Boxe: grande attesa per i Mondiali Youth di Budapest, la presentazione

Pubblicato il 20 agosto 2018 alle 11:45:15
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

C’è sempre una prima volta. Stavolta è il mondiale youth (17-18) di boxe, fissato a Budapest una delle più belle città d’Europa, dal 21 al 31 agosto, con la novità che uomini e donne sono accorpati, dopo 19 edizioni maschili (quinta dopo il cambio della denominazione e dell’età) e quattro femminili disputate in sedi diverse. L’ultima degli uomini si è svolta a San Pietroburgo in Russia nel novembre 2016, mentre quella femminile ha avuto luogo in India a Gawahati lo scorso fine novembre. I numeri di questa rassegna confermano l’interesse generale per il settore giovanile in costante crescita.

Lo scorso anno in India ai mondiali femminili, presero parte 39 nazioni, mentre a Budapest saranno ben 51, nel 2016 per il torneo maschile a S. Pietroburgo furono presenti 61 paesi mentre in Ungheria se ne sono iscritti 73. Un balzo in avanti significativo. Pure il numero degli atleti presenti alla rassegna iridata è corposo: 262 uomini e 177 donne, per un totale di 419. Numero che avrà una diminuzione fisiologica sia oppure contenuta. Fatto curioso: cinque nazioni hanno iscritto solo rappresentanti femminili (Finlandia, Olanda, Nepal, Nuova Zelanda e FPO). L’Italia, guidata dal presidente Vittorio Lai, con Raffaele Esposito team leader, il dottor Rondoni, i tecnici Coletta, Renzini, Calabrese e Cappai e il fisioterapista Giulietti, è composta da 12 atleti. Maschi: 91 kg. Vincenzo Fiaschetti (Boxe Torre Angela); 81 kg.: Tyison Aloma (Boxe Torre Angela); 69 kg. Salvatore Cavallaro (FitBull Catania); 56 kg. Daniele Oggiano (BC A. Mura); 52 kg. Patrick Cappai (Cappai Team); 49 kg. Massimo Spada (Boxe Torre Angela). Donne: 48 kg. Giorgia Rossi (Boxe Trastevere); 51 kg. Martina LaPiana (Fitbull); 57 kg. Giordana Sorrentino (Boxe Volsca); 54 kg.: Biancamaria Tessari (GB Martellini); 60 kg. Francesca Delle Piane (La Costanza 1984); 64 kg. Sabrina Er Raquioi (Acc. Pug. Vita). Azzurre e azzurri sono reduci dagli europei disputati in Aprile a Roseto degli Abruzzi, dove l’Italia ha colto tre ori, due femminili e uno maschile con La Piana (51), Tessari (54) e Millas (75) assente a Budapest; due argenti con Oggiano (56) e Fiaschetti (91) e due bronzi con Spada (49) e Aloma (81) nei maschi.

La comitiva italiana è arrivata a Budapest nel pomeriggio di sabato. Domenica l’iscrizione, lunedì 20 le visite mediche e i sorteggi, martedì 21 la prima giornata degli incontri nell’ampia struttura della Duna Arena, capace di 5000 posti. Turni eliminatori fino al 25, il 26 e 27 quarti di finale, il 28 le semifinali (20 incontri) il 29 giornata di riposo. Le finali, contrariamente al programma iniziale, previste in un giorno, verranno disputate il 30 e 31 agosto, con cinque incontri maschili e altrettanti femminili per ciascuna delle due giornate. Non sarà certo facile, salire sul podio, come conferma Giulio Coletta il tecnico della compagine maschile: “Il settore giovanile è un movimento in costante crescita, con nazioni emergenti fino a pochi anni addietro assenti. In particolare l’Europa e l’Asia, perfino l’Africa , nonostante i problemi politici di alcune nazioni, si presenta con diverse realtà importanti. La nostra squadra si è preparata molto bene, i ragazzi hanno fatto esperienza oltre che agli europei pure in tornei. La concorrenza é tremenda con nazioni che investono in continuazione come la Russia, l’Ucraina, l’Ungheria che gioca in casa, l’Inghilterra e l’Irlanda due vere potenze, come il Kazakistan, la Thailandia, l’Uzbekistan e l’Australia oltre agli USA da sempre protagonista. Noi partiamo da piccoli numeri, un handicap notevole, anche se i pochi riescono a fare miracoli. Speriamo che i sorteggi non ci penalizzino e i giudici altrettanto”.

