Quando nel dicembre del 2001, il pugilato femminile indice il primo campionato del mondo, fissato a Scranton in Usa, pensare all’ingresso della boxe in rosa alle Olimpiadi è utopia pura. Quattro anni prima, nel 1997, la FPI pone il veto all’europeo mosca tra la parrucchiera romana Maria Rosa Tabbuso e l’inglese, Michelle Sutcliffe, assistente d’asilo, fissato al Palalido di Milano. In caso di disobbedienza i carabinieri, presenti a bordo ring, avrebbero arrestato le atlete. Quindici anni dopo, la boxe femminile entra a pieno titolo ai Giochi in tre categorie (51, 60 e 75 kg.) con 12 rappresentanti ciascuna.
I recenti mondiali di Qinhuangdao in Cina, hanno assegnato 25 pass olimpici femminili. Agli altri 11 ci ha pensato la Commissione Tripartita. In Cina, nei 51 kg. nove promosse in diretta: la locale Ren Cancan bissa il mondiale 2010, battendo ancora l’inglese Adams, eterna seconda (2010 e 2008 nei 54 kg.). La polacca Michalczuk, 29 anni, la più anziana del gruppo, un decennio alle spalle, argento mondiale nel 2006, oro nel 2008, bronzo nel 2010 e in Cina. La russa Elena Savelyeva, oro nel 2010 (54 kg.) classe ’84, terza in Cina, sembra soffrire la categoria inferiore. L’indiana Mery Kom: 5 mondiali e un argento, rischia la clamorosa esclusione, perdendo nei quarti. Per sua fortuna la batte la Adams, finalista. Non c’è da sorprendersi troppo: l’indiana paga almeno un paio di kg. e questo spiega la difficoltà. Salvo la Esparza (Usa), da non sottovalutare, hanno ottenuto la promozione per il gioco dei continenti, la Magliocco (Venezuela) per le Americhe, la Fernandez (Nuova Zelanda) per l’Oceania e la tunisina Rahali per l’Africa. La Calabrese, dopo aver battuto la filippina Petecio, quotata dall’AIBA, ha ceduto alla bulgara Petrova, forse alla sua portata.
L’azzurra seconda al Memorial Strandja in Bulgaria, dello scorso febbraio, cedendo di misura in finale contro la Adams, faceva sperare nel sogno olimpico. Niente da fare. Le ripescate sono la brasiliana Dos Santos, la nordcoreana Kim e la bulgara Petrova, quella che ha superato l’italiana nei 16°. Nei leggeri grande conferma dell’irlandese Katie Taylor che brinda al quarto mondiale, vincendo dall’alto della sua boxe elegante e ficcante. Argento per la russa Ochigava, titolare nazionale dal 2005 passando dei 52 ai 60 kg. negli anni. Vanta due ori mondiali (2005 e 2006), un bronzo nel 2008, apparsa in ottima forma.
Promosse anche l’inglese Jonas, 25 anni, bronzo europeo in carica e la taijka Chorayeva, 19 anni e molta forza. Passano la cinese Dong, che vanta argenti mondiali dietro la Taylor nel 2008 e 2010, la kazaka Khassenova, la brasiliana Arajuo, oltre alla tunisina Jouini e la neo zelandese Pritchard uscite nei 16°. Recuperate la modestissima marocchina Aubtil, mentre la Underwood (Usa) e la Lacatus (Romania) possono dire la loro.
Nei medi (75 kg.), assente l’olandese Nouchka Fontjin, una delle favorite, finale con due new entry e vittoria dell’inglese Savannah Marshall sull’azera Elena Vystropova, origini russe, dopo lotta equilibrata. L’inglese, bronzo agli europei 2011 a Rotterdam, ha compiuto il salto di qualità e si propone per l’oro olimpico, Promosse a Londra la Torlopova, battuta netta in semifinale dall’inglese, la cinese Jinzi uscita nei quarti, l’australiana Rasmussen fuori negli ottavi, la statunitense Shields, la nigeriana Ogoke e la brasiliana Amaral, Rientrate la svedese Laurell, la canadese Spencer, che potrebbero lottare per il podio, visti i risultati alle spalle, la keniana Andiego e la kazaka Volnova di minore valore.
