A distanza di due anni, la città di Sofia, capitale della Bulgaria, dopo quella del 2016, ospita anche l’11° edizione degli europei femminili elite dal 5 al 12 giugno, cambiando struttura, dallo Sport Hall (7000 posti) all’ASICS Arena Festival da poco edificato. Al via 33 nazioni e 150 atlete iscritte. Per Franco Falcinelli, presidente EUBC e vice dell’AIBA, resta il fiore all’occhiello dell’attività femminile, che pure si è ampliata a livello organizzativo, giustificando la soddisfazione per i successi. Evento relativamente giovane, nato nel 2001, dopo due edizioni di prova con la Coppa Europea nel ’99 e 2000. La prima ospitata in Svezia, la seconda in Francia. Inizia subito il dominio russo come previsto, Svezia, Grecia, Turchia e Francia le altre medagliate. Il debutto ufficiale a St. Amand-les-Eaux in Francia nel 2001, 77 atlete, 14 nazioni, 12 categorie, solo 11 ori assegnati, nessuna iscritta nei 77 kg. Russia padrona: 6 ori e 4 bronzi, Turchia e Francia 2 ori a testa, Norvegia un oro. L’Italia debutta alla grande nella 2° edizione a Pecs, (Ung) 2003. Galassi e Davide colgono l’oro, Tosti e Cannizzaro il bronzo. A Riccione nel 2004, Galassi e Davide al bis. Chiacchio, Tosti e Piazza al bronzo. Nel 2005 in Norvegia, terzo oro per la Galassi, Tosti argento. A Varsavia 2006, la Imbrogno e Calabrese terze. A Vejle in Danimarca nel 2007, presente solo Marzia Davide, uscita al primo turno. Si torna sul podio a Nikolaev in Ucraina nel 2009, bronzo a Marzia Davide.
Nel 2011 a Rotterdam (Ola), Calabrese, Cordio, Verrecchia e Marenda lottano, ma nessuna medaglia. A Bucarest in Romania nel 2014, l’Italia sotto la regia di Emy Renzini, guida una nazionale capitanata dalla rientrante Davide e si presenta con giustificate ambizioni. Marzia conquista l’oro dopo 10 anni, e porta il bilancio personale a 3 ori e un bronzo. Argento all’esordiente Severin e bronzo alla promettente Mesiano, che nel 2016 andrà in Kazakistan a conquistare l’oro mondiale. Nel 2016 pur con una squadra sperimentale, conquistammo il bronzo con la romana Silva nei 48 kg. Alla vigilia dell’edizione di Sofia, il medagliere azzurro dice: 6 ori, 2 argenti e 10 bronzi. Bilancio che potrebbe migliorare, leggendo i nomi delle otto azzurre. Che sono Silva (48), Mostarda (51), De Laurentiis (54), Mesiano (57), Testa (60), l’Alberti (64), Canfora (69) e Severin (81).
Dopo la travagliata preparazione del 2016, stavolta il responsabile si è trovato a risolvere problemi di abbondanza, meglio dire di concorrenza. Che sono un buon segnale.
“In rapporto alla vigilia del 2016, la situazione è cambiata in meglio. Due anni fa, la Testa e la Mesiano erano in bacino di carenaggio, con problemi seri. Stavolta stanno bene e ho dovuto scegliere per le categorie. Irma ha accetto di salire nei 60, lasciando la Mesiano nei 57, dimostrando serietà e disciplina e sono certo che a Sofia non mancherà di farsi rispettare. E’ troppo brava e orgogliosa, per fallire. La Mesiano prova a far meglio del 2014, quando arrivò al bronzo. Idem per la Severin che a Bucarest in Romania giunse all’argento e dopo l’amore col rugby che l’ha rotta, ha promesso che il ritorno alla boxe è definitivo. Non ha svolto una preparazione completa ma ha esperienza e carattere. Sul ring è sempre determinata. Come determinate sono diventate Mostarda, De Laurenti e ancor più la Alberti, che deve cancellare la delusione del 2016, quando da prima testa di serie, uscì all’esordio. Sono cresciute e spero che confermino la buona impressione mostrata in allenamento”.
Come sempre, la rassegna europea è la più impegnativa di tutte quelle continentali. In Europa ci sono almeno una dozzina di nazioni che hanno atlete in grado di vincere il titolo, otre alla Russia che parte dal vantaggio di una base per le altre impensabili, anche se nelle ultime edizioni anche la corazzata russa ha segnato il passo, sotto l’avanzata delle nazioni ex-URSS, di Francia, Inghilterra e Irlanda, oltre a Ucraina, Georgia, Azerbajan, Turchia e delle padrone di casa, le bulgare che due anni fa guadagnarono ben tre ori.
“Un dato di fatto, anche se su certe vittorie il fattore campo ha svolto un ruolo piuttosto notevole. L’augurio è che i giudici siano illuminati ed equi. Per il resto la rassegna europea è l’espressione di un minimondiale. A dare un tocco in più a questa edizione per le categorie olimpiche (51, 57, 60, 69 e 75) arriva il pass per le prime dieci agli europei 2019 a Minsk (Bielorussia) che conteranno in proiezione olimpica. Quest’anno ci sono anche i mondiali in India, C’è da divertirsi”.
Un pronostico: quanti podi?
“Nessun pronostico, ma la certezza che questa squadra ha un futuro. Inoltre ci vorrà un pizzico di fortuna nel sorteggio, fattore importante. Incrociamo i guantoni e speriamo”.
Articolo scritto da Giuliano Orlando