Boxe - Povetkin mette KO Whyte e la Taylor mantiene il poker iridato. Tanta attività negli Usa e in Russia

Pubblicato il 27 agosto 2020 alle 19:00:09
Categoria: Boxe
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Da esperto del mestiere Eddie Hearn, il boss britannico che gestisce la Matchroom, aveva posto la clausola della rivincita nella sfida allestita al Fight Camp di Brentwood nell’Essex britannico, tra i massimi Dillian Whyte (27-2) 32 anni, che metteva in palio le cinturine Interim e Diamond WBC e il russo Alex Povetkin (36-2-1) antico re WBA (2011) che nonostante i quasi 41 anni, possiede ancora armi valide per scompaginare qualsiasi pronostico. Infatti è successo quello che non ti aspetti. Per quattro round, l’imponente inglese ha condotto il match nel modo migliore. Veloce e mobile, aveva anche inflitto due conteggi al russo. Al quinto tempo la svolta, improvvisa: il russo passa sotto il destro di Whyte e porta con tutta la forza della spalla un sinistro in montante che centra la mascella dell’inglese con effetti disastrosi. L’arbitro capisce al volo la drammaticità del momento, toglie il paradenti a Whyte, mentre sale il medico. Per fortuna la paura dura pochi minuti. Il gigante di colore si riprende in fretta e va addirittura a complimentarsi col suo vincitore.

Adesso la situazione a livello massimi, cambia radicalmente. Hearn ha già annunciato che darà la priorità alla rivincita, prevista entro fine anno. Poi vedremo il terzo match tra Tyson Fury e Deontay Wilder (WBC) sotto l’ala di Bob Arum e anche la difesa di Joshua. Incredibile ma vero, quello che ci rimette di più è il russo.Dovrebbe essere lo sfidante di Joshua, ma deve rispettare il contratto di rivincita con Whyte, ed essendo della scuderia di Hearn, dovrà accettare la situazione. I botti non arrivano mai soli. Il secondo lo ha fatto il cubano di vecchio conio Yoan Pablo Hernandez (29-2) sul ring di Magdeburgo. L’ex re dei massimi-leggeriIBF (2013-2014) tornato sul ring a 36 anni dopo un riposo di sei stagioni è finito KO al quarto round ad opera di Kevin Johnson (Usa 35-17-1), 40 anni, pro dal 2003, reduce da cinque sconfitte. Stavolta l’americano è partito forte e il cubano si è trovato subito in difficoltà. Al quarto round viene contato e nonostante la strettadifesa al settimo tempo deve arrendersi. Un brutto colpo per la SES Sports GmbH di Ulf Steinforth, il promoter di Magdeburgo, che contava di riportare in alto il cubano. Può consolarsi per il successo del mediomassimo Tom Dzemski (15) 23 anni contro Michail Eifert (6-1) 22 anni, di stretta misura, speranze della categoria, del massimo di colore Peter Kadiru (9) che ha spedito KO al secondo round Ali Durmaz (29-29) di 39 anni, pro dal 2002, una carriera fatta di alti bassi incredibili. Dal 2011 al 2017 inanella 17 sconfitte e3 vittorie, mentre dal 2018 al 2019 ottiene 19 vittorie e due sconfitte, l’ultima contro il gigante tedesco di colore. Delle 29 vittorie, 27 le ha ottenute per KO. Vincono bene anche i due supermedi kosovari-tedeschi, Elvis Hetemi (15-1) 29 anni, sul modesto ceco Milan Dvorak (2-4) KO1 e Robin Krasniqi (50-6) 33 anni, già campione d’Europa (2018) che prova a tornare in vetta. Il primo passo lo compie battendo il ceco Stanislav Eschner (14-15-1) KO6. Avanti anche il cruiser albanese Jurgen Uldedaj (12), 23 anni che ha messo KO al secondo round il croato Robert Grguric (4-2).

