Sul ritorno della boxe dopo lo stop dovuto all’esplosione del corona virus, vi è una sola certezza: verrà offerto a porte chiuse. Una novità di cui non si sentiva certo la mancanza. D’altronde lo sport in generale e il pugilato in particolare, deve riprendere con le necessarie precauzioni, evitando che questo nemico subdolo perché invisibile, si scateni ulteriormente. Secondo gli enti e le varie federazioni, la boxe dovrebbe tornare attiva da luglio. Che il Nicaragua, sei milioni di abitanti, uno degli stati più poveri del Centro America, dando un pessimo esempio, abbia allestito una serata a Managua il 25 aprile, pronta al bis sabato prossimo, significa semplicemente che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Non solo la boxe, ha concluso il campionato di calcio col pubblico sugli spalti. Al momento il contagio è limitato, ma negli ultimi giorni stanno crescendo gli infettati. La voglia di pugilato è un dato di fatto, dall’America all’Europa, dall’Oriente all’Oceania. In questa attesa le trattative sono l’aspetto più attivo. In particolare si punta sui massimi, tornati ad essere protagonisti, dopo l’esplosione di Antony Joshua, che ha creato un ritorno di interesse e quindi di attività che mancava dai tempi di Tyson. Il suo mentore Eddie Hearn e l’emittente DAZN, avevano già programmato la difesa di Anthony Joshua (23-1) contro il bulgaro Kubrat Pulev (28-1), sfidante della IBF, per il 20 giugno al Tottenham Hotspur di Londra. Il manager dello sfidante Vaylo Gotsev, si è offerto per trovare una sede alternativa in Croazia, non volendosi perdere questa opportunità che gli assicura la borsa più consistente e una sia pure remota speranza di vittoria. Pulev aveva già ottenuto questa opportunità nel 2017, ma si incidentò in allenamento e perse l’occasione. Senza dimenticare che Pulev ha 39 anni, e una carriera ormai ventennale, tenendo conto del dilettantismo, dove ha raccolto un bronzo iridato nel 2005 e lo stesso risultato l’anno dopo agli europei. Nel record figurano anche tre match con Cammarelle, il primo vinto da Pulev al Torneo Italia a Napoli nel 2001 in semifinale, il secondo perduto nel 2005, nella finale del torneo Unione Europea ad Arborea in Sardegna. Sei mesi più tardi si sarebbero rivisti ai mondiali in Cina, dove entrambi raccolsero il bronzo. La bella ai mondiali del 2007 a Chicago. L’azzurro sistemò la faccenda