Al termine delle Olimpiadi di Tokyo 2020, l'attuale consigliere della federazione italiana pugilato Giuseppe Macchiarole, si candiderà alla presidenza della FPI per divenire il presidente. Ecco, di seguito, tutto il comunicato stampa:
“Dopo tanti anni a bordo ring e altrettanti quale dirigente Federale e dirigente CONI e questi due ultimi in questo consiglio federale, dove ho sollevato costantemente osservazioni costruttive ed espresso sovente dissenso su molte delle decisioni assunte dal Consiglio federale, ho maturato la ferma convinzione che sia indispensabile una svolta innovativa per fronteggiare una crisi ormai lunga e grave.Tra i primi e inderogabili obiettivi: la condivisione con tutti i tesserati di scelte importanti che non possono e non devono essere calate dall'alto su una base oberata di molteplici difficoltà per tenere in vita il pugilato italiano. La fine di una gestione "a schieramento" che contrappone vinti e vincitori, ormai diventata un sistema consolidato che, perpetratosi negli anni, ha portato da decenni alla totale emarginazione di una parte di tesserati ed affiliati. La scelta dei tecnici delle Nazionali su base finalmente meritocratica, con una procedura che assegni ai maestri delle società la possibilità di valutare e controllare coloro a cui vengono affidati gli atleti da essi formati al pugilato, giorno dopo giorno. Individuazione, con criteri obiettivi e scientifici, dei giovani talenti i quali devono essere poi fatti maturare attraverso con politiche e programmi a lungo termine, investendo sulla ricerca, sulla promozione, sullo scambio tecnico – culturale con altre realtà straniere qualificate, sull’organizzazione, sul sostegno alle società e ai maestri. La formazione continua e gli aggiornamenti del settore tecnico, che devo essere il fondamento di un'organizzazione che vuole evolversi e favorire la crescita qualitativa e quantitativa degli atleti; elaborazione di un piano pluriennale di marketing teso ad attrarre soggetti diversi e nuovi intorno al mondo del pugilato, anche per non sfruttare oltre i limiti coloro che già gli danno tantissimo in termini di risorse professionali, economiche e umane; il pugilato e altri sport da combattimento molto più recenti attirano e creano interesse oltre i confini, ma per ottenere ciò è indispensabile sapersi proporre in modo corretto e professionale. Individuazione di una procedura che garantisca verdetti i più equi possibili, con il coinvolgimento, nella valutazione dei giudizi, di staff indipendenti, professionali, meglio remunerati, aggiornati e formati, poiché il problema é impellente, noto a tutti, ma non é mai stato pianificato niente di concreto per risolverlo. Il ritorno ad un'attività interregionale sostenuta dalla FPI, che sostituisca tornei nazionali costosi, preclusi a molti e irrilevanti dal punto di vista promozionale, anche a causa di sedi disagiate in zone prive di reali tradizioni pugilistiche e al cospetto dei soli addetti ai lavori. Riconoscimento di un'associazione di tecnici, com'é consolidato in tante federazioni, la quale sia direttamente coinvolta nelle scelte che riguardano la categoria, dal momento che l'attuale sistema basato sui "rappresentanti della categoria" é ormai palesemente lacunoso e inadeguato alle esigenze del Terzo Millennio. Un serio e profondo ripensamento dei corsi per "aspirante tecnico", troppo inflazionati e di complicata realizzazione, per i quali si potrebbe ipotizzare una formazione su richiesta delle Asd che dovrebbero curarne e attestarne le competenze, limitando il fenomeno dell'abusivismo, un malcostume correlato all'eccessiva quantità degli stessi in questi anni, non supportata dalla necessaria qualità per garantire il futuro del pugilato. Revisione e cura dell'attività amatoriale, con la creazione di sinergie e collaborazioni con gli Enti di promozione sportiva che accettino una verifica seria, severa e costante della qualitá del personale tecnico preposto a tale settore; soluzione alla carenza di medici addetti alle riunioni pugilistiche e il ritorno in carico alla FPI del servizio medico per le fasi regionali dei campionati, con l'individuazione in ogni regione di una o più strutture convenzionate, in grado di rilasciare in tempi brevi la certificazione agonistica. Rilancio del Professionismo, con una serie di incontri e iniziative che coinvolgano i soggetti più attivi e operosi e la ricerca e creazione di jont-venture internazionali per facilitare ai nostri pugili l'ingresso nei circuiti che contano, cosa che alcuni addetti ai lavori connazionali stanno già facendo autonomamente e senza dimenticare che ogni pugile italiano impegnato in un evento prestigioso all'estero dovrebbe avere il giusto supporto, in caso di necessità, di quella stessa federazione che ritiene di averne l'esclusiva senza poi aiutarlo in concreto.
