Boxe: Italia, solo un bronzo allo Strandja

Pubblicato il 28 febbraio 2017 alle 21:07:14
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Anche se Tokyo è ancora lontano, la Federboxe, che ha rinnovato i quadri la scorsa settimana, con l’elezione alla presidenza di Vittorio Lai, che succede ad Alberto Brasca, si è perfettamente resa conto che per arrivare ai Giochi del 2020 preparata, deve iniziare subito a ricostruire i futuri titolari per i Giochi. E’ da poco terminato il Torneo Strandja a Sofia in Bulgaria, giunto alla 68esima edizione. Il più anziano d’Europa.
 
L’Italia sapeva in partenza che avrebbe pagato lo scotto dell’inesperienza, considerato che i maschi (8) erano under 20, alcuni come i gemelli Nicola e Damiano Cordella di anni ne avevano 19 appena compiuti. Quasi tutti fino alla  scorsa stagione militavano tra gli youth. Il primo ha perso dall’inglese McDonald, campione nazionale, giunto all’argento, superato dal locale Banabakov, bronzo europeo. Il campione in carica e argento iridato, il russo Egorov si è fermato agli ottavi, sconfitto dallo spagnolo Carmona,  che ricordiamo vincitore di Cappai agli europei, poi battuto a Sansum (Tur), per le qualificazioni a Rio. Nei 52 kg.  Damiano Cordella esce subito di fronte alla maggiore fisicità dell’ispano Escobar, mentre Claudio Grande supera il turco Batuhan Ciftci, prima di cedere ai punti a Carlos Quipo, ecuadoregno titolare a Rio, da diverse stagioni attivo nelle WSB. Vincitore del torneo, il campione europeo, titolare ai mondiali e ai Giochi, l’ostico Daniel Asenov, esperto in sventole, che arbitri e giudici ritengono regolari. Il gallo Giuseppe Canonico, 20 anni, batte il georgiano Chiladze campione nazionale, ma cede al bulgaro Ivanov, giunto terzo, dietro all’esperto ucraino Butsenko, presente ai mondiali e a Rio, e all’indiano Hussaudin, uno dei migliori asiatici.

Nei leggeri il mauritiano John Colin, che nel 2015 vinse un torneo internazionale, destando sensazione, sembra aver ritrovato le vena giusta. Dopo la vittoria sul nostro Eljes Hchiri, si ripeteva col turco Yilmaz e con Berhane (Svezia), cedendo in semifinale dopo lotta incerta (3-2) al bulgaro Ismetov superato dall’inglese French per l’oro. Sfortunato il superleggero Amedeo Sauli, battuto per ko dopo meno di mezzo minuto da Frank Martin (Usa), poi frenato dal turco Avci col dubbio del 3-2. Il welter romano Giovanni Sarchioto,inizia bene col polacco Daniel Adamiec, ma non si ripete contro il non eccelso svedese Adolpe Silva. Il mediomassimo Federico Antonacci debutta in positivo con l’indiano Manish Panwar, ma nei quarti inciampa contro il furbo mancino cinese Huang Jiabin, presente anche al torneo di Debrecen (Ungheria), giunto ai quarti, cedendo al vincitore il russo di origine georgiana Georgiy Kushitashvili, campione nazionale 2015, bronzo 2016. L’Inghilterra si è presentata con otto pugili, tutti campioni nazionali e ha vinto due ori con French (60) e Pat McCormack (69), due argenti con Kiaran McDonald (49) e Hart Wittaker (81), fuori dal podio il medio Benjamin Wittaker e il mosca Niall Farrell. Tra i vincitori l’armeno Hovhannes Bachkov,  migliorato dalle precedenti esibizioni (europei e mondiali 2015), battendo Hung-Min (Taipei), Oganesyan (Ucraina), Masuk (Thailandia) Lizunenko (Russia) e Ismetov (Bulgaria). A sorpresa negli 81 kg. si imponeva lo svedese Denis Kauffer, nome relativamente nuovo. Ben sei bulgari in finale, ma non è una novità, l’aria di casa fa miracoli. Tre ori con Banabakov (49), Asenov (52) e l’ottimo Belberov, bronzo europeo. Argento per Ismetov (64) e bronzo a Ivanov  (56).
 
Nel settore femminile (cinque categorie), l’Italia non è certo stata fortunata. Nei 51 la romana Grubissich trova subito la cinese Chang Yuan, reduce dalla vittoria al Bocskai in Ungheria. Troppo il divario fra le due. Molto meglio debutta l’altra romanina Roberta Mostarda, che batte bene la locale Venelina Poptoleva, ben oltre il 3-2 dei giudici. Avanza anche la Alberti (64) meglio dell’indiana Jyoti, ma il mal di schiena la blocca alle soglie della semifinale, contro la russa Ustionva, non imbattibile. La sorpresa la riserva la casertana Donniacuo, che combatte alla pari contro la forte Suttles, una delle migliori statunitensi, premiata con un 3-2 che lascia l’amaro in bocca all’italiana. La Suttles va poi a vincere il torneo, superando nettamente l’esperta spagnola Gutierrez e in finale la russa Ustinova. Dite se non è sfortuna. La Mostarda coglie il bronzo nei 51 kg, mentre Irma Testa (64), cede nettamente alla coetanea svedese Alexiusson, che nel 2015 ai Giochi europei di Baku, venne sconfitta dalla Alberti. Al torneo erano presenti numerose atlete presenti a Rio, tra cui le bulgare Petrova, salita nei 54 kg. e la Eliseyeva (60) 35 anni, entrambe campionesse  europee 2016. Dopo il successo al Bocskai, le cinesi Junhua (60) e Li Qian (75) bissano anche a Sofia. Doppietta anche per gli USA, con Fuchs (51) e Suttles (64), oro per la Petrova contro l’azera Alimardanova e non Alimandrova, che nei quarti ha battuto Loredana Nappo, ma come agli europei ha dovuto cedere, col dubbio, alla bulgara.
 
Anche se le sconfitte non piacciono a nessuno, in certe occasioni servono per fare esperienza e migliorare, come è stato allo Strandja. Parlare di delusione a priori, senza valutare il contesto d’assieme, significa essere superficiali, ignorando le motivazioni degli insuccessi.