SOFIA. Ci eravamo lasciati alla soglia delle semifinali degli europei youth (17-18 anni) ovvero il futuro del pugilato sul ring della Sport Halle di Sofia. La squadra femminile aveva portato sul podio quattro atlete sulle sette partecipanti, al quel punto si trattava di capitalizzare il già sostanzioso bottino battendosi per raggiungere le finali e poi puntare alla medaglia più ambita. Non era per nulla facile, a parte la plurimedagliata Martina La Piana, chiamata a confermare l’oro degli europei 2018, le altre tre erano al loro primo europeo youth, essendo tutte del 2002. Intanto realizzavano il primo miracolo centrando tutte e quattro la finale. Nei 48 kg. Erika Prisciandaro, pugliese di Modugno, dopo aver superato l’inglese Heffren, trova la più titolata della categoria, l’irlandese Moorehouse, dopo gli europei jr. nel 2017, aveva vinto anche negli youth 2018 a Roseto degli Abruzzi e si presentava come assoluta favorita. Non era dello stesso parere la longilinea pugliese, che ha aumentato il rendimento un match dietro l’altro ed ora sembra la fotocopia di Martina.
Infatti ha regolato l’irlandese in modo talmente netto da lasciare stupiti tutti. Il 4-1 è un regalo che il giudice russo, regolarmente a sfavore, ha voluto fare alla giovane irlandese, anche se non lo meritava. La nostra capitana Martina La Piana (51), che ha ancora 17 anni, dopo aver asfaltato la turca Akbas, l’armena Tsaturyan e la strombazzata francese Marcel, in semifinale metteva a tacere ogni velleità della polacca Rogalinska, costretta sempre in affannosa difesa e quindi a legare e scappare. La terza azzurra in semifinale era Daniela Golino (57), nata nel 2002 a Marcianise nel casertano, dove i pugili fioriscono come le margherite, allieva dei maestri Antonio Brillantino, Francesco Rossano e Luigi Gallo alle FFOO giovanili, una presenza anonima agli europei jr. e pareva destinata a restare nell’ombra. Invece tra la sorpresa generale batteva prima la polacca Zelasko, poi la campionessa europea jr. 2017, l’inglese Glynn, tirando fuori personalità e continuità incredibili. Che confermava in semifinale superando la Bernardova (CZE), mancina più alta e scomoda, guadagnandosi l’accesso in finale, tra la sorpresa generale. A concludere il poker, la viterbese Melissa Gemini, che dopo aver vinto il torneo di Vojvodina in Serbia, ha fatto un salto qualità pazzesco, diventando lo spauracchio della categoria, malgrado avesse solo 12 incontri all’attivo. Dopo aver battuto nettamente la bielorussa Liasnova e la russa Bireva, incrociava la polacca Rozanska, che vantava oltre 40 incontri. Tutto inutile per Julie, che dopo aver provato a scambiare capiva che quella era l’unica strada per finire al tappeto. Così iniziava a legare per limitare i danni, perdendo ai punti. A quel punto le allieve di Valeria Calabrese, allenatrice alla quale i responsabili federali dovrebbero fare un monumento per i risultati che sta ottenendo in tutte le categorie giovanili, invece di far finta di nulla, si presentano in finale compatte. A quel punto la sfida è con l’Inghilterra, la Turchia, la Russia, l’Ucraina e l’Irlanda per il primato continentale. A parte Martina, le altre tre sono esordienti, mentre le rappresentanti delle nazioni citate mettono sul ring atlete di un anno più anziane e molto più esperte. Questo non spaventa le nostre sul ring che dimostrato di aver rostri che fanno male. Ai fatti vinciamo tre ori su quattro e anche la meno esperta Golino, pur cedendo alla russa Kantemirova, che nel corso del torneo aveva scherzato con le rivali, tanto era stata superiore, contro l’azzurra ha faticato niente male e il 4-1 a suo favore poteva anche venire capovolto, trattandosi di una superiorità sottile, sottile. Dovuta esclusivamente all’esperienza. La russa ha iniziato a 10 anni, ha vinto decine di tornei, passando nelle varie categorie, presentandosi a Sofia da titolare russa e oltre 70 incontri.
