Boxe: i promossi e i favoriti ai Giochi dei quattro continenti

Pubblicato il 25 luglio 2012 alle 16:17:36
Categoria: Olimpiadi
Autore: Redazione Datasport.it

Domani giornata dei sorteggi, spesso determinanti  per arrivare al podio. Tracciamo il cammino dei 250 pugili promossi ai Giochi, passati attraverso due tappe. I mondiali di Baku e il torneo di qualificazione, uno per continente. Indicando i nomi dei più quotati continente per continente. L’Australia unica con 10 atleti, a 9 Usa e Kazakistan, 8 Cuba e Algeria, 7 India, Russia, Ucraina, Azebajan, Brasile, Marocco, Ecuador e Italia.

Completano il quadro con 6: Turchia, Cina e Uzbekistan, 5 Egitto, Irlanda, Francia e Portorico 4: Camerun, Ghana, Giappone, Mongolia, Iran, Germania e Inghilterra; 3: Bielorussia, Bulgaria, Ungheria, Colombia, Rep. Dominicana, Thailandia, Tajkistan e Tunisia; 2: Spagna, Lituani, Svezia, Galles, Argentina, Messico, Venezuela, Canada, Korea Sud, Turkmenistan, Kenya, Mauritius, Sud Africa, Gabon, Namibia e Nigeria; 1: Armenia, Moldavia, Romania, Serbia, Scozia, Georgia, Nicaragua, Trinidad, Filippine, Korea Nord, Jordania, Siria, Mozambico, Botswana, Seycelles, Benin, Burkina Fasi, Zambia, Mali, Tanzania, Honduras, Afganistan, Panama, Rep. Ceca, Iraq, Montenegro,Angola e Congo.

EUROPA. Dei 78 pass a disposizione, l’Europa ne conquista 47 l’ottobre scorso ai mondiali di Baku, gli altri 26 a Trebisonda, torneo di qualificazione disputato nel cuore di aprile. Più 3 WSB e 2 wild card.  In Azerbajan, la Russia pur mettendo al sicuro 6 pass con Ayrapetyan (49), Aloyan (52) unico russo a vincere il mondiale, Vodopyanov (56), Zamkovoy (69), Mekhontsev (81) e Beterbiev (91) resta sotto le aspettative. L’Ucraina ottiene quattro ori e un argento, distanziando Cuba e Russia, un tempo totem intoccabili. Resta il sospetto di una condizione troppo eccezionale. Berinchyk (64) al debutto batte Iglesias (Cuba) iridato uscente, Shelestyuk (69), Khytrov (75) e soprattutto Usyk (91) grande tecnico, sempre in affanno nel finale, a Baku paiono superman. Scagliano pugni no stop, come se lo sforzo fosse una teoria astratta. A Trebisonda sono meno pimpanti. Il 49 kg. Shkarubo perde con Pehlivan, uomo di casa, il mosca Shepeliuk esce contro l’altissimo svedese-tanzaniano Ntuve, che ottiene la promozione. Per Kapitonenko 31 anni, basta il bielorusso Zuyev per eliminarlo subito. Solo il gallo Ishchenko, stacca il pass. Ai mondiali l’Europa risulta la protagonista in assoluto. L’Azerbajan, padrona di casa, ottiene quattro promozioni e il mondiale col +91 Medzhidov (ex russo).

