I tricolori universitari di pugilato, nati nel 2001 a Perugia, grazie al forte impegno dell’allora presidente italiano Franco Falcinelli, oggi al vertice dell’EUBC l’ente europeo in seno all’AIBA, dove mantiene la vice presidenza, hanno concluso in quel di Termoli, provincia di Campobasso, la 15° edizione, ospitata per la seconda volta in Molise (la prima volta nel 2010 a Isernia). Edizione con diverse assenze, se rapportata alle precedenti, in particolare nel settore femminile, col forfeit delle migliori, che si erano iscritte, riducendo le presenze da 28 a 20, mentre gli uomini hanno mantenuto le iscrizioni (42). Il torneo maschile ha confermato il successo 2017, dei due abruzzesi Francesco D’Alessandro (52) e Mattia di Tonto (60). D’Alessandro nell’unico incontro (due iscritti) ha superato largamente l’emiliano Roberto Betancourt, mentre Di Tonto ha battuto prima il laziale Federico Messina e l’altro abruzzese Gianluca Valente che si era imposto in semifinale sul modesto piemontese Matteo Impieri.
La finale è stata molto combattuta, ma il vigore atletico di Di Tonto ha avuto la meglio. Prendendosi una parziale rivincita della deludente partecipazione agli assoluti di Gorizia lo scorso dicembre. Altra conferma nei 56 kg. del piemontese Simone Cuomo di fronte a Saki Fadel, allievo della Testudo, il gym di Cernusco sul Naviglio, nella parte orientale di Milano, diretto dal maestro Alessio Taverniti e presieduto da Nori, che diresse la Lega Pro. Sfida troppo squilibrata, con Cuomo tra i migliori gallo nazionali e un pugile studente, senza esperienza che ha comunque retto ai punti. Nei superleggeri finalmente un nome nuovo a vincere il titolo. Merito del romano Andrea Scarda della Phoenix Gym di Roma, freschi vent’anni, che ha disputato tre incontri, dimostrando buone doti. In semifinale si è imposto sul lombardo Federico Siino uno dei favoriti, mentre in finale ha superato Mohamed Nasri del Cus di Ferrara, molto esperto. Nei 69 kg. torneo molto combattuto e verdetti sul filo del punto. Alla fine ha vinto Salvatore Malatino, un veneto studente a Brescia, che ha debuttato in modo clamoroso mettendo KO il ferrarese Riccardo Crepaldi campione uscente. Ha proseguito imponendosi sul pescarese Sauli, uno dei più giovani iscritti al torneo (15-7-1998), che si era meritato la semifinale, battendo l’emiliano Quarneti più esperto. In finale Malatino si è trovato di fronte al milanese Lorenzo Bologna, allievo della Pugilistica Domino del maestro Pino Caputo, elemento bene impostato al quale difetta la continuità. Comunque una delle più belle finali. Pure nei medi, assente l’atteso Francesco Faraoni, c’è stata battaglia.
Alla fine l’ha spuntata l’umbro Diego Vergoni, già campione 2016. L’universitario di Urbino, ha esordito superando il siciliano Domenico Terranova, poi l’aquilano studente a Roma, Matteo Gubinelli arrivando in finale. Dove ha trovato il toscano Diego Rimanti, che in precedenza si era imposto prima su Mohammed Khyali, studente a Pavia e quindi battendo il siciliano Pietro Pilli della Olivieri. La battaglia per il tricolore ha sorriso a Vergoni, grazie alla maggiore iniziativa e scelta di tempo, nonostante il coraggioso Rimanti, abbia tentato inutilmente di capovolgere la situazione. Negli 81 kg., l’atleta di colore Nembali Gitte Gassama, studente a Trento è partito molto bene imponendosi di forza sul giovane laziale Daniele Battaglia, pugile non disprezzabile, ma inferiore sul piano atletico, ha proseguito ai danni dell’esperto pavese Sergio Mezzatesta, un fedele degli universitari, aprendosi la strada alla finale. Dall’altra parte del girone, nei quarti lo stesso Mezzatesta superava nel derby lombardo il milanese Elia Cappelli alla maniera forte (rsc 3), prima di cedere a Gassama ai punti. In finale ci arrivava anche Christian Cicala, bolognese del CUS di Bologna, allievo della Ravenna Boxe, classe ’92, passato subito in semifinale dove superava il promettente laziale Michelangelo Lusi delle FFOO, che sperava di arrivare almeno in finale. Gassama dimostrava nel match conclusivo una netta superiorità su Cicala, forse stanco per la fatica precedente. Nei 91 due soli iscritti, quindi finale immediata. La sfida era tra Marvin Ademaji del Cus Pisa, 26 anni contro il romano Davide Milesi quasi due anni meno. Denotando più consistenza nei colpi, il toscano adottivo, conduceva le danze senza grossi problemi. Non si disputava la finale dei +91, essendosi ritirati entrambi gli iscritti: il romano Alessio Benedetti di Roma e il salernitano Mouhiidine Aziz, azzurro in procinto di entrare in un corpo militare.
Tornando al settore femminile, otto assenze sul ring, il riferimento riguarda in particolare Roberta Mostarda (51), Arianna De Laurenti (54), Francesca Pietrolongo (57), impegnate negli allenamenti per i prossimi europei. Bastava non si iscrivessero. Ugualmente il torneo non ha deluso, portando al vertice nomi inediti oltre ad alcune conferme. Annullati i 51 kg. la Garganese è salita nei 54, vincendo in semifinale contro la padovana Bicciato, 19 anni, all’esordio del torneo, mentre la più esperta laziale Brozzi si imponeva sulla Saucuc. La sfida tra le due vincitrici è andata alla più potente Brozzi, che ha fatto valere il vigore atletico sulla pugliese, che si è battuta bene, cedendo alla distanza. Nei 57 kg. l’ha spuntata la più esperta Mussari del CUS di Catanzaro, battendo prima la lombarda Trapanese e in finale Lara Luise che difendeva il titolo 2017, in modo netto, creando la prima sorpresa del torneo, anche se la Brozzi non è una novità. Nei 60 kg., assente la Coffey, che aveva vinto a Catania, con sole tre presenti, la fascia tricolore è andata alla lombarda Zanardo dell’US Lombarda, vincendo ai danni della veneta Zornetta e in finale della Angiolini, altra esordiente. Nei 64 kg. la prima sorpresa è la sconfitta della pavese Bustamante, campionessa uscente, contro la pisana Spagnoli con un verdetto di 3-2, che ha trovato il dissenso dell’angolo lombardo. La Spagnoli batteva successivamente l’esperta casertana Palmieri in semifinale, ma trova disco rosso di fronte all’emiliana Claudia Salerno, scesa di categoria e confermatasi una guerriera indomita, costringendo la Spagnoli ad una difesa continua.
Secondo titolo ai Cus lombardi con Caterina Marchesini, allieva della Testudo di Milano, attiva da anni, superando la brava Caterina Eusepi classe ’98, che ha pagato l’inesperienza. Nota di cronaca, la vittoria di Caterina Marchesini ha determinato anche l’importante vittoria assoluta del CUS Milano nella classifica generale tutti gli sport presenti. Appuntamento al 2019 con la speranza di una maggiore partecipazione.
Articolo scritto da Giuliano Orlando