Il primo Trofeo Duilio Loi,disputato al Palazzetto di Via dei Missaglia a Milano, per ricordare uno dei più grandi campioni della boxe in assoluto, è stato assegnato al welter jr. Donatello Perrulli (Rocky Marciano), 16 anni, studente al liceo scientifico, orientamento per una facoltà umanistica: “Sto pensando di cambiare, perché i miei interessi sono orientati al sociale. Mi piace studiare e la boxe rappresenta il completamento della mia vita. L’ho scoperta seguendo con interesse la meravigliosa vittoria di Roberto Cammarelle ai mondiali di Milano nel 2009. Ho conosciuto anche i suoi genitori a Cinisello. Mi sono entusiasmato al punto che il giorno dopo ho deciso di entrare in palestra. I risultati mi confortano, questo riconoscimento è uno sprone a far bene nel prossimo torneo di Foligno. Rivolgo un grazie sentito sia al maestro Biagio Pierri che a Simone Galli, che mi segue con tanta passione”. La mamma è la prima tifosa, in famiglia sono tutti d’accordo sulla scelta di Donatello. Che ha battuto il pur ottimo lecchese Carlo Rota, coetaneo, allievo della Frimas.
Un bel pugile, superato dalla coordinazione e precisione di Perrulli, che ha confermato la fiducia dei suoi tecnici. Secondo posto per il superwelter Francesco Moricca 18 anni (Apot di Milano) dei fratelli Pasqualetti, a loro volta ex allievi di Ottavio Tazzi, il nonno della Doria. “Dopo anni di applicazione totale al calcio, ho sentito la nausea. Ero entrato in palestra per dimagrire, è stata mia fortuna. Ho messo un bel tono muscolare, il che non guasta con le ragazze, ma quel conta è che ho scoperto uno sport meraviglioso. Il mio idolo è Tyson, anche se la mia boxe è diversa. Il premio mi stimola a fare meglio, perché come dicono i miei insegnanti, ho margini di miglioramento enormi”. Fermo anno per infortunio, non si è arreso. La famiglia lo sostiene con la mamma in testa.
Ha battuto Marco Spanò (Bollate) in serata sfortunata: “L’emozione mi ha bloccato, giusta la sconfitta, ma spero ci sia una nuova opportunità per vedere il mio vero valore”. Moricca ha mostrando continuità offensiva e colpi per linee interne. Interviene il maestro Matteo Salvemini: “Marco è un ragazzo meraviglioso. E’ stato operato per un tumore e ha ha avuto la forza di tornare in palestra e riprendere l’attività. Solo questo rappresenta la vittoria più bella, senza confini”. Al terzo posto: Davide Bulla (Bollate), il pulcino del gruppo, 14 anni, allievo di Matteo Salvemini, buona personalità e boxe da campioncino in embrione. Spostamenti e rientri, gioco di gambe e diretti veloci. Non sempre realizzati ma è sulla buona strada. Figlio d’arte, la mamma prima fans. “Mio padre è stato bravo, io voglio essere ancora migliore”. Il papà per la cronaca, nel ’73 battè nella finale juniores Biagio Pierri ai lombardi, giungendo poi secondo ai nazionali. Pierri precisa: “Mi ero rotto il pollice, disputai il match con una sola mano”.
Davide ha battuto Ricardo Vaca (Grignani Lodi) equadoreno, portato in palestra dal padre (36 anni), ancora in attività. Negli altri confronti il piuma Lorenzo Musazzi (Rocky) supera Aquino Jerome (Segrate) un buon longilineo, di origine filippina. Musazzi lo anticipa e dimostra più chiarezza tattica. Quindicenni, frequentano l’istituto tecnico. Il piuma Marco Calcagno (Thander), non trova bersaglio contro il mancino Marco Senesi (Rocky), più continuo e concreto. Il vincitore, prossimo ragioniere punta a giurisprudenza. “Ho visto il film su Alì e ne sono diventato un suo ammiratore”. Sereno lo sconfitto: “Per uno timido come il sottoscritto la boxe è stato un toccasana magico. Ho impiegato due anni per decidermi a fare pugilato. Studio giurisprudenza e ogni giorno cresce l’autostima”.
Nei gallo, Gabriele Ganci (Master) 16 anni e ottima impostazione, allievo del maestro Calandrino, buon dilettante un decennio addietro. Vince grazie alle serie diritte, interne contro la furia di Leo D’Errico (Bollate) 23 anni, che colpisce con colpi larghi, poco produttivi. Lo sconfitto commenta: “Peso 48 kg e non trovo pari peso”. Gabriele, 3° media, chioma tipo moicano: “Con la boxe non scherzo e mi applico molto”. Il welter Christian Carribba (Evolution) ha 27 anni, un passato da “ragazzo di strada”. Batte di forza il mancino Simone Lo Bartolo (Rocky) troppo indeciso in attacco. Carribba pensa al professionismo. “La mia ragazza e la boxe la salvezza. Dopo mille mestieri, ho un lavoro vero, vado in palestra tutti i giorni con infinito entusiasmo”. I welter Alberto Vignali (Apot) e Pietro Schillaci (Rocky). Lecchese di 25 anni il primo, 19 il cinisellese hanno boxe speculare. Schillaci: “Faccio l’elettricista, appena finisco vado in palestra, con tanta voglia”. Vignali: “Frequento la facoltà di farmacia e lavoro come barista. Il pugilato fa crescere dentro e fuori. Provare per credere”.
Il superwelter Federico Perrella (Bollate) all’esordio, supera Silvestro Di Costa (Grignani), meno deciso dell’allievo di Salvemini, 18 anni, ultima stagione allo scientifico, pronto per giurisprudenza. “Non finirò mai di ringraziare il pugilato e l’ambiente della Bollate Boxe. Ho lasciato il calcio,che stava diventando un mestiere. Respiro aria nuova e pulita. Vincere al debutto è salire in cielo. Lancio un appello ai giovani, venite in palestra e diventerete uomini giusti e veri”. Una constatazione è doverosa. Ogni atleta ha il seguito di famiglia e le mamme sono la bandiera del gruppo, motivate e documentate. Il livello culturale è salito vertiginosamente. Si può fare boxe e pensare alla laurea. Giurisprudenza sembra la preferita, almeno nella riunione raccontata. Solo dieci anni fa era impensabile. La “Rocky Marciano”, presieduta da Vittorio Sale e guidata dal maestro Biagio Pierri ha la sede a Cinisello Balsamo, che ha perso una favorevole occasione di allestire un Trofeo di qualità, promozionato dai media come una riunione di professionisti. Ne fanno fede la presenza dell’assessore allo sport di Milano, Alan Rizzi e delle figlia del campione Bonaria Loi. L’approccio per allestire il Trofeo in questione è svanito sul nascere. Il comune chiede 2000 euro per l’uso del locale. “Noi facciamo tutto all’insegna del volontariato, nessuno trae guadagni, semmai il contrario – spiega Pierri – siamo stati costretti a rivolgerci altrove”. In soccorso è venuto appunto Alan Rizzi, offrendo la struttura di Via dei Missaglia a Milano: prezzo simbolico, meno di 300 euro.