Le qualificazioni di Trebisonda, come conferma la presenza di 45 nazioni, praticamente tutto il continente, si concludono con diverse esclusioni eccellenti: tre russi su quattro, Polonia ko totale e il trionfo artificiale della Turchia che arraffa tutto il possibile, con verdetti partigiani. Parecchie vittime illustri, dal medio russo Koptyakov contro Kilicci, al francese Fehim vittima incolpevole di Sener, una pippa, nella finale dei welter. Contro Pehlivan nei minimosca, hanno lottato invano Barnes (Irl) e Aleksandrov (Bul). Per i russi, quello che hanno tolto al medio, lo hanno regalato al supermassimo Omarov nei quarti a spese del croato Hrgovic che dopo una partenza troppo prudente, dilaga nel terzo round, sottoponendo il russo ad una gragnuola di colpi incredibile. Il parziale di 8-3 non basta a promuoverlo, sconfitto 15-14, grazie all’arbitro che si è ben guardato da richiamare il mancino russo per tenute a non finire. I turchi vanno ai Giochi con 6 pugili, tutti promossi in casa. Nessuno ci sembra da medaglia. Francia, Bulgaria, Irlanda, Azerbajan e Bielorussia conquistano due posti a testa, mentre l’Inghilterra pur con ottimi elementi inserisce il solo Ogogo nei medi. Queste le esclusioni eccellenti: 49 kg. Alizada (Aze) europeo in carica, irriconoscibile, il polacco Maszczyk trafitto dal nostro Cappai.

52 kg: l’armeno Hovhannes ex europeo 2008 nei 48 kg e il magiaro Kalucza fatti fuori dal turco Eker. 56 kg: il campione europeo di Mosca 2010, il kazako-tedesco Makarov, altro europeo (Ankara), il moldavo Gojan che a Pechino colse il bronzo, il romeno Andreiana. 60 kg. Il tedesco Brill, l’irlandese Joyce, l’azero Isayev. Su tutti il plurititolato russo Selimov, costretto alla resa dall’inglese Maxwell, sacrificato  col turco Keles. Discutibile  la sconfitta di Stankovic (Serbia) contro l’armeno Sarukhany 16-15. Kg. 64. Il russo Zaytsev sottotono, il giovane  moldavo Galagot che si presenta battendo l’irlandese Hickey. Contro Sener mostra boxe migliore, penalizzata dalle sventole del turco.  69 kg.  Il magiaro Bacskai oro 2010 a Mosca, il romeno Gheorghe presente ad Atene e Pechino, l’azero Abdullayev e il georgiano Kvachatstadze. 75 kg. l’esperto bielorusso Bondarenka, il francese Hamani e soprattutto il siberiano Koptyakov, europeo ad Ankara. 81 kg. L’inglese Smith e il bulgaro Manev, ma anche l’ungherese Szello covano invano il sogno dei Giochi, idem per il quotato francese Bouhenia, capace di battere il cubano Larduet nel 2009, vice europeo a Mosca, campione nazionale da diversi anni.

Il più grande deluso è l’irlandese Ward, classe ’93, talento precoce capace di battere tutta la concorrenza interna, a 19 anni campione irlandese assoluto. Campione del mondo youth nel 2010, europeo assoluto nel 2011 ad Ankara. Bocciato a Baku. 91 kg. Altro irlandese bocciato: l’emergente McCarthy, un disastro il romeno Cornel Juratoni, finito out col croato Calic, il tedesco Witt modesto oltre le previsioni, bravino il moldavo Cheles.  +91 kg. Esclusione ingiusta del croato Hrgovic, punito dal sorteggio e poi dall’arbitro contro Omarov il mancino russo. Male il romeno Nistor e il magiaro Bernath, gran fisico ma poca decisione. Nullo il turco nano Aci, 19 anni, gettonato dai locali, che aveva perduto contro il lituano Subacius 33 anni, poca tecnica, molto ardore.

ASIA. Continente in grande fermento. Come dimostra il numero esiguo dei qualificati già presenti a Pechino. Poco più di una decina, sui 56  promossi a Londra. Ai mondiali hanno staccato il ticket in 28. Gli altri 25 posti assegnati ad Astana (Kazakistan). Nei 49 kg. si sono riproposti con successo il cinese Zou e il mongolo Purevdori, oro e argento a Pechino, oro e bronzo a Baku e il kazako Khakipov ad Astana, con l’inserimento del coreano Shin, nome nuovo di grande talento che in Azerbajan ha conquistato l’argento, battendo il mongolo. Col russo Ayrapetyan e il cubano Veitia formano il gruppo dei favoriti in assoluto. Tra i 52 kg. l’uzbeko Lapitov e il kazako Suleimenov appaiono i migliori dei sei promossi.