Daniela è entrata in palestra a 15, ha compiuto 17 a giugno. Fate voi i conti. Onore comunque all’argento della casertana, che potrà ripresentarsi ai prossimi europei youth. Nei 48 kg. il compito di Erika era davvero difficile, avendo di fronte la beniamina di casa Zakifova, unica bulgara in finale, campionessa europea jr. 2017 e bronzo a Roseto 2018, nata nel 2000. Averla battuta e in modo netto è stata impresa epica. Spronata da Valeria, che ha trasformato queste fanciulle in guerriere senza pausa, l’azzurra ha messo sotto pressione la bulgara che ha qualità, ma inferiori a quelle della pugliese di Modugno. Il 4-1 è davvero miracoloso e va ad onore dei giudici in questo caso, più forti dell’ambiente caldissimo, che ha coinvolto il giudice bielorusso, che aveva dato la bulgara vincente, senza ritegno. Quando sale sul ring Martina La Piana, il cui medagliere a soli 17 anni è più ricco di tante elite trentenni di vertice, le avversarie dopo pochi istanti capiscono il loro destino. Non importa che siano più alte, che abbiano allungo superiore e gambe da ballerine. Martina ha scelta di tempo, precisione e intelligenza tattica oltre che pugno pesante, unito a velocità di esecuzione impressionante. Oltre ad una personalità incredibile. L’ucraina Fabukiak era bene attrezzata, si era fatta largo con sicurezza mettendo a tacere la concorrenza a suon di pugni. Contro Martina ha fatto un match da esperta di nodi, cercando di legare per non soccombere. In tal modo ha portato l’incontro a lunghe pause, meno spettacolare di quanto poteva essere se avesse accettato lo scambio. La vittoria dell’azzurra anche in questo caso aveva numeri netti fino a 30-24, ovvero tre volte 10-8! Doveroso per la capitana azzurra il premio quale migliore europea dell’edizione 2019, che bissa sia il titolo che il riconoscimento del 2018. Cosa dire di più a questa piccola e gigantesca camionessa, dal sorriso che coinvolge e una famiglia che la segue ovunque, senza mai interferire sulle questioni tecniche? Un meritato applauso collettivo. Il terzo oro lo raccoglieva la viterbese di mamma dominicana, Melissa Gemini nei 69 kg. battendo di forza la magiara Ambrus, bronzo europeo jr. 2017, dal fisico incredibile, sovrastando la nostra di parecchi centimetri. Un medio reale. Nonostante questo handicap, Melissa ha costretto sempre sulla difensiva la rivale, anticipandola con sinistri e destri portati da tutte le direzioni e spostamenti improvvisi che spiazzavano la rivale, incredula di dover subire senza trovare le contromisure. Anche per Melissa oro al primo tentativo. In una stagione semplicemente fantastica. Tre ori e un argento erano un bottino che premiava l’Italia come la nazione al femminile più forte d’Europa. Nessuna ha saputo far meglio. Inghilterra (3-0-1), Turchia (1-2-0), Russia (1-1-1), Irlanda (1-0-3), Lituania (1-0-0) le altre cinque nazioni che hanno conquistato almeno un oro, sono finite dietro. Ho chiesto a Valeria Calabrese, che è stata una delle più forti azzurre negli anni 2000, e si conferma tecnica di capacità quasi taumaturgiche, quale sia il segreto di saper trasformare ragazzine anche timide in guerriere indomabili?
“Caro Orlando, alla base c’è la passione infinita per questo sport meraviglioso. Confesso che al termine degli allenamenti e nel corso dei campionati arrivo alla sera sfinita. Sono molto partecipativa e questi risultati mi appagano moltissimo. Le ragazze sono molto motivate e se le sproni ottieni grandi risultati. Intanto hanno orgoglio incredibile, non si arrendono mai, inoltre salgono tutte sul ring per vincere. Agli europei schoolgirl di Tbilisi sembrava essere un'eccezione perché mancava la Russia. Vorrei anche ricordare che in Romania, 4 junior sono giunte in finale. Anche lì 5 belle medaglie. 6 a Tbilisi, e 4 a Sofia. Le medaglie escono fuori da piccoli talenti gestiti bene, sistemati nelle giuste categorie di peso, motivati e preparati a combattere per vincere partendo dal presupposto che chi ci sta di fronte farà di tutto per superarci. Quindi per non farci superare dobbiamo fare non molto, ma di più. Golino è una 2002...pochissima esperienza ma trascinata da una squadra vincente per osmosi lo è diventata pure lei. Prisciandaro un portento..ha fatto 4 match uno più duro dall'altro ma con una tenacia che i giudici non hanno potuto fare altro che premiare, youth 2002. Gemini una leonessa. Timore reverenziale per nessuno. Prima di entrare per la finale le ho detto "gli ungheresi mollano, non sono abituati a fare le guerre. I dominicani sono un'altra storia". Lei mi risponde " Devi vedè i viterbesi!" E poi aggiunge: "Il prossimo inno sarà il mio". Detto fatto, youth 2002. Martina sta una spanna sopra a tutte. Ha un domino psicologico delle avversarie che fa paura. Quattro medaglie, di cui 3 arrivano da delle 2002. C'è dell'incredibile nell'incredibile. Mi avevi chiesto di non svegliarti dal sogno e noi lo abbiamo fatto! Delle tre azzurre senza medaglie, la Prisco (54) ha perso con la Fay irlandese che ha vinto l’oro, la Er Raqioui (64) data sconfitta molto discussa con la tedesca Von Berge, giunta all’argento. Solo la Petrova, che era davvero alle prime armi, ha ceduto con onore alla francese Ruyer, per inesperienza. Comunque siamo solo all’inizio, perché tutte hanno margini di miglioramento in modo da proseguire ad alto livello anche nelle elite”. Diverso il settore maschile, risoltosi in una specie di campionato russo open. La Russia porta a casa sei ori e tre argenti, il resto se lo sono divisi Ucraina e Francia uno a testa e la Bulgaria con due vittorie molto casalinghe, come abitudine. Per capire l’andazzo, nel 2018 agli europei femminili elite a Sofia, la Bulgaria portò a medaglia 6 atlete con tre ori, lo scorso agosto a Madrid ha raccolto un bronzo. Nel complesso questi europei hanno offerto un livello di assoluto valore, in particolare lo squadrone russo maschile ha portato atleti in grado di ben figurare anche a livello assoluto. Anche il settore femminile cresce e porta alla ribalta nomi nuovi e proprio l’Italia è stata protagonista in assoluto. Delle vincitrici del 2018, oltre alla nostra La Piana si sono confermate le due inglesi Dubois (60) e Richardson, scesa dai 69 ai 64 kg. Nel settore maschile si sono confermati i russi Bizhamov, salito dai 69 ai 75 kg. e il +91 Dronov. L’Italia ha raccolto due bronzi con Baldassi (52) e Fiaschetti (+91). Un bilancio sotto le attese.
Giuliano Orlando