Il presidente Vittorio Lai, che fa parte dei rappresentanti AIBA, è molto fiducioso: “E’ come una olimpiade giovanile con tutte le speranze del futuro. Una rassegna dalla quale sono passati grandi campioni come Yoka, Lomachenko, Usyk e Savon, oltre alla Shields per citare solo alcuni. La nostra squadra pur ridotta nei numeri saprà farsi rispettare come è sempre stato in passato, al di sopra dei risultati”. Statisticamente l’Italia ha vinto un solo oro maschile con Pietro Aurino nel 1994 all’edizione tenutasi a Istanbul in Turchia e due con le donne (Irma Testa e Angela Carini, nel 2014 a Taipei.

Nel 2008 a Guadalajara in Messico, ebbe luogo la prima edizione maschile del nuovo corso con la denominazione di youth (17-18 anni), Le altre cinque sono state ospitate nel 2010 a Baku in Azerbajan, nel 2012 a Yerevan in Armenia, nel 2014 a Sofia in Bulgaria e nel 2016 a San Pietroburgo in Russia. Per quanto riguarda le donne, prima edizione nel 2011 ad Antalya in Turchia, la seconda nel 2013 ad Albena in Russia, quindi nel 2015 nella Repubblica di Taipei in Cina, e la quarta nel 2017 in India nella città di Gawahati, dove la squadra di casa ha raccolto un bottino record, con cinque ori e due bronzi, nessuna nazione, neppure la Russia aveva fatto meglio. In verità almeno tre vittorie sono giunte con la spinta del fattore casalingo. I giudici hanno avuto più di un occhio di riguardo per l’India.

La categoria giudici-arbitri da troppo tempo non decolla, la media è modesta e troppe volte influenzata dall’ambiente. L’AIBA conosce il problema, e sta cercando di trovare una soluzione in vista dei Giochi di Tokyo 2020. Importante capire se a questi mondiali il settore abbia compiuto il miglioramento auspicato a cominciare dall’uniformità di giudizio che spesso è mancata a buona parte degli addetti ai lavori. Nessuna nazione ha 20 atleti, la più vicina è il Kazakistan con 19 (10 uomini e 9 donne), seguono Russia, Ungheria e India con 18 rappresentanti, gli Usa (17), l’Ucraina (16), l’Australia (13), un terzetto composto da Thailandia, Uzbekistan e Italia con 12, quindi Irlanda (11), Inghilterra, Algeria e Marocco (10); Bielorussia, e Giappone (9); Brasile e Portorico (8); Germania e Armenia (7); Azerbajan, Cina, Camerun, Croazia, Iran, Mongolia, Polonia, Taipei e Turchia (5). Seguono altre 46 nazioni da 5 a 1 presenza. Sorprende Cuba, con soli tre atleti. Molti paesi hanno fatto scelte di qualità, riducendo la presenza ai mondiali. Per la cronaca i campioni uscenti sono questi. Uomini: Sachin (Ind), Tsutsum (Gia), Castro (Usa), Johnson (Usa), Erdemir (Tur), Akhmedov (Kaz), Hutchison (Sco), Morrel (Cuba) che è andato in Messico, Pero (Cuba) e Huni (Aus). Donne: Nitu (Ind), Jyoti (Ind),. Sakshi (Ind), Copra (Ind), Im Asil (Kor.S), Boro (Ind), Ortiz (Usa), Shamanova (Rus), Beledicoa (Kaz) e Tkacheva (Rus). Di questi venti campioni, solo due indiane (Nitu e Sakhi) sono iscritte a Budapest. Tra l’altro proprio l’India è chiamata a confermare il dominio nel settore femminile. Per capire se la sbornia d’oro è frutto del valore o dei favori dei giudici.


A cura di Giuliano Orlando