Nei gallo l’esperto tagiko Yusunov, già  a Pechino, Abutalipov (Kaz) giunto dalle WSB e l’uzbeko Shaymov, sono le punte asiatiche. Il leggero Zhailauov (Kaz) si stacca dagli altri per esperienza, l’outsider potrebbe essere l’uzbeko Gaibnazarov, ventenne. Fuori il quotato azero Isayev. Tra i 64 kg. difficile indicare un papabile al podio. Il trentenne mongolo Uranchimeg, già a Pechino, battuto da Mangiacapre ai mondiali è il più concreto. Forti ma limitati tecnicamente Yeleussinov (Kaz) e Rahmonov (Uzb), il più tecnico Kumar Manoj è troppo svolazzante per fare strada. Nei welter puntano forte su  Sapiyev, kazako molto esperto e di buona qualità, nel 2008 nei superleggeri, che ha il compito di non far rimpiangere Sarsekbayev oro uscente. Di buona qualità il giovane indiano  Vikas, classe ’92 e il giapponese Suzuki guerriero generoso. Altro pugile di punta nei medi, l’uzbeko Atoev, sceso dagli 81 kg. di Pechino ai 75. Bocciato a Baku dal giapponese Murata, la grande sorpresa, unico a tenere testa fino all’ultimo all’ucraino Khytrov in finale, si è rifatto ad Astana fino alla finale, dove il turkmanno Paziyev gli è finito alla pari.

Presente l’indiano Vijender, alla terza olimpiade, sempre elegante ma distratto dal ruolo di modello nelle sfilate di moda. Negli 81 kg. Niyazymbetov (Kaz) è l’unico da tenere in considerazione, l’uzbeko Rasulov è più ostico che bravo, il cinese Meng pare fragile e l’indiano Sangwan non è niente di speciale.  In questa categoria rivedremo il feroce taijko Kurbanov, che nel 2008 si fece squalificare contro il kazako Shynaliuev, per averlo morsicato alla spalla, in un corpo a corpo troppo ravvicinato. Speriamo non si ripeta. Nei massimi il giovane cinese Wang e il veterano iraniano Mazaheri, 30 anni compiuti, dieci di attività, presente a Pechino e ai mondiali di Chicago nel 2007, ha preso parte ai maggiori tornei internazionali, con qualche successo importante. Ai Giochi Asiatici del 2010 perse in finale dal siriano Ghosoun, a distanza di 2 anni, la rivincita ad Astana gli ha fruttato il pass per Londra. I due supermassimi sono il cinese Zhang argento 2008, classe ’83, i cui limiti sono noti e il kazako Dychko, 22 anni, buon elemento, in crescita, bronzo a Baku, battendo tra gli altri sia Zhang che il croato Hrgovic. Potrebbe anche salire sul podio.

AMERICHE. Nonostante Cuba abbia una squadra superiore, come aveva dimostrato ai mondiali, con 7 qualificati su dieci, al tirar delle somme, gli USA portano a Londra 9 atleti, uno più dei caraibici, a Rio la sorpresa negativa. Fuori il welter Arisnoide Despaigne, preferito a Banteurt finalista a Pechino, poco convincente a Baku, contro l’ucraino Shelestyuk, giunto al titolo.  Non ha fatto meglio il sostituto, regolato con chiarezza dal brasiliano Myke Carvalho, guerriero di antico pelo, giunto al top del rendimento. Il top  della sfortuna, tocca al medio Emilio Correa, strafavorito, colpevole di aver colpito sotto la cintura dopo neppure due minuti del primo round, il dominicano Castillo, che planava al tappeto e l’arbitro, non poteva che squalificare l’esterefatto cubano, che vedeva svanire Londra, dopo la beffa di Pechino, battuto in finale dall’inglese DeGale con un verdetto assai contestato. Si pensi che Correa, dal 2008 si è sottoposto a tre interventi alla mano destra, ha ripreso con fatica e sofferenza, lottando contro avversari interni come Recio, Yudiel Napoles, Maikel Perez e Ramon Luis che lo ha battuto in finale agli scorsi campionati e fungeva da riserva a Rio.

