La corazzata russa della boxe femminile punta al pieno per Tokyo

Pubblicato il 31 dicembre 2020 alle 16:00:46
Categoria: Boxe
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La Russia è la nazione col più alto numero di praticanti del pugilato. Nel settore femminile, secondo stime relative al 2018, sono oltre 15.000 le praticanti, divise tra schoolgirl, junior, youth ed elite. Per capire il movimento, nel 2020, nonostante la pandemia, si sono svolti 8 tornei interni tra le youth e 7 nelle senior. Subito dopo il mondiale allestito a Ulan Ude nell’Est della Russia, dove le padrone di casa hanno conquistato 3 ori, 1 argento e due bronzi, battendo tutta la concorrenza, cinesi comprese, riscattando la magrissima figura del precedente campionato, disputato a New Delhi nel novembre 2018, dove raccolse un misero bronzo, nei +81 con la Tkacheva, mentre atlete quotate come la Paltseva (48),Soluyanova (51), Kuleshova (54), Sartakova (57), Belyakova (60), Dynnik (64), Sandakova (75), Urakova (81) uscirono al primo o secondo turno. Una strage, il peggior bilancio della compagine russa. Anche il bronzo della Tkacheva (19 anni) nei +81, non fu certo un’impresa. Dopo aver superato l’uzbeka Ismatova, veniva battuta largamente dalla turca Demir (34 anni). Dopo tale disastro, vennero cambiati i quadri tecnici e il rendimento prese a migliorare. Prima dei mondiali dell’ottobre 2019, agli europei di Madrid disputati tre mesi prima, la Russia conquista tre ori, con Chumgalakova (48), Sandakova (69) e Magomedalieva (+81), oltre a due argenti e tre bronzi, primeggiando nella classifica per nazioni. Da segnalare che a Madrid, l’Italia finì alle spalle della Russia, con due ori (Testa e Amato) e tre bronzi (Bonatti, Carini e Severin). Il comitato tecnico russo, dopo questi risultati e gli assoluti nazionali, ha dovuto fare scelte non facili per la troppa abbondanza di materiale. Anche se in apparenza alcune discutibili, le cinque titolari dovrebbero essere promosse in blocco il prossimo aprile, verso Tokyo. Due sono ad un passo dal traguardo, avendo combattuto e vinto il primo incontro. Si tratta di Svetlana Suluyanova nei 51 kg., preferita a protagoniste titolate come la Aetbaeva, iridata in carica e la Saveleva argento europeo a Madrid. Suluyanova, 26 anni, campionessa russa ed europea nel 2018, ha superato il primo turno lo scorso marzo, battendo la svizzera Eliana Pileggi senza problemi. In aprile affronta la bulgara Stoyka Petrova Krasteva, 35 anni, a sua volta europea 2018 e 2014, da non sottovalutare affatto. A favore della russa, l’esito del campionato nazionale disputato a Ulyanovsk il 25 ottobre, che ha vinto battendo la Paltseva (oro mondiale 2019 nei 48 kg.) in semifinale e la giovane Sharapov (19 anni) in finale, dimostrando una condizione di forma ottimale. L’altra russa ad un match da Tokyo è Saad Dalgatova, 32 anni, nei 69 kg. giunta ai quarti battendo l’inglese-gallese Rosie Eccler, che si era distinta agli europei di Madrid 2019, giunta al bronzo, battuta in semifinale dalla nostra Angela Carini. Il prossimo impegno per ottenere il pass olimpico è contro l’ucraina Lysenko (29 anni), ostica ma non insuperabile. Nei 57 kg. il discorso ci interessa direttamente, visto che la sfida per l’accesso ai quarti vede Liudmilla Vorontsova, 21 anni, contro la nostra Irma Testa (23), che la Task Force non ha inserito come testa di serie, nonostante lo meritasse ampiamente, quale campionessa europea in carica. Purtroppo siamo in mano a incapaci e impreparati, tanto da far rimpiangere i predecessori che pure erano da buttare.

Tra le due c’è un precedente nel 2018, con l’azzurra vincitrice, ma questo non cambia la difficoltà di una sfida che doveva avvenire più avanti. Anche perché chi vince ha la strada spianata verso le semifinali, mentre la sconfitta esce di scena, fuori anche dai recuperi. Nei 60 kg. altra giovane, Ekaterina Dynnik (21 anni), talento a fasi alterne, molto forte ma dal carattere introverso. Debutta contro la turca Esra Yildiz, in un girone dove le altre due più forti, la francese Hamadouche (31 anni), campionessa del mondo nelle professioniste e l’irlandese Harrington (31 anni) iridata dilettanti 2018, si scontreranno nei quarti, facilitando la strada della russa. Al contrario di quello dove è inserita la nostra Rebecca Nicoli, con la finnica Potkonen (40 anni), bronzo mondiale e campionessa europea nelle ultime due edizioni, che dovrebbe trovare nei quarti. Tornando alla Dynnik, ai campionati di ottobre, è uscita in semifinale, battuta da Nune Asatryan, 19 anni, che dopo aver dominato nelle giovanili, ha compiuto l’impresa di vincere il titolo assoluto al primo assalto, superando in finale Anastasia Belyakova (27 anni), già campionessa russa, europea 2014 e argento 2018. Vedremo se saprà confermarsi in futuro. La quinta russa è anche la più anziana e la più titolata. Si tratta di Zenfira Magomedalieva, 32 anni, nativa del Daghestan nel Caucaso settentrionale, oro mondiale nel 2014 e nel 2019, europea nel 2016 e 2019, ferma tra il 2017 e 2018 per maternità. Dagli 81 kg., dove ha militato per anni, vincendo tutto, è scesa nei ’75 agli ultimi campionati russi, dominando la scena, battendo in finale Anastasia Shamonova (20 anni), che nelle giovanili aveva vinto mondiale ed europei, bruscamente bloccata nelle elitè, dove sta perdendo tutti i treni. A Londra trova la magiara Timea Nagy, sua coetanea, destinata alla sconfitta, quindi la vincente tra la nostra Severin (33 anni) e la turca Demir (38 anni), esperta ma già battuta dalla russa. In semifinale, a giochi fatti dovrebbe incrociare i guantoni con l’olandese Fontijn (33 anni), che le darà filo da torcere. Come si evince, in Europa dominano le ultratrentenni, con poche eccezioni come l’irlandese O’Rourke (23 anni) europea 2019 e l’inglese-gallese Price (26 anni) iridata in carica. La Russia presente sia a Londra 2012 che a Rio 2016, nelle tre categorie riconosciute dal CIO, non è andata oltre due argenti, raccolti a Londra (Ochigava (60) e Torlopova (75), e un bronzo a Rio con la Belikova (60). A Tokyo sembra decisa a conquistare il primo oro. Il comitato che sostituisce l’AIBA, ha fissato la ripresa del torneo di Londra in aprile, con un punto interrogativo pesante, visto che l’Inghilterra stafaticando e non poco ad uscire dal tunnel pandemico e aprile è alle porte.

Giuliano Orlando