Per Valeria Imbrogno, la drammatica vicenda umana relativa alla scomparsa del suo compagno Dj Fabio e l’uscita del libro “Prometto di perderti”, rappresentavano qualcosa di speciale. Poterne riallacciare il ricordo col ritorno ai vecchi amori giovanili: laurea in psicologia con specializzazione in criminologia e psicoterapia, titolo europeo in guantoni, che l’hanno accompagnata con ottimi risultati, poteva essere una imperdibile opportunità. Per questo la OPI82 di Alex Cherchi ha voluto rischiare una serata di pugilato fuori stagione, al Teatro Principe di Milano. Così la Imbrogno ha riallacciato il discorso pugilistico, interrotto il 24 giugno 2016 in quel di Brescia, dove aveva conquistato l’europeo EBU minimosca a spese dell’esperta magiara Kleopatra Tohai, battuta clamorosamente per KO al 6° round. Il ricordo diventa nostalgia, quando parla con Alex Cherchi di dare un senso all’eventuale ritorno. “Ripetere un titolo già posseduto non mi stimolava - ricorda l’interessata - ci voleva qualcosa di nuovo. La recente innovazione del titolo mondiale della Pace, poteva essere quello giusto. Grazie ai buoni uffici di Salvatore Cherchi con il WBC, l’operazione è stata realizzata ed io ho fatto la mia parte vincendolo. Non è stato facile,nonostante il successo larghissimo contro l’ungherese Judith Hachbold (5-5), una torella mai doma, sempre in avanti, cercando di toglierti il fiato e accorciare la distanza”. Ricorda Alex Cherchi: “Quando abbiamo deciso del rientro, dopo due anni di sosta, ci siamo affidati a Franco Cherchi, mio zio, e inizialmente eravamo molto perplessi. Valeria era lontana dalla condizione precedente e per una mancina, che imposta tutto sulla tecnica, mobilità, velocità e precisione dei colpi, iniziare da zero era una scommessa difficile da vincere. Debbo dire che Valeria ci ha dato una grande mano credendoci e impegnandosi al massimo. Diciamo che ha avuto la testa giusta”. Incontro piacevole e mai sonnolento. La magiara, vista la limitata statura era votata all’attacco, meglio dire all’assalto. Valeria la colpiva sopra e sotto, in alcune occasione è stata vicino alla vittoria prima del limite. L’avversaria soffriva e non poco, ma trovava sempre le risorse per replicare. Questo per 10 round, senza un attimo di tregua.
Il pubblico si è divertito e ha applaudito a lungo, il netto successo di Valeria. Che commenta: “L’accordo era che dopo questo confronto, visto che ho 38 anni e programmi di lavoro all’estero, con “Medici senza frontiere”, avrei salutato il pubblico e appeso i guantoni al chiodo. Recentemente si sono aperte tipologie di lavoro interessanti, in particolare nel carcere di Bollate, dove tutti i ragazzi mi vogliono un gran bene, quindi potrei restare a Milano. Con Cherchi abbiamo deciso di aspettare qualche mese, qualora la OPI82, avesse l’opportunità di allestire un mondiale di sigla. Se ciò avverrà potrei ripensarsi, diversamente l’ultimo trofeo è quello della Pace, sicuramente beneaugurante”. Più immediati i progetti dell’altra milanese Vissia Trovato (11-1) già campionessa europea dei piuma, mondiale IBO supergallo e intercontinentale WBA, insegnante di musica, dotata di ottima voce ha cantato con diversi complessi di vertice ed è tutt’ora in piena attività. Sul ring è salita con la giusta cattiveria, decisa a cancellare il ricordo amaro della prima sconfitta in carriera.
“Lo scorso febbraio – ricorda – ho combattuto in Germania contro l’ottima Nina Melke, infortunandomi alla mano destra nella seconda ripresa. Tenere per dieci riprese col solo uso del sinistro non è stato un divertimento. A Milano intendo dimostrare chi è Vissia Trovato”. Impegno mantenuto e sbrigato in due round, ma non per questo facili. Il primo round mostra che la romena Gabriella Mezei (9-13-3) sa il fatto suo, attacca con precisione ed evita di farsi chiudere dagli attacchi di Vissia, ancora fredda. Finisce bene l’ospite, ma non ha calcolato che nei muscoli della milanese, c’è il tritolo che decide tutto. Infatti appena si fa chiudere alle corde e i montanti arrivano a bersaglio, uno di questi si infila dove si trova il fegato e per la Mezei si fa notte. Cade, cerca di rialzarsi, ma le gambe tradiscono il precario equilibrio e il match si chiude in meno di cinque minuti. E adesso?
“Abbiamo pronto il mondiale IBF, - fa sapere Cherchi jr. - resta da decidere se allestirlo in Italia oppure andare in Argentina. Siamo d’accordo con Antonio Rivero che guida Marcela Eliana Acuna (46-7-1), veterana di 41 anni, diverse volte iridata di sigla, attiva dal 1997, ma non certo in disarmo. Il titolo dei supergallo è vacante, quindi tutto da giocare con la Acuna. Faremo il possibile di dare a Vissia l’opportunità davanti al suo pubblico. Sperando che ci sia più collaborazione. Per avere Sportitalia in differita all’una di notte, ho pagato l’emittente. Data prevista ai primi di ottobre”. L’imbattuto fiorentino Fabio Turchi (14) si è presentato per la prima volta davanti al pubblico del Principe, forte di 13 vittorie con 11 successi prima del limite. I Cherchi hanno scelto il marocchino, Yassine Habashi, 32 anni, italiano di passaporto, residente a Corato in Puglia, collaudatore che si guadagna sempre la borsa con grande dignità. Prima di Milano, aveva ottenuto tre pari, due in Ungheria col romeno Cezar Jurantoni (8-1) e col locale Josph Darmos (8-1-2), il terzo contro il romano Gabriele Guainella (4-0-1) a Roma. A Milano ha confermato mestiere e solidità. Doti che ha messo in mostra pure con Turchi, che ha vinto netto, ma ha denunciato troppe pause. Ha margini di miglioramento, ma deve allenarsi con sparring veri, magari migliori di lui, per aspirare a traguardi importanti. Sicuramente i Cherchi troveranno la soluzione.
Articolo scritto da Giuliano Orlando