Tornando alla serata inglese, l’attesa rivincita tra Katie Taylor (16) che metteva in palio le cinture leggeri Wbc, Wba, Ibf, Wbo e la belga Delfine Persoon (44-3), ex regina superpiuma, ha confermato la superiorità dell’irlandese che mantiene largamente il corposo capitale come specchiano i punteggi (98-93, 96-94, 96-94). Match spettacolare, intenso con la sfidante che ha sempre attaccato a ritmi folli, ma senza peso. A favore della Taylor la precisione e la consistenza dei colpi, come dimostrava il viso tumefatto della Persoon, mentre l’irlandese non era segnata. Una battaglia tosta, il miglior match della serata. A questo punto, per la Taylor potrebbe aprirsi la strada nei welter, dopo che a Tulsa (Usa), Jessica McCaskill (9-2) ha spodestato la norvegese Cecilia Braehkus (36-1), 38 anni, nata in Colombia, pro dal 2007, giunta alla sfida con la McCaskill imbattuta e padrona di tutte le cinture iridate (WBC, WBA, WBO, IBF, IBO), che ha lasciato all’americana. La McCaskill nel 2017 a Londra, venne nettamente battuta dalla Taylor da peso leggero, la sua categoria. Una rivincita da welter potrebbe diventare l’evento dell’anno. La Top Rank di Bob Arum in collaborazione con la Star Boxing di Joe DeGuardia e il Groupe Yvon Michel (GYM) ha allestito al "The Bubble" MGM Grand Conference Center, di Las Vegas la semifinale WBO mediomassimi, tra il colombiano Eleider Alvarez (25-1), già titolare WBO nel 2018 e Joe Smith (USA 25-3), 30 anni. L’esito del confronto ha sorriso al pugile di New York, che ha imposto un ritmo di colpi proibitivo per l’attempato Alvarez (36 anni), attivo dal 2009, apparso sottotono. Match a senso unico, concluso alla nona tornata, con Alvarez alla mercé di Smith che ora attende l’esito del confronto tra i russi Umar Salamov (25 -1) e Maksim Vlasov (45-3) per conoscere il cosfidante al titolo lasciato vacante da Saul Alvarez, dopo averlo conquistato il 2 novembre 2019 a spese di uno spento Sergey Kovalev a Las Vegas. Per Smith si riavvicina il coronamento del sogno mondiale, svanito nel 2019, battuto dal russo Dmitri Bivol (17) nato in Kyrgyzstan. Nel suo record figura anche l’importante vittoria su Bernard Hopkins nel 2016, l’ultimo match dell’alieno di Filadelfia. Il medio Rob Brant (26-2), ex king WBA 2018 a spese di Murata. Che l’anno dopo si prese la rivincita, mettendo KO l’americano al secondo round in quel di Osaka. A distanza di 13 mesi, Brant è risalito sul ring, battendo l'ucraino Vitaliy Kopylenko (28-3) fermato al quinto tempo per ferita all’occhio destro con una situazione di equilibrio. Nel ricco contorno il supergallo Robert Rodriguez (8-0-1) 21 anni mette KO Abel Soriano (10-1) 26 anni, al primo round. Nei superleggeri prosegue la marcia vincente di Israel Mercado (7) 25 anni di Pomona in California, che impone la prima sconfitta al ventenne Adrian Valdovinos (5-1-1), anche se interrompe la striscia dei KO, finendo ai punti. Brusca frenata per il gallo Abel Soriano (10-1), 26 anni del Nebraska al debutto a Las Vegas, di fronte al mancino Robert Rodriguez (9-0-1), 21 anni, nato nel Texas, residente in California, partito come una furia, facendo contare il fino ad allora imbattuto rivale ben tre volte, prima dell’out. Tra i superleggeri di 25 anni, Julian Rodriguez (20) del New Jersey e Anthony Laureano (13-1) del Connecticut. Sfida risoltasi in meno di tre minuti, con Rodriguez che ha centrato col destro dopo meno di un minuto lo sfortunato Laureano, costretto alla prima sconfitta in carriera in modo clamoroso. Nei superwelter Wendy Toussaint (10) 28 anni, nato ad Haiti raggiunge quota dieci, dominando Isiam Jones (9-2) 26 anni medio naturale. L’altro medio Clay Collard (9-2-3) ha impiegato due round a battere Maurice Williams (7-2) che si conferma sensibile ai colpi. Il piuma Duke Ragan (1), 22 anni di Cincinnati nell’Ohio, dalla corposa attività nei dilettanti, debutta alla grande mettendo KO al primo round il mancino Luis Alvarado (1-2), 27 anni, che pur rialzandosi dopo un preciso destro, viene fermato dall’arbitro.

A Los Angeles, al Microsoft Theater per la TBG di Tom Brown, diretta su USA FOX, il welter Shawn Porter (30-3-1) 32 anni, pro dal 2008, già iridato IBF nel 2013 e WBC nel 2018-2019, si impone nettamente contro il coetaneo tedesco Sebastian Formella (22), ex titolato IBO che perde match e imbattibilità, oltre al vacantetitolo Silver WBC. Match intelligente di Porter, che punta a riguadagnare l’opportunità iridata. In particolare attende il risultato tra Errol Spence Jr. (26), campione IBF e WBC e lo sfidante Danny Garcia (36-2) con i quali ha conti aperti. Da Spence Jr. ha perso per SD lo scorso anno, mentre con Garcia ha vinto nel 2018.Nell’atteso confronto tra il giovane superwelter Sebastian Fondura (Usa 14-0-1) 22 anni e il più esperto Nathaniel Gallimore (21-4-1), 32 anni della Jamaica, soggetto molto pericoloso, la battaglia è finita al sesto tempo, con Gallimore privo di energie, massacrato di colpi sopra e sotto dal longilineo (1,98) pugile della Florida, capace di boxare a corta distanza con effetti deleteri per gli avversari. Il cubano Ivan Navarro (11-1), 29 anni contava di salire nel ranking dei welter a spese del tatuatissimo Justin De Loach (19-4) di Augusta, che ha risolto la questione in meno di un round, centrando un destro micidiale al viso del caraibico, che riusciva a rialzarsi, ma si capiva che il match era finito. Infatti alla ripresa del confronto, era un gioco da ragazzi mettere fine al confronto da parte di De Loach, con un paio di azioni senza che Navarro avesse la forza di reagire. Tre le riunioni in Russia, la più importante a Kazan, la millenaria città tartara, capitale della Repubblica del Tatarstan, che qualche inesperto di geografia, ha indicato a pochi km. da Mosca, ignorando che la distanza è superiore agli 800 km. I massimi leggeri Alexey Papin (12-1) 32 anni e Ruslan Fayfer (25-2) 29 anni, si sono sfidati per la semifinale WBC, il cui campione è il congolese Ilungo Makabu (27-2) residente in Sud Africa, che ha conquistato la cintura il 31 gennaio scorso a spese del polacco Michal Cieslak (19-1) sul ring di Kinshasa (Congo) ai punti con decisione unanime. Ha vinto Papin per KOT al sesto tempo, già in vantaggio ai punti, facendo valere potenze e mestiere, confermando il pronostico. Il vincitore ha un conto aperto col campione, che ha incontrato il 24 agosto 2019 a Chelabinski, sconfitto per MD, dopo un match equilibrato. Vince come previsto il superpiuma mancino Albert Batyrgaziev, 22 anni, campione dilettanti 2017-2018 nei 60 kg., nel 2019 nei 57, titolare russo ai mondiali 2019 a Ekaterinburg, battuto dal cubano Alvarez nei quarti, a sua volta superato in finale dall’uzbeko Mirzakhalilov (3-2). Il russo, presente a Londra nella qualificazione europea, di marzo, ha battuto nel match d’esordio lo slovacco Tanko, poi il torneo è stato sospeso, con grave ritardo, a causa del Covid 19. Nel 2021 sempre a Londra tenterà l’accesso ai Giochi di Tokyo, ripartendo dalla situazione precedente. Indipendentemente da altri esami, campionati nazionali compresi. Per tenersi in allenamento ha battuto Erzhan Turgumbekov (8-0-1) mancino del Kirgyzstan, 25 anni, residente a Ekaterinburg, per KOT al 10 round, conquistando il titolo dell’Asia WBA. Vittorioso anche il mediomassimo russo Pavel Silyagin (4-0), contro l’azero Orkham Gadzhiev (8-1), costretto alla resa per un problema al braccio sinistro. A Ekaterinburg, German Titov, uno dei più attivi in Russia ha dato al ragazzo di casa, il leggero Zaur Abdullaev (11-1) 26 anni, reduce dalla sconfitta dello scorso settembre a New York contro l’imbattuto Devin Honey (21), attuale titolare WBC, l’opportunità di riprendere il cammino, opponendogli il connazionale Pavel Maukov (16-2-1) 34 anni che, dopo aver replicato bene nella prima parte, è calato al quinto tempo per arrendersi al settimo round. Magomed Kurbanov (20) 25 anni, nato in Dagestan, detto il “leone bianco”, dal largo seguito di fans, ha concesso meno di un round a Ilya Ochin (6-2), finito al tappeto alla prima combinazione e poi out sulla seguente. Kurbanov titolare dell’Internazionale WBO superwelter punta decisamente all’europeo. Male è andata al piuma kazako Stanislav Kalitskiy (10-1) 23 anni, messo KO all’ottavo round, dal mancino Dmitri Khaziev (9-2-2) 25 anni, dopo una battaglia furiosa. A Krasnodar nel Caucaso occidentale, nell’incontro clou, il leggero armeno Vladimir Sarukhanyan (14) residente a Sochi, ha faticato niente male a battere Rustam Fatkhullin (8-7), sostenuto dal tifo locale. A Helsinki in Finlandia, dove Pekka Maeki, è attivo come promoter dal 2008, ha toccato la 50° serata al Gym Pitajanmki, nell’occasione a porte chiuse. Quattro match di livello modesto, ma il segnale che anche in Finlandia la fiamma della boxe non è spenta, nonostante la pandemia. Il superpiuma Josè Antonio Sanchez (13-0-1) 30 anni, nato in Spagna, residente a Helsinki, non ha faticato a battere l’estone Kirill Serikov (0-1) all’esordio, che comunque ha retto i 6 round previsti. Il cruiser Samuli Karkhainem (13-1), mancino di 29 anni, ha messo KO al primo round Eduard Belas (3-12), 36 anni, nato in Russia ma residente in Estonia.

Karkhainem, ha chiesto la rivincita contro Ojapalo Jarko (7) che lo ha battuto per la cintura finnica, con un verdetto discutibile. Il medio ucraino Artem Liashevych (2), 26 anni, residente a Tallin (Estonia) ha inflitto la prima sconfitta al locale Antti Miettala (6-1-1), 24 anni, finito KO al quarto tempo. Nei superwelter, Noirden Toure (11-2) nativo del Togo, 29 anni, pro dal 2015, si è imposto sull’estone Stanislav Perfilov (0-2) sui quattro round. Ad Atownsville in Australia, l’attesa sfida tra i superwelter Jeff Horn (20-3-1), 32 anni, ex iridato WBO welter 2017, battendo a Brisbane il grande Manny Pacquiao e il più giovane Tim Tsziu (16) 25 anni, figlio d’arte, si è concluso all’ottavo round, a favore di Tim, che ha comandato la sfida fin dall’avvio. Horn ha sempre subito, due kd, prima della resa, denotando una condizione decisamente scarsa, annunciando il ritiro dall’attività. Papà Kostya, l’ho conosciuto nel 1991 ai mondiali di Sydney, quelli che vinse il nostro Tommaso Russo tra la sorpresa generale. Nell’occasione il giovane Kostantin, mamma coreana e papà russo di Serov, dominò nei superleggeri battendo in finale Vernon Forrest (Usa) che nei pro divenne campione del mondo. Fu l’ultima apparizione da dilettante, l’anno dopo da australiano, passa professionista e inizia una carriera fantastica, salendo al vertice assoluto nei superleggeri, dominatore tra il 1995 fino al 2005, quando perde a Manchester da Ricky Hatton, e decise di ritirarsi con un bilancio di 31 vittorie e 2 sconfitte. Dopo il mondiale del ’91 ci siamo tenuti in contatto e quando mi annunciò la nascita di Tim, nel 1995, sottolineò che era nato il continuatore della famiglia sul ring. In effetti questo ragazzo di 25 anni, dopo una bella carriera nei dilettanti ha dimostrato di avere talento anche da pro. Battendo Horn ha conquistato la cintura Global WBO, oltre che aver fatto un balzo in avanti nella categoria.

Giuliano Orlando