Per la BBT di Davide Buccioni un nuovo successo di spettacolo e di pubblico, convenuto numeroso nella struttura Cinecittà World di Roma. Protagonista il mancino Mauro Forte (14-0-1) 26 anni a fine febbraio prossimo, una delle più belle realtà della boxe italiana professionistica. Aveva di fronte il valenciano Aritz Pardal (14-6-2), non certo uno spauracchio, ma pur sempre uno capace di mettere KO, undici dei 14 avversari battuti. In palio la vacante cintura piuma dell’Unione Europea. Sul ring si è visto solo il mancino romano, lo spagnolo ha fatto da modesta comparsa per non dire vittima predestinata. Forte era decisamente più in tutto: velocità, precisione, varietà e anticipo nelle serie, sopra e sotto. Fin dai primi scambi Pardal è stato il bersaglio per l’implacabile allievo del maestro Emiliano Filippi, partito deciso trovando subito la giusta contraria agli attacchi generosi ma infruttuosi di un avversario decisamente inferiore. Tre riprese fotocopia, dominate dalle azioni del mancino romano, la cui varietà dei colpi, alternando la figura e il viso, rendevano sempre più problematica la resistenza dello spagnolo, giunta al lumicino al termine del terzo round, quando subiva il primo conteggio, anche se con coraggio si alzava prima dell’out. Soluzione solo rinviata al quarto tempo col getto dell’asciugamano dall’angolo di Pardal, giunto ormai al lumicino della resistenza. Vittoria più facile del previsto e l’interrogativo è il solito: troppo bravo Forte, troppo modesto Pardal? Ritengo siano valide entrambe le ipotesi. Lo spagnolo non ha difesa, prevedibile e ripetitivo, un invito a nozze per un pugile che ha riflessi notevoli come Forte, oltre a grande intuito tattico. Bastava una piccola apertura e l’italiano iniziava la litania di colpi sopra e sotto. Anche senza essere un picchiatore, quando i colpi sono precisi e ripetuti, le difese calano e pure le energie. Così è stato per Pradal.
“Vincere prima del limite è sempre emozionante, quindi sono molto soddisfatto. Troppo facile? Nessun match è troppo facile, anche se lo spagnolo non è stato un problema. Adesso spero che l’EBU si ricordi che ci sono anch’io e che desidero battermi per l’europeo al più presto. Ero pronto per i 12 tempi, ma va bene così”. Desiderio più che giustificato, oltre all’ascesa nei top tra i piuma EBU che il titolo UE gli garantisce, Mauro Forte festeggia nel miglior modo Natale e Capodanno. Il resto della riunione ha visto la crescita dei giovani che fanno parte della scuderia di Davide Buccioni. In particolare si è confermato il superwelter Damiano Falcinelli (12) che negli ultimi tempi sembra aver trovato anche l’esplosività che gli mancava a completare il valido repertorio. Contro il georgiano Sandro Jajanidze (5-21-1) 25 anni, giramondo dal 2015, in passato rivale di Bevilacqua e Bruzzese, non si aspettava certo di finire KO al terzo round, dopo due conteggi, vittima di una combinazione micidiale dell’imbattuto romano, maturo per puntare a cinture importanti. La semifinale dei leggeri FPI-WBC tra Luca Marvin DeMollari (6-1), albanese di nascita, residente a Lucca e il romano Luca Angeletti (4-2) si è conclusa sul filo del pugno in più, dopo sei round combattuti ed equilibrati. Entrambi si sono battuti con grande gagliardia, con riprese sempre equilibrate. Alla fine la giuria ha optato per DeMollari. Il cruiser cruiser Mattia Faraoni (5-1) batte Tomislav Rudan (Cro. 7-27-1), 31 anni, altro pugile con la valigia, nel corso della carriera iniziata nel 2008, ha calcato i ring inglesi, olandesi, svizzeri, bulgari, belgi, polacchi, austriaci, francesi e italiani, nel 2016 battuto da Cataldo e da Bruzzese. Contro Faraoni ha perduto tutte le sei riprese disputate. Prosegue la striscia positiva del welter locale Pietro Rossetti (6), 21 anni, iscritto al trofeo WBC-FPI, batte il croato Ivan Njegac (12-13) 27 anni, attivissimo nel 2019 (2+ 5-), che ha dato dimostrazione di solidità, reggendo alle bordate di Rossetti, vincitore netto.
Giuliano Orlando