La BBT di Davide Buccioni e la Forza e Coraggio hanno fatto centro nell’esordio stagionale milanese, allestendo una serata di ottima boxe, col positivo riscontro del pubblico. Il maestro Vincenzo Ciotoli mi faceva presente che al botteghino hanno acquistato il biglietto poco meno di 600 persone. Numeri record per la struttura chiamata per la prima volta ad un impegno di tale importanza. Sia Buccioni che Ciotoli si sono detti molto soddisfatti.
“Tutta la serata è stata all’altezza delle attese, con la conferma di Forte, che ha dimostrato di essere all’altezza dei migliori europei, – ha dichiarato il promoter romano – apparso in grande condizione, facendo apparire l’africano inferiore al valore reale, altrimenti non potresti vincere come è scritto nel record di Pappoe, 24 incontri, dei quali 20 prima del limite. La verità è che Mauro Forte (13-0-1) non ha mai permesso al rivale di potersi esprimere, avendolo anticipato e colpito con precisione chirurgica, tanto da farlo abbandonare, che è sempre un’umiliazione per un pugile. Adesso programmeremo un nuovo impegno in estate, in attesa che l’EBU si accorga del nostro pugile e lo inserisca nei quartieri alti”. Fatta questa premessa, va dato atto al mancino romano, di fede calcisticamente laziale, presentatosi con tanto di barba, che lo faceva somigliare a De Rossi, il giocatore simbolo della Roma, che ha lasciato recentemente la società, di aver progredito parecchio, completando un repertorio già di ottima qualità. Non è un picchiatore, ma la precisione e la continuità in attacco danno i suoi frutti. Michael Pappoe (24-6) ci ha provato a chiudere per poter scaricare i colpi a breve distanza, la sua specialità, ma ha quasi sempre trovato il vuoto. Sei round in fotocopia, con Forte che anticipava e colpiva sopra e sotto, si spostava lateralmente mandando fuori bersaglio il ghanese, per rientrare in velocità. Detto così sembra facile, in realtà per eseguire questa tattica occorrono componenti che partono dal talento, dall’applicazione e dalla costante ripetizione di gesti che debbono diventare abituali. Come ha fatto vedere il nuovo campione Internazionale IBF. Complimenti anche ai suoi maestri. Un altro vincitore che ha ricevuto i giusti applausi è stato il cruiser milanese Matteo Rondena (9-4) che sembra uscito dal tunnel che lo aveva invischiato un paio di stagioni addietro. Dopo aver cambiato maestro ma, soprattutto aver fatto un riflessione del perché di certe inopinate sconfitte, si è ripreso con umiltà e questa vittoria contro Gabriele Guainella (4-2-1) è importante, perché il romano era giunto a Milano per vincere e ci ha provato fin dall’inizio. In realtà senza successo, facendo affidamento sul larghi ganci schivati da Rondena, replicando con colpi interni che a gioco lungo hanno fatto la differenza. Il sinistro che Rondena ha centrato il viso di Guainella sul finire della quarta ripresa, era più preciso che potente, ma ha chiuso le lampadine al rivale in modo definitivo, quando la situazione era già in netto vantaggio per il milanese che si era aggiudicato le seconda e la terza e stava ripetendosi anche nella quarta. Perfetta la decisione dell’arbitro. Guainella dopo il primo round vivace, non è più stato in grado di replicare agli attacchi più precisi di Rondena. Una vittoria che conferma i progressi compiuti col maestro Francis Rizzo e l’ambizione di arrivare presto ai vertici nazionali. Pagando il prezzo di una testata infertagli dal georgiano Jalagpnia (2-1-2) un mancino di soli 20 anni, ma esperto come un vecchio travet del ring, l’albanese residente a Lodi, Edmir Sinanaj (2-1) è stato dichiarato battuto. Verdetto molto esterofilo, in una serata dove giudici e arbitri hanno fatto a gara a chi lasciava più correre. L’appunto riguarda soprattutto la battaglia tra il welter varesino-milanese Michele Esposito (15-4-1) già campione italiano e l’altro georgiano, Nika Nakashide (7-7-1), un bassetto veloce di braccia e gambe, che ha usato la testa come un ariete, tagliuzzando in più punti il viso di Esposito che alla fine dei 6 round, pur vincendo nettamente è dovuto andare in ospedale per farsi ricucire (7 punti). Molti dei quali potevano essere evitati se l’arbitro Poggi fosse stato più deciso a bloccare, meglio a squalificare Nakashide, che incurante dei richiami ufficiosi proseguiva nella sua tattica. Perfino il professor Imerio Sturla, si è detto sorpreso dalla decisione dell’arbitro che si è limitato ad un solo richiamo. Non condivido neppure il parere del giudice Licini, che si rifaceva al regolamento. Le norme vanno interpretate con giudizio e non pedissequamente. Confesso che da due ottimi arbitri e giudici come loro, questo atteggiamento mi ha sorpreso. Nel rispetto dei propri punti di vista. Al microfono, un leader come Valerio Lamanna, che unisce competenza e classe.
Giuliano Orlando