Il superleggero Sotolongo, anche lui messo fuori a Baku da un ucraino, è stato l’unico ad aver ottenuto il pass per Londra. Gli Usa poco pagati ai mondiali, tre qualificati, si sono rifatti in Brasile con sei promozioni, lasciando vuota solo la casella dei 49 kg. dove il più quotato Santos Vasquez (21 anni) veniva superato dal giovane portoricano Jantony Ortiz (17 anni) che vinceva il torneo, a spese dell’ecuadoregno Carlos Quipo, 22 anni, il colombiano Avila e il messicano Velasquez (18 anni). Ai mondiali di Baku, Quipo si era imposto sul turco Pelivhan,  mentre ad Halle (Ger) aveva ceduto di fronte a Cappai. Dei promossi statunitensi, il medio Gausha, presente alle WSB, il mediomassimo  Browne, 21 anni e il massimo Hunter sono i più quotati. Il primo, classe 1987, ai mondiali di Milano venne eliminato al primo turno e nel dual match con l’Italia perse da Luca Podda. Dopo il primo titolo USA nel 2009, si è ripetuto quest’anno arrivando nella forma migliore a Rio. Stesso discorso per Hunter che ha militato nei + 91 fino al 2010, e a quel peso venne eliminato nelle qualificazioni per Pechino.  

Ai mondiali 2009, Cammarelle lo dominò (8-1). Il passaggio nei massimi, vista la scarsa statura lo ha facilitato. Il +91 Breazeale ha ceduto in finale al brevilineo ecuadoregno Perea, 19 anni. Sesto promosso il superleggero Herring, superato in semifinale dal portoricano Vargas, niente male, ma a sua volta troppo tenero contro Iglesias in finale. I sette cubani promossi al primo esame, hanno tutti ambizioni di podio. I due campioni mondiali, il gallo Alvarez e il mediomassimo De La Cruz, rientrano tra i favoriti all’oro. Veitia (49) 20 anni, Ramirez (52) 18 anni, Toledo Lopez (60) 22 anni, Larduet (91) 22 anni e Savon (+91) 22 anni rientrano a pieno diritto tra i favoriti, come il ripescato Iglesias (64) classe 1988, il più anziano della squadra.                                                                                                              

Il Portorico, rimasto a zero a Baku, ha centrato cinque pass a Rio, col 49 Ortiz e il 52 Cintron, due pugili che fanno della velocità l’arma vincente. Altro ottimo elemento il leggero Verdejo, fortunato il medio Collazo, promosso avendo perduto nei quarti contro Gausha. La nazione che ha sfruttato al meglio la qualificazione è stata l’Ecuador, (3 a Pechino), raccogliendo sette promozioni. Ha iniziato con Quipo (49), proseguito col superleggero Rojas battuto dal cubano Iglesias nei quarti, il welter Sanchez semifinalista, idem il medio Delgado e il mediomassimo Gongora, quindi Castillo (91), finendo con Perea che ha vinto nei +91. Bravura e un pizzico di fortuna. Scesa la Colombia, a Monroy (91) qualificato a Baku, ha aggiunto solo il leggero Marriaga e il superleggero Villaraga semifinalisti, contro i 5 del 2008. A quota due sono arrivati il Messico (56 e 69), il Venezuela (69-75) che in Cina aveva portato 6 pugili, il Canada (69, +91) e l’Argentina (56. 91). Un qualificato per Nicaragua (81) e Trinidad (49), assenti a Pechino.

