Cominciamo dalle pugilesse. A Denver, negli USA, la stella assoluta del boxing in rosa, Clarisa Shields (6) professionista dopo i Giochi di Rio, dove aveva conquistato il secondo oro, dopo quello di Londra 2012, ha disputato il sesto match della nuova carriera, contro la connazionale Hanna Gabriel (18-2-1) che pur nettamente sconfitta, si è tolta lo sfizio di metterla al tappeto nel primo round con un destro preciso ed improvviso. Alla Shields non era mai accaduto nella lunga carriera dilettantistica, iniziata a 13 anni. La vittoria non è mai stata in dubbio, anche se l’avversaria ha tentato repliche coraggiose. Dopo la cintura IBF, la Shields conquista quella WBA medi e nei progetti c’è la riunificazione delle restanti sigle, al momento nelle salde mani della tedesca Christina Hammer (23), kazaka di nascita, pro dal 2009 e iridata dal 2010, inserita nel programma. Nell’occasione ha strabattuto la veterana Tori Nelson (Usa 17-2-3), 47 anni, destando ottima impressione. Presenza quella della Hammer non casuale. La trattativa per la supersfida è in corso e troverà conclusione a fine estate. Oltre alla Shields, anche gli altri due ori di Rio al femminile, l’inglese Nicola Adams (51) e la francese Estelle Mossely (60) sono professioniste, assieme all’irlandese Katye Taylor, oro 2012, a completare la scelta professionale dopo le olimpiadi.
L’altro mondiale di fine settimana si è disputato a Merida in Messico, tra il titolare superpiuma WBC, il locale Miguel Berchelt (34-1) uno dei beniamini nazionali del boxing, e l’argentino Jonathan Victor Barro (41-6-1), 34 anni, che ha fatto poco più che da comparsa. Già al secondo tempo finiva al tappeto e solo la fine del round gli evitava il KO che arriva al terzo, incapace di reagire alle impressionanti serie del messicano, confermatosi micidiale picchiatore con solide basi tecniche. Sempre in Messico, a Ciudad Juarez, il suo sfidante ufficiale, Miguel Roman (60-12) annientava in due round il fino ad allora imbattuto Michael Marcano (Ven. 17-1-1), presentatosi da dinamitardo con pugno devastante e finito nella polvere in cinque minuti. Entro settembre il WBC imporrà la sfida tra i due.
A Glasgow in Scozia, il pupillo locale Josh Taylor (13), 27 anni, mancino alto 1.78 dal notevole allungo, mantiene il Silver superleggeri WBC, alla terza difesa, battendo in modo chiaro l’ucraino Victor Postol (29-2) da anni residente a Los Angeles in California, 34 anni, rimasto imbattuto per nove stagioni, campione del mondo nel 2015 nei superleggeri WBC, corona lasciata alla prima difesa contro uno dei più limpidi talenti degli ultimi anni, quel Terence Crawford (33), trentenne di Omaha nel Nebraska, che dopo aver regnato nei leggeri e superleggeri, dal 2014 al 2017, è andato a prendersi anche la cintura welter WBO a spese dell’australiano Jeff Horn, finito KO al nono round. Pistol probabilmente ha imboccato il viale del tramonto, anche se resta rivale dignitoso come ha dimostrato sul ring contro un avversario che guarda con giustificate ambizioni al futuro. L’incontro, al di fuori dei punteggi dei giudici è stato equilibrato per metà match, poi la freschezza e anche le qualità dello scozzese hanno fatto la differenza, con Pistol contato nel decimo tempo. Un week end senza altri acuti, salvo considerare tale l’europeo supergallo, mantenuto sul ring di Barcellona, da parte di Abigal Medina (19-3-2) prossimo ai 30 anni, acquisito catalano, anche se i natali sono dominicani. Abigal sta vivendo un momento magico. Dopo la conquista della cintura UE nel 2014, Limone e Salvini le sue vittime, passava a quella maggiore, battendo il francese Jeremy Parodi e poi l’inglese Martin Ward, steso in due round davanti al l’allibito pubblico di Hartlpool. L’altra sera a Barcellona, oltre 3000 spettatori presenti al Paladeport, è toccato a Anthony Settoul (23-7) francese di 31 anni, dai risultati altalenanti, finito KO al primo scambio, costringendo l’arbitro italiano Massimo Barrovecchio al dare lo stop dopo soli 1’12” dal promo colpo di gong. Per Medina il mondiale è alle porte, essendo al primo posto nel ranking WBC. Nel programma anche due ex europei, il superwelter Issac Real (19-3-1) e il superpiuma Juli Giner (23-3-19 entrambi vittoriosi su Félix Matamoros (Nic. ) ko 3 e Darren Traynor (Ing.15-2) dopo una sfida tosta. A conferma come la boxe spagnola sia in grande ripresa, grazie al ritorno della televisione che trasmette i maggiori eventi al contrario dell’Italia dove le nostre emittenti sono fantasmi di pessima qualità.
