolto All'Ocean Casino Resort di Atlantic City (Usa), con protagonista Claressa Shields (10), 24 anni, già titolare WBC, WBA, WBO e IBF nei medi, che battendo nettamente la croata Ivana Habazin (20-4) 30 anni, ha aggiunto le cinture WBC e WBO dei superwelter al suo ricco palmares. La sfida doveva svolgersi a dicembre, ma è stata rinviata e nel frattempo si è incattivita, per l’atteggiamento non esemplare del clan americano. Inutile e dannoso, considerato che Claressa era nettamente favorita e sul ring così è stato. Match a senso unico, come dicono i punteggi (99-89, 100-90, 100-89) e come anticipavano i pronostici.
La Habazin strutturalmente peso welter, la salita nei superwelter era dovuta all’opportunità di guadagnare una ricca borsa. Conoscendo in anticipo il destino della sfida. La Shields, non ha perso un round, ha fatto contare la croata nel sesto tempo e ha praticamente giocato con una rivale inferiore in tutto. Ora l’americana ha nel carniere le cinture di tre categorie, avendo conquistato nel 2017 a spese della tedesca Nikki Adler (16-2), nell’occasione imbattuta, i titoli IBF e WBC dei supermedi sul ring di Detroit (USA). Vista la giovane età, la ragazza di Flint (Michigan) sembra destinata a diventare la detentrice in ulteriori categorie. Una predestinata, come fece da dilettante, con tre titoli mondiali (2013 youth, 2014 e 2016 élite) e due ori olimpici (2012-‘16). Nella carriera dilettantistica ha perso una sola volta, su 78 incontri, ai mondiali élite disputati nel maggio del 2012 a Qinhuangdao in Cina. Aveva 17 anni da due mesi, battuta dall’inglese Savanna Marshall (14-8), che vinse il mondiale. Nell’occasione, nelle jr., Irma Testa colse l’oro e Roberta Bonatti il bronzo. Nella stessa riunione di Atlantiv City, la svedese Elin Cederros (8) 34 anni, sfilava a sorpresa, le cinture supermedi IBF e WBC alla detentrice e favorita, la locale Alicia Espinosa (12-2) con un triplice 95-94, contestato dall’angolo dell’americana.
Tra gli incontri di contorno, ha riscosso grande successo e attenzione la prova del welter Jaron Ennis (25), di Filadelfia, buon dilettante, anche se bocciato ai trials per i Giochi di Rio 2016, battuto più volte da Gary Antuanne Russel, che a sua volta venne fermato nei quarti dall’uzbeko Gaibnazarov (2-1) giunto all’oro. Ennis pro dal 2016, con barba che lo fa sembrare più vecchio dei 22 anni, ha costretto alla resa il kazako Bakhtiyar Eyubov (14-2-1), guerriero indomito, alla prima sconfitta per KOT. Ennis ha offerto una prova convincente, offrendo varietà di colpi, mobilità e anche mascella solida. Il match si è concluso alla quarta ripresa, quando l’arbitro ha ritenuto che la lezione poteva diventare pericolosa per l’asiatico. La terza sfida al femminile di inizio 2020, si è disputata a San Antonio nel Texas, tra Franchon Dezurn (USA 6-2) campionessa WBC e WBO e la messicana Alejandra Jimenez (13-0-1), già iridata nei massimi (2016-2017), scesa nei supermedi, capace di imporre un ritmo indiavolato al quale la Dezurn non ha saputo opporre altrettanto vigore. Al termine due giudici hanno premiato la sfidante, mentre il terzo ha visto la vittoria (inesistente) della Dezurn. Nella stessa riunione di San Antonio, il messicano Jaime Munguia (35), 23 anni, professionista a 16 anni nel 2013, campione del mondo WBO nei superwelter dal 2018, dopo sei difese ha deciso di salire nei medi, esordendo contro il non più verde irlandese Gary O’Sullivan (30-4) che ha opposto molto coraggio, non sufficiente a finire ai punti. Si è dovuto arrendere nel penultimo round, ormai provatissimo, dopo aver subito molti colpi. Adesso per Munguia il traguardo è Demetrius Andrade (28) l’imbattuto pugile di Providence, che il 30 gennaio difende lo scettro WBO a Miami in Florida, contro l’irlandese Luker Keeler (17-2-1), match sulla carta non certo impossibile, quindi aspettiamo la prossima sfida stellare.
Dall’Inghilterra è stata data notizia che il croato Philip Hrgovic (10) è intenzionato a disputare i Giochi di Tokyo previsti tra luglio e agosto prossimi. Nell’informativa, abbastanza nebulosa, appare disposto a sostenere gli impegni previsti dalle norme del CIO, che ancora non ha modificato l’iniqua normativa del 2014, che permette ai professionisti di prendere parte alle Olimpiadi. Dicendosi disponibile a disputare il campionato croato come il torneo di qualificazione di maggio a Parigi, ma non quello di Londra di marzo, perché impegnato in una riunione con la Matchroom. Della stessa idea anche l’uzbeko Jalalov, 25 anni, un gigante alto 2.01, che nel 2017 ad Amburgo, venne eliminato dal kazako Kunkabayev nei quarti. Lo scorso dicembre Jalalov, passato professionista nel 2018, residente a New York sotto la guida dei Duva, dove si allena con un record di 9 vittorie con altrettanti KO, in finale ha battuto largamente il kazako. Due professionisti che con i Giochi c’entrano come i cavoli a merenda e che ci auguriamo non arrivino a Tokyo, per il bene del movimento dilettantistico. Aspettando che il CIO cancelli la normativa del 2014 al più presto. L’atteso confronto tra Vasiliy Lomachenko (14-1), 32 anni, titolare WBA e WBO leggeri e Teofimo Lopez (USA 15), 22 anni, campione IBF, gestiti entrambi dalla Top Rank di Bob Arum, sembra trovare più difficoltà del previsto e difficilmente avrà luogo in primavera. Lopez insiste per combattere nella sua New York, sede non gradita dall’ucraino, che vedrebbe bene il match in una località neutra.
Il cruiser milanese Matteo Rondena (9-4), 29 anni, sarà impegnato il 18 gennaio sul ring di Amburgo in Germania, all’Edel Optics Arena, in una prova difficile contro Roman Fress (9) nato in Kazakistan, 25 anni, naturalizzato tedesco, professionista dal 2018, attività svolta sempre in Germania, dotato di potenza come attestano i cinque KO su nove incontri. Il clou della riunione affidato all’imbattuto Sebastian Formella (21) tedesco nato in Polonia, che difenderà la cintura welter IBO, contro Roberto Arrieta (18-1) del Nicaragua di 29 anni. Il gigantesco tedesco di colore Peter Kadiru (6), 22 anni, tenta il mondiale WBC Youth contro il ceco Tomas Salek (11-1). Kadiru ha svolto robusta attività tra i dilettanti, vincendo gli europei youth (2014-2015), i Giochi Giovanili (2014), gli europei U22 (2017), argento ai mondiali youth 2014, battuto in finale da Darmani Rock (Usa) 2-1.
Giuliano Orlando