La famiglia Loreni è stata di parola. Luca Rigoldi il 17 novembre 2018 a Hyerez in Francia, aveva conquistato l’europeo supergallo, battendo il favorito Jacob Parodi, che oltre a combattere in casa si avvaleva di una maggiore esperienza. Sul ring si è visto un altro film, che raccontava come il ragazzo vicentino, non dava tregua al rivale vincendo in modo chiaro e netto il match, tra lo sconcerto del pubblico presente. Fin qui tutto bene.
Restava da capire se l’impresa fosse stata casuale oppure il valore dell’italiano aveva reale consistenza. “Se batti alla grande l’altro francese Anthony Settoul (24-8), sfidante volontario, la difesa ufficiale contro il forte ucraino Olek Yegorov (20-1-1) la organizziamo a casa tua”. Rigoldi ha dominato il francese a Brescia il 25 aprile e il suo procuratore ha portato il forte sfidante a Schio. Adesso tocca al campione confermare che la fiducia non era stata illusoria, ma concreta, con margini di miglioramento anche oltre l’orizzonte europeo. Rigoldi si sta preparando sotto la guida del maestro Gino Freo e tra gli sparring c’è pure il chioggiotto Devis Boschiero che il 19 settembre a Firenze combatterà per una cintura internazionale, nel programma della Matchroome Italy dei Cherchi. L’ex campione europeo e sfidante al mondiale non lesina elogi al più giovane collega: “Luca lo conosco dai tempi in cui era dilettante e aveva dalla sua generosità e coraggio. Passato professionista ha mantenuto le due qualità, compiendo anche un salto tecnico. Prima era un pugile che faceva a botte, adesso ragiona e sta acquisendo le caratteristiche del campione. Non conosco lo sfidante ucraino e sicuramente sarà uno molto bravo, ma per battere Luca deve essere un grande campione. Luca sta migliorando continuamente e visto che ha solo 26 anni e tanto entusiasmo, il futuro è davvero suo”.
Parole importanti dette da un pugile che di esperienza ne ha da vendere, visto che milita nei professionisti dal 2004, quindici anni di ring, ed è ancora sulla breccia. L’impegno che contraddistingue il campione europeo è anche il suo grazie a Loreni, per avergli dato l’opportunità di combattere davanti ai tifosi nel confronto più difficile della carriera. Lo sfidante, una sola volta ha combattuto fuori dai confini ucraini. Un privilegio e un vantaggio, dovuto alla generosità di Artem Dalakian, ricco imprenditore ucraino, suo ammiratore e sponsor dall’esordio tra i pro nel 2012. Un solo match fuori dai confini, il 28 marzo 2015 a Sheffield in Inghilterra contro il locale Gavin Mc Donnell, titolo europeo supergallo vacante. L’inglese vinse in modo netto, infliggendogli la prima e finora unica sconfitta della carriera. I soliti bene informati hanno scritto che il finale di Olek fece soffrire e non poco l’inglese. Per sapere la verità, ho chiesto a Giuseppe Quatarone che diresse il match, se corrispondeva al vero questa sofferenza del vincitore.
“L’inglese non ha mai avuto difficoltà per tutto il match, negli ultimi round, essendo in largo vantaggio, diminuì il ritmo ma fu sempre padrone del match. Dico pure che l’ucraino, pur perdendo nettamente mostrò una bella boxe, magari un po’ scolastico ma molto elegante. L’inglese era decisamente più forte e bravo”.
Chiariti i fatti, resta da capire, perché ha accettato di tentare per la seconda volta la conquista europea in trasferta. Non solo, lo sfidante è fermo dal 20 gennaio 2018, battendo il modesto spagnolo Cristian Rodriguez (11-5) per la cintura europeo WBA, titolo non riconosciuto dall’EBU, ai punti. Da allora non è più salito sul ring. Lo farà il 20 settembre, ovvero dopo 20 mesi di sosta, che non sono pochi. Ne risentirà? Una domanda che avrà risposta sul ring. Da quanto filtra da Kiev dove si sta allenando, aiutato dall’amico e collega Artem Dalakian, lo sfidante è in ottima forma e sicuro di tornare a casa campione. Ritiene Rigoldi troppo inesperto per essere un ostacolo insuperabile. La stessa opinione ha il suo manager Yury Ruben, convinti entrambi di fare colpo doppio a Schio: una buona borsa e il titolo. Nel clan italiano, che non sarà facile superare Olek Egorov, ne sono convinti tutti, manager e pugile, ma nel contempo restano fiduciosi che a gioco lungo, la freschezza atletica di Rigoldi riuscirà a spuntarla. Di certo non mancheranno le emozioni. Non ci sarà il campione italiano leggeri “Mimmo” Valentino, che potrebbe avere a tempi brevi una grande opportunità.
L’ho chiesto al diretto interessato, che non lo ha escluso, senza specificare di cosa si tratta. Comunque sia, la merita ampiamente, sia per il passato in maglietta tra i più brillanti in assoluto oltre al coronamento di una carriera professionistica iniziata tardi ma non troppo, per tentare l’impresa. Fatta la doverosa premessa, Loreni anche in questa occasione ha fatto le cose in grande, mettendo sul ring buona parte della sua scuderia. Su tutti il superpiuma Davide Festosi (14) prossimo alla sfida tricolore, che avrà di fronte Escobar Cuevas (9-18-1) 32 anni, del Nicaragua, residente a Vicenza da molti anni, collaudatore di tutto riposo. L’ex campione italiano dei welter, il mancino Nicola Cristofori (10-2-2), cerca di risalire ai vertici, dopo aver perduto il titolo e rimasto fermo a lungo. Trova lo spagnolo Antonio Gomez (4-4-2) residente in Belgio, che dovrebbe risultare l’avversario giusto per il rilancio. Il medio Raffaello Sheshi (7-0-1), livornese di 27 anni, tornato in Italia, dopo aver combattuto inizialmente in Germania, dovrà impegnarsi a fondo contro Andrea Roncon (12-4-1) 28 anni, di Rovigo, atleta generoso anche se tecnicamente limitato. Per il debutto del veneto Marco Massignan è stato scelto il superleggero moldovo Damian Cernean (0-0-1), residente a Brescia, 27 anni, che rientra avendo sostenuto l’unico match precedente nel maggio 2016, pareggiando con Henchiri. Il giovane e promettente medio Etinosa Ouha (9), 20 anni, nato a Vercelli da genitori nigeriani, sta salendo nei valori della categoria e anche nei progressi tecnici. Negli ultimi tempi è andato negli USA a fare esperienza e la cura sembra fare effetto. Lo vedremo contro Santos Medrano (10-65-5) nativo del Nicaragua, di stanza in Spagna a Madrid, già visto in Italia. Pur essendo un perdente per scelta, non si arrende facilmente. Seconda fatica da pro per il sardo Cristian Zara (1), 22 anni a ottobre, speranza azzurra, ha scelto il professionismo nell’età giusta e pensa di poter salire ai vertici in tempi brevi. L’ungherese Zoltan Ecsen (1-1) suo coetaneo non dovrebbe risultare un test troppo ostico, per la boxe molto rapida del sassarese. La serata verrà ripresa in diretta su Rai Sport.
Giuliano Orlando