Per l’Italia, la grande protagonista azzurra è stata Terry Gordini, titolare nei 54 kg. anche se il suo peso naturale è nella categoria inferiore. L’emiliana ha sorpreso tutti in positivo, arrivando all’argento, dopo aver superato la finlandese Puurenen, l’ungherese Nemedi, la quotata filippina Aparri, per arrivare alle semifinali e battere in maniera chiara la Cruz (Usa) una delle favorite. Un cammino magico, interrotto in finale dalla più esperta russa Kuleshova, che facendo leva sul mestiere e su azioni non proprio limpide, aiutata da un arbitro che si è limitato a richiamarla solo ufficiosamente, porta a casa vittoria e titolo. Un argento comunque prestigioso, un podio che mancava all’Italia dal 2005 con la Galassi, un argento che una sola italiana aveva raccolto in passato. Si tratta di Marzia David nel 2002, dieci anni fa, ad Antalya in Turchia.
Sport Illustrated, la rivista che da lungo tempo redige i pronostici sui medagliati olimpici di tutte le specialità, incorrendo qualche volta in clamorosi tonfi, per la boxe femminile ha indicato nei 51 kg. la cinese Ren Cancan, argento all’indiana Kom, bronzo per Adams (GB) e Sevelyeva (Russia). D’accordo sulla vincitrice, mentre per l’argento vedo la Adams, sul bronzo indico la polacca e l’indiana. Nei 60 kg. d’accordo per l’oro all’irlandese Taylor, che sembra di una spanna superiore, argento da scegliere tra la Ochigawa (Russia) 27 anni, tutto mestiere e medaglie (2 mondiali e 3 europee) salita dai 52 agli attuali 60 kg. in carriera, e la cinese Dong, eliminata dalla russa 8-7, tra molti dubbi. La Jonas (GB) e la Chorieva (Taj) forte come un toro, giuste al bronzo. I 75 kg. indicano Marshall (GB) favorita e ci può stare, la Spencer (Canada) e la Laurell (Svezia) due ripescate, almeno una la vedo sul podio. L’azera Vystrova potrebbe pagare l’inesperienza, ma al bronzo ci arriva. Potrebbe sembrare un minitorneo, ma non è così. Le 36 scelte sono la punta di una piramide che ha visto alla partenza quasi 350 atlete di 77 nazioni, e molte escluse avrebbero meritato la presenza olimpica. Ugualmente la boxe femminile ai Giochi è una grande vittoria del movimento.
Un capitolo storico-sportivo tra i più importanti. Per la cronaca e la storia, le donne sul ring, non sono una novità, nei grafiti scoperti in Africa e in India, si rilevano confronti al femminile, quindi parliamo di qualche millennio addietro. Di certo, nel 1722 pagate tre ghinee ciascuna, le inglesi Elisabeth Wilkinson e Hannah Hyfield si battono per dieci round. Vince Elisabeth. Stiamo parlando di boxe a pugni nudi. Il primo mondiale ufficiale data 1888, su idea di Richard Fox, un editore che allestisce incontri di boxe ad alto livello, compresa l’ultima sfida a pugni nudi tra Sullivan e Kilrain, che dura 75 riprese. Fox ha l’idea del confronto femminile, mettendo in palio ben mille dollari alla vincitrice. Cifra altissima a quei tempi. Si affrontano la ventenne Leslie Hattie e Alice Leary 34 anni, dal pugno pesante. Che non basta, perché la spunta Leslie, dopo venti round roventi. A questo punto viene da chiedersi come mai la donna in guantoni ha impiegato tanti anni per arrivare ai Giochi.