Anche l'attività dei professionisti oggi tesserati per lo piú in ASD, va sostenuta costituendo anche centri di preparazione adeguati e riconoscendo ai giovani talenti un sostegno simile ai quello dei pugili AOB di alto livello.
Rendere capillare e ubiquitaria l'attivitá giovanile preagonistica, che rappresenta il serbatoio da cui dovrebbero provenire i giovani agonisti, con la nascita di un vero settore giovanile con istruttori formati
secondo principi basati su una ampia conoscenza dei giovani e dell'età evolutiva, perché chi si prende cura dei ragazzi deve avere una forte motivazione ma pure una preparazione certificata e comprovata e non un semplice diploma raggiunto dopo pochissime ore di formazione. L'istruttore giovanile deve dedicarsi in modo esclusivo a quel settore.
Sostegno agli ex pugili in documentata e chiara difficoltá attraverso l'istituzione di una fondazione ad hoc e di uno sportello a tale servizio dedicato; i nostri ex campioni vanno rispettati e seguiti come quando erano all'apice della carriera e non li si può ricordare, a volte, solo per un necrologio.
Massima trasparenza delle decisioni, diffondendo in diretta i lavori del Consiglio Federale, anche al fine di verificare l'attività dei componenti da parte di coloro che li hanno eletti.
Rivitalizzare la collaborazione e il confronto sinergico con i Gruppi Sportivi in uniforme, spesso relegati al ruolo di fornitori di posti di lavoro, coinvolgendoli maggiormente nel processo tecnico-organizzativo. Definire protocolli e convenzioni per utilizzare al meglio le loro risorse, tecniche e strutturali, in un'ottica di crescita reciproca.
Allargare la base (e innalzare il livello qualitativo) degli arruolamenti, che dovranno avvenire con il pieno coinvolgimento degli organi federali, tecnici e dirigenziali, per dare all’uniforme il ruolo che merita, cioè un decisivo punto di partenza e non di arrivo.
Queste e tante altre innovazioni faranno parte del mio programma elettorale, in vista del prossimo quadriennio. Naturalmente esso é aperto ad accogliere tutte le proposte e i suggerimenti della base, dal più inesperto dei pugili al più grande dei maestri.
Il governo di una Federazione deve essere una squadra che raccoglie puntualmente gli input che arrivano da ogni protagonista, sia egli pugile, tecnico, dirigente, arbitro, medico o commissario di riunione (spesso il capro espiatorio di ogni problema inerente le manifestazioni).
Per tali motivi e altri ancora, propongo pertanto sin da ora la mia candidatura alla Presidenza Federale, riservandomi di discutere con ciascuno di voi i principi che dovranno essere le fondamenta del pugilato italiano del futuro. Incontrerò nei prossimi mesi la nostra base diffusa su tutto il territorio e il programma verrà integrato dalle considerazioni e gli aggiustamenti che ogni tesserato vorrà avanzare, raccogliendo inoltre le proposte di collaborazione nel Consiglio e nelle Commissioni
Posso garantire che il mio lavoro, costruito sul territorio, non morirà il giorno delle elezioni chiunque possa essere il vincitore.
Dovrà essere, il mio, un programma a disposizione di chiunque andrà a governare, perché voluto da Voi per il bene del nostro sport.
A cura di Orlando Giuliano