Ai Giochi i sorteggi per gli azzurri della boxe non sono certo risultati favorevoli. A conferma che solo qualche miracolo all’italiana potrebbe portare medaglie. Sulla carta quasi impossibili, per fortuna sul fronte degli europei schoolboy - dai 13 fino al compimento dei 14 anni, dopo si passa negli junior – conclusi a Zagabria pochi giorni addietro, la giovane Italia è tornata a casa con oro, argento e bronzo, bottino mai raccolto in passato. Lo conferma il tecnico Giulio Coletta, responsabile del settore giovanile dal 2013. “Il bilancio migliore in assoluto, col successo pieno di Genovese, l’argento di Micheli e il bronzo di Dovizioso. Eravamo partiti con fondate speranze, ma dopo l’inizio disastroso con l’uscita immediata di Buonciro (38,5), Guastella (40), Dell’Albani (41,5), Ferraro (44,5) e Baldassi (46) c’è stato un attimo di buio, per fortuna durato una notte. Il giorno dopo abbiamo iniziato la riscossa con Salerno (48), Genovese (50), Recupero (56) e Micheli (59), proseguendo con Dovizioso (43). Poco fortunato Filippi (54) che ha trovato il locale Hlaca, vincitore dell’oro, sia pure con verdetti molto casalinghi. Come pure Casiraro (52) che di fronte al polacco Dordzik non aveva perduto. Gli europei schoolboy crescono ogni anno e stanno toccando livelli tecnici incredibili. Purtroppo il nostro gap è la scarsa attività sia interna che internazionale, oltre al fatto che molte altre nazioni iniziano a far combattere i giovani addirittura a 10 anni. Oltre ai russi che sembrano ventenni, ci sono ucraini, moldavi, bulgari e romeni che si presentano con più di 50 incontri, alcuni vicino ai 70-80. L’ucraino Laguta, che ha vinto il titolo nei 38,5, nel libretto segnava 90 incontri, contro i sei di Buonciro. Lo stesso per inglesi e irlandesi, che hanno investito da anni sulle categorie giovanili, la rampa di lancio per il movimento futuro. Per fare un esempio, nella prima edizione 2003, hanno vinto il titolo Amir Khan e i fratelli turchi Sipal, mentre un certo Frampton irlandese, oggi campione del mondo professionista, si fermava al bronzo come l’inglese Campbell, oro a Londra. Cito questi nomi, ma lungo le varie edizioni se ne trovano moltissimi”.
La rassegna nasce nel 2003 a Roma ed è proseguita anno dopo anno, fino alla 14° edizione di Zagabria.“Noi siamo stati assenti dal 2007 al 2012. Gli altri crescevano e noi al palo. Quando nel 2012 ho iniziato, le società sono state straordinarie nella collaborazione. Debbo a loro, ai maestri e ai presidenti, se oggi possiamo essere rientrati tra le nazioni con ambizioni di medaglie. Va dato atto alla federazione di aver capito l’importanza del settore e avermi messo nella condizione di fare stage e allenamenti ad Assisi, un centro meraviglioso, ma se non ci fossero i maestri delle palestre che mi consegnano questi giovani con buone basi, non sarebbe possibile crescere e confrontarsi con nazioni che ci sovrastano in tutto. La Russia di muove da una base di 100.000 bambini di 10 anni, noi siamo dei nani. Eppure presentiamo un Genovese capace di battere il russo Bobkov, indicato favorito. Il grossetano è un talento naturale, dalla boxe istintiva e imprevedibile. Ha carattere e non teme nessuno. Il russo non ci ha capito niente. Va dato atto alla sua società, la Fight Gyn di Grosseto del presidente a appassionato Amedeo Raffi e all’intuizione del maestro Raffaele D’Amico di averlo scoperto. Come per Micheli, il gioiello del maestro Silvano Setaro del gym “Palestra Popolare il Quadraro”, che ha battuto il turco Kuru, l’ungherese Horvath e l’irlandese Irwin che si era permesso il lusso di superare il russo Ageyev. In finale ha lottato alla pari col moldavo Gudzi dal fisico impressionante. Lo stesso discorso vale anche per Dovizioso, il brindisino della Rodio, ottimo tecnicamente, un sinistro quasi perfetto, deve solomigliorare nel fondo, ma il ragazzo c'è, eccome"
Il resto della squadra come si è comportato? “Hanno dato il massimo tutti, nessuno escluso, compatibilmente con la loro possibilità. Il casertano Buonciro (Medaglie d’Oro) ha incrociato subito l’ucraino, il migliore dei 38,5, ma stava lottando con grande orgoglio. Lo stop dell’arbitro è stato immotivato. Guastella (41.5), siciliano della “Eagle” di Avola ha buone basi tecniche, longilineo dal carattere forte, può far bene. Il compagno di palestra Dell’Albani (41.5), classe 2003, ha tenuto contro l’espertissimo inglese O’Donnell, giunto al bronzo, doveva fare esperienza e così è stato. Il siracusano Salerno (48) della Dresda, partito col giusto piglio, battendo il locale Ruic per KO, è stato defraudato della vittoria con l’irlandese Lewsi (2-1). Peccato, perché meritava il podio. Baldassi (46) della Vesuviana di Torre Annunziata (Na) ha margini di miglioramento notevoli, purtroppo ha trovato subito l’inglese Doherty, altro vincitore finale, ma è stato bravo a lottare con intelligenza. Il romano Ferraro (44,5) della Sperandio ha dato il massimo, ma l’irlandese Quinn era troppo esperto e veloce. Pure Casiraro (52) l’altro siracusano della ASD, ha lottato alla pari col polacco Dordzik, perdendo solo a maggioranza. Il romano Filippi (54) della Bellusci, ha confermato la buona impostazione, deve fare esperienza. Contavo su Recupero (56) della Trinacria di Palermo, partito deciso, ha ceduto all’irlandese Collins d’un soffio. Può fare strada anche negli junior. Solo sette nazioni sono arrivate all’oro e tra queste anche l’Italia. Un traguardo che mancava dal 2003, l’anno della prima edizione. Oggi il nostro medagliere conta su 2 ori, 2 argenti e 8 bronzi su sei partecipazioni, una media di due medaglie a rassegna. Con la ferma intenzione di fare sempre meglio, nonostante la concorrenza qualificata”.