A Novi Pazar in Serbia, sul ring della Hala Pendik, il welter Federico Cerelli (7-3), 23 anni, ha combattuto per la cintura intercontinentale youth IBF, contro il locale Marcel Hassler (9) serbo di nascita ma tedesco di passaporto, che per farsi conoscere, dopo 7 match in germania, lo scorso gennaio ha combattuto nella sua terra d’origine, battendo Milos Janjnin. L’altra sera si è imposto sul pugile di Ceccano ai punti, applaudito dal pubblico, lasciando molto sorpresi gli accompagnatori italiani. Marcello Paciucci, il suo manager è rimasto sconcertato dal verdetto. “E’ successo di tutto. Una spinta di Hassler, che era in crisi, trasformata dall’arbitro in un conteggio a Cerelli. Non solo, un giudice ha visto tre punti per Hassler un altro due per l’italiano. Tutto questo è molto serio?. Chiedere all’EBU di rimediare è come bussare ad una porta di gomma. Torna tutto indietro. D’altronde la segretaria dell’ente ha ben altre incombenze, decisamente più importanti. In occasione della sfida UE a Milano tra Boschiero e il belga Kourbanov, mi sono permesso di occhieggiare i cartellini pur stando a distanza, ricevendo un severo rimprovero, per lesa privacy. Queste le cose da rispettare che contano, non i verdetti tipo Novi Pazar, visto che l’andazzo è quello. Capito?".
A Parigi, al Palais des Sports, il gigante francese Tony Yoka (5) ha affrontato l’inglese Daver Allen (13-4-2), 26 anni per entrambi, ma abissale diversità muscolare. Una scultura d’ebano il campione di Rio, dall’alto del suo 1.98, contro l’ospite che pagava altezza e allungo, oltre ad una condizione atletica da…pensionato. Il match è durato la bellezza di dieci round, un vero record, voluti dal francese per fare fiato e occhio. Sul finire del match, Yoka ha sparato tre colpi diritti e Allen è finito prono. Si è rialzato, confermando l’orgoglio inglese ma l’arbitro non ne ha tenuto conto e l’ha rimandato all’angolo. In locandina la presenza di Souleymane Cissokho (7) bronzo a Rio nei superwelter, conferma la solidità del pugile di colore. Ha dominato , il messicano Carlos Molina (28-10-2) ex- mondiale IBF nel 2013 che ha stoicamente resistito per 10 round, senza vincere una ripresa.
A livello di prospettiva, desta già attenzione l’evento fissato dalla Matchroom di Eddie Hearn il 4 agosto all' Ice Arena di Cardiff nel Galles, imperniato sulla cintura vacante del Commonwealth dei leggeri tra il locale Joe Cordina (7), europeo 2015, battendo in semifinale Mimmo Valentino per ferita, titolare a Rio 2016 affronterà Sean Dodd (Ing. 15-3-1). In programma il kazako Daniyar Yeleussinov (2-0), fermato a Londra nel 2012 da Vincenzo Mangiacapre nei quarti, oro a Rio 2016, considerato l’erede di Gennady Golovkin.
In Italia a Corneliano d’Alba, nel cuneese, il torinese di Chivasso, Stefano Abatangelo (20-6-1) batte Vigan Mustafa (19-4) ai punti per DT, al sesto round e torna campione italiano mediomassimi a distanza di cinque anni. La sfida si è conclusa quando l’arbitro ha constatato che la ferita sopportata dal campione Mustafa, nel secondo round, per un colpo regolare, era pericolosa per il proseguimento del match. Alla lettura dei cartellini, vantaggio unanime per Abatangelo, che lo aveva conquistato nelle ultime due riprese, con Mustafa preoccupato per il peggiorare della ferita. Negli altri incontri questi i risultati.
Medi: Sead Mustafa (6-0-1), b. Mladen Jovanovic.(Ser. 0-8-1) p.; Superwelter: Erik Lazzarato (9) b. Nikola Mancic (0-3) ko 1; medi: Etinosa Oliha (2) b. Vadim Gurau (Mol. 5-3) kot 4; §welter: Dario Morello (11) b. Predrag Cvetkovic (Ser. 4-14) p. 6.
Articolo di Giuliano Orlando