AFRICA. Purtroppo il continente ha subito un’involuzione preoccupante. Le guerre interne in Kenya, Nigeria, Congo, Uganda e in tutto il Nord Africa hanno fatto pagare un prezzo pesante allo sport. A Baku, un solo promosso, il gallo algerino Ohudahi classe ’87. Tra i qualificati  per Londra, non trovo un nome da podio. Ci vorrebbe un sorteggio miracoloso per arrivare rinverdire l’oro del 1996 ad Atlanta dal leggero algerino Hocine Soltani, che interruppe il silenzio datato 1988 a Seul, col keniano Robert Wangilia nei 67 kg. L’Africa ai Giochi ha conquistato nel totale 8 vittorie col Sud Africa (6), Kenya (1) e Algeria (1), e i primi si perdono tra gli anni ’20 e ’40.

A Casablanca, l’Algeria si conferma la più forte: sette pass, più uno con le WSB (Benchabla 81 kg.), oltre a Bouloudinats (91), 25 anni, Rahou (75) 26 anni, a Baku, Abbadi (69) 19 anni, Chadi (60) 26 anni, Brahimi (52) e Flissi (49) 22 anni. Il Marocco, ha vinto con Lbida (56), classe ’80, Aatanari (64) 24 anni, Khalsi (69) 26 anni, Haddioui (75), Arjaoui (+91) 25 anni. Nei mosca si è imposto Oteng del Botswana  22 anni, poca esperienza e tanto temperamento, sul keniano Gicharu 27 anni visto a Milano nel 2009, nei leggeri il tunisino Mejri 22 anni, vince per wo dell’algerino Chadi. Altre due rinunce nei mediomassimi e massimi, vinti da Mekacheri (Tun) e Bouloudinat (Alg). Un torneo in tono minore, il TRI ha designato il massimo tunisino Jemi, 21 anni e il supermassimo keniano Okoth 24 anni. Venti le nazioni promosse, come a Pechino, con l’uscita di Gambia, Lesotho, da due stagioni assente nel pugilato, Congo, Repubblica Centro Africa, Swaziland e Uganda, sostituite da Gabon (2 pugili) Benin, Mali, Tanzania Mozambico e Seycelles (1).

OCEANIA. Non si faceva fatica a prevedere il pieno dell’Australia. A Baku si qualifica il mediomassimo Hooper, classe ’92. A Camberra, nove su nove. Australia, unica nazione al completo a Londra. Niente da fare per Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Nauro, Tonga, Samoa, Kiribati e le splendide Isole Cook, dove sta nascendo l’attività pugilistica. Nei 49 e 52 solo finali. Billy Ward, 19 anni ha battuto Charles Keama (Papua N.G.) 18 anni, col minimo scarto. Il mosca Jackson Woods 19 anni, costringe il coetaneo  Kauko Raka (Papua NG) alla resa. Nei 56 kg., Ibrahin Balla 21 anni, esperienza da vendere ha battuto Gage Brown (NZ) 18 anni. Nei 60 kg. Luke Jackson 27 anni, passeggia con  Chad Milnes (NZ) 20 anni. Il superleggero Jeff Horne 22 anni spedisce ko Livai Hinoma (Samoa) 19 anni al primo round. Nei 69 kg. Cameron Hammond, 22 anni, batte Bowyn Morgan (NZ) 23 anni. Idem per il rosso Jesse Ross nei medi, 22 anni contro Andrew Kometa (Kiribati) 23 anni. Nei massimi Jai Opetaia, 17 anni appena compiuti supera allo sprint il più formato David Light (NZ) 20 anni. Nei +91, Johan Linde, 29 anni ha concesso solo 15” al tongano Uaine Fa, 22 anni, ko, sul destro del rivale. Oltre a Hooper, anche Balla, e Jakson con Ross e Horne hanno qualità.