La 21a edizione degli Europei jr. svoltisi ad Albena in Bulgaria, presenti 32 nazioni, a conferma del sempre maggiore interesse del continente a queste rassegne giovanili, che il presidente Franco Falcinelli promoziona e incentiva da anni, ha confermato in maniera evidente, la strapotenza della Russia nei riguardi una concorrenza che nonostante qualche giovane emergente delle altre nazioni, allarga sempre più il divario, toccando numeri impressionanti.
La Bulgaria, che ha ospitato la rassegna, portando sul podio ben dieci pugili, otto in finale, nella giornata conclusiva, ha raccolto solo due ori, con Sebahtin (46 kg.) e Lyubenov (75 kg.), che ha battuto in finale il croato Veocic, protagonista del torneo battendo il russo Chirvon e l’ucraino Kushnir, favoriti all’oro. In finale giudici favorevoli al bulgaro. Cedendo sia ai quattro avversari russi che ai rivali ucraini che si sono confermati la seconda forza del settore, unici con la Bulgaria, ad aver conquistato due vittorie, contro i sette successi russi, le altre vittorie sono andate all’Irlanda col leggero Callum atleta molto preciso e all’Inghilterra, nei 63 kg. col brevilineo Oliphant che ha imposto la vigoria atletica a tutti gli avversari, compreso il russo Fedotkin e l’azero Salimov che si era distinto, battendo il forte ucraino Aliiev nei quarti. Due sole vittorie dell’Europa Occidentale, area anglosassone, contro le undici dell’Est Europa.
Nazioni importanti come Ungheria e Polonia, fuori dal podio, nessun pugile in finale per Turchia, Germania, Azerbajan, Armenia e Italia. Francia e Spagna non erano presenti alla rassegna. Inoltre dopo le ultime rassegne del 2015 e 2016 nelle quali erano arrivate il podio 23 e 22 nazioni, in Bulgaria si sono ridotte a 17. L’Italia, partita con 12 atleti (15-16 anni), dopo una partenza disastrosa e sfortunata, nove sconfitte subite da Di Fiore, Baldassi, Depoli, Grilli, Remus, De Chiara, Cavallaro, Della Medaglia e Nori, ha saputo riprendersi con Salerno fermato nei quarti dal’armeno Shakhpazyan (3-2) discutibile, mentre Santini (52 kg. e Zdrinca (80) approdavano in semifinale, sfiorando la finale, in particolare il mediomassimo che non aveva perso col bulgaro Stefanov, premiato da giurie che nei riguardi dei pugili di casa, fino alle semifinali, hanno avuto un occhio se non due, di riguardo. In finale hanno privilegiato i russi, che proprio non ne avevano bisogno. Da sempre dominano i campionati giovanili lasciando le briciole alla concorrenza. IL motivo va ricercato all’origine, derivante da due situazioni. La prima riguarda i numeri di base tra la Russia e il resto dell’Europa.
La seconda, la più importante riguarda la diverse norme di ogni nazione. Mentre in Russia, Ucraina, Bulgaria e in Gran Bretagna, oltre che Irlanda i giovani iniziano a disputare i campionati ufficiali a 13 anni, nel resto d’Europa si comincia a 15 anni, per cui il divario in alcuni casi è stridente. Nella squadra italiana, alcuni partecipanti avevano disputato meno di 20 incontri, contro i 60 dei russi e i 40 di bulgari e ucraini. Un divario che deve portare l’EUBC a riflettere. Fermo restando l’importanza dei campionati giovanili, che rappresentano il giusto passaggio verso gli elite. Seguendo il torneo di Albena, va preso atto della crescita quasi generale della qualità, decisamente sorprendente. Sia nelle semifinali che in finale, molti dei promossi sono maturi per il salto di categoria. Il miglioramento è più evidenziato nelle nazioni che da sempre sono protagoniste a questi campionati.
Tornando alla parte statistica, il medagliere indica la Russia capofila con 123 ori, 49 argenti e 37 bronzi, seguono Ucraina: 44-43-53, Azerbjan: 18-36-53; Turchia: 8-14-31; Romania: 8-9-27; Germania: 7-11-22; Ungheria: 6-6-26; Italia: 6-3-24; Irlanda: 5-10-21; Armenia: 5-6-27; Bielorussia: 4-12-29; Georgia: 4-11-20; Lituania: 3-5-7; Lettonia: 2-4-9; Moldovia: 1-7-9. Queste le prime quindici, seguono altre 19 nazioni che hanno raccolto almeno un bronzo. La Russia da sola, ha raccolto lo stesso numero di ori delle 12 nazioni che la seguono. Motivo più che plausibile per trovare una soluzione che permetta a tutte le concorrenti di avere l’opportunità di un premio almeno parziale e non fare solo da comparse.
Articolo scritto da Giuliano Orlando