Scorrendo i programmi in guantoni di novembre ti accorgi che tutto sommato, per un mese solitamente scarso di sfide, gli appuntamenti internazionali non mancano. Il taccuino apre la pagina con quelli di sabato 11 novembre, iniziando al femminile. A Guanajuato in Messico, dove l’eterna Mariana Juarez (46-9-4), 37 primavere portate splendidamente, attiva dal 1998, difende lo scettro iridato gallo WBC dall’assalto della tedesca adottiva Alesia Graf (29-6), bielorussa di nascita, coetanea della messicana, che tenta per l’ennesima volta di afferrare il mondiale finora sfuggitole. La Juarez nel 2011 a Polanco la sua città, scalzò la nostra Simona Galassi dal titolo mosca, dopo aspra lotta. La messicana è una istituzione, dal 2001, salvo una volta, ha sempre combattuto davanti al pubblico di casa. Nella stessa data in Francia a Montigny-Le-Bretogne, diretta su Canal Plus, europeo supermedi tra Hadillah Mohoumadi (22-4-1) 37 anni e lo sfidante Christopher Rebrasse (25-5-3) 32 anni, che nel 2012 superò in Italia il nostro Andrea Di Luisa per l’UE. Il campione, gestito per alcune stagioni dai Cherchi, è tornato in vetta per la seconda volta a spese dello spagnolo Mariano Hilario, scalzandolo dall’europeo (2015 e 2017) mentre ha dovuto alzare bandiera bianca contro gli inglesi De Gale (2012) e Callum Smith (2016), E’ alla prima difesa.
A Berlino nel quartiere Neukoelln, il massimo Giovanni Auriemma (2-3) detto “El Tigre”, napoletano di stanza in Germania, non avrà compito facile di fronte all’ucraino Olek Zakhozhyi (3), alto cm. 2.07 contro l’1.82 del campano. A Fresno in California, molto atteso lo scontro tra il russo Artur Beterbiev (11) dall’illustre passato in maglietta: oro mondiale 2009 a Milano, due europei 2006 e 2010, fuori dal podio a Pechino 2008 e Londra, come ai mondiali 2011, ad opera di Usik l’ucraino. Competitor il tedesco Enrico Kelling (23-1) il cui unico segno meno è opera di Mirco Ricci, ottenuto in Germania. In palio il mondiale mediomassimi IBF, col russo strafavorito.
Il 18 novembre a Belfast nell’Irlanda del Nord, doppia sfida iridata. Nei supermosca, Jamie Conlan (19), fratello meno giovane di Michael, professionista a sua volta, la cui storia è più conosciuta al pubblico, sia per le vittorie in maglietta, (europeo e mondiale 2015, bronzo a Londra 2012) che per il furto sportivo subito a Rio contro il Nikitin nei quarti. Il russo non potè combattere in semifinale contro Stevenson (Usa), per gli ematomi e le ferite del confronto precedente. In quell’occasione Michael ebbe parole di fuoco contro l’AIBA. Jaime prova a scalzare il tosto filippino Jerwin Ancajas (27-1) titolare IBF più esperto e favorito. A seguire gallo WBO, col derby sudafricano tra lo sfidante Siboniso Gonya (11-1) e il campione Zolani Tete (25-3), 29 anni, un curriculum su ring iniziato a 12 anni. Pro dal 2006, il longilineo mancino, già iridato supermosca IBF (2014) ai danni di Teiru Kinoshita, battuto a Kobe (Gia), salito nei gallo nel 2016, promosso campione d’ufficio, dopo aver conquistato l’interim lo scorso aprile a Leicester superando Arthur Villanueva (Fil). Tra le note personali, oltre ai 400 incontri da dilettante, con sole 3 sconfitte, ricorda la prima contro il fratello maggiore al limite dei 26 kg. Nel sottoclou, il mosca inglese Paddy Barnes (4) per diverse stagione nei Dolce e Gabbana, assieme a Conlan, dove ottennero il pass per Rio con le World Series. Il mancino si batte per l’europeo WBO, una ramificazione di cui non si sentiva la mancanza.
A Dusseldorf (Ger), l’abruzzese Domenico Urbano (26-5-1), 41 anni, ex campione UE (2004-2008), fermo da 19 mesi, affronta il quotato welter locale Deniz Ilbay (18-1), che mette in palio il titolo GBU, sulle 12 riprese. Urbano, dal 2010 ha sempre combattuto all’estero con un bilancio dignitoso: 4 vittorie e tre sconfitte, se si considera l’età a la mancanza di potenza. Per coloro che seguono la boxe internazionale da qualche anno, ricorderanno il polacco Tomasz Adamek, che dal 2005 al 2008 tra i mediomassimi e i cruiser spopolò sui ring USA. Ottimo tecnico, resistente e con un pizzico di punch nel destro, battendo tra i tanti Paul Briggs (2005) e Cunningham (2008) che andavano per la maggiore, oltre al connazionale Golota, molti muscoli sfruttati male, nel 2009. Passa nei massimi e sogna l’ennesimo mondiale. Nel 2011 a Wroclaw, la sua città arriva l’opportunità iridata contro l’ucraino Vitali Klitschko, oggi sindaco di Kiev, allora già in politica ma ancora campione WBC, e per il locale i sogni si spensero prima dell’alba. L’apogeo é finito da tempo, ma Tomasz non si ferma. Lo troviamo la sera del 18 novembre a Czestochova, la città nota per la devozione alla Madonna, meta di pontefici e pellegrini, battersi per il titolo polacco internazionale massimi, contro il quasi coetaneo (38 anni) Fred Kassi (18-6-1) nato in Cameroon, residente a New Orleans in Luisiana, nella parte sud degli States, in calo dal 2014 (4 sconfitte e un pari). Ne vale la pena? Per i concittadini è una festa per applaudire l’idolo che non tramonta mai. Nonostante i quasi 41 anni e i capelli sempre più radi. A Manzano del Friuli (Ud), di scena il titolare supergallo UE, Luca Rigoldi (15-1-1), un tipo che il dottor Macchiarola medico sportivo, lo ricorda come il più preciso dei pugili: “Alle viste si presenta con tutta la documentazione richiesta, bene in ordine della cartella che porta sempre con se. Unico nel suo genere”. Avrebbe dovuto affrontare il francese Anthony Settoul (22-6) infortunatosi. Il suo posto preso da Daniele Limone (16-5-1) 33 anni, ex tricolore (2013), al secondo tentativo della cintura. Il resto dell’attività di novembre fino al primo sabato di dicembre, prosegue nel prossimo servizio.
Articolo di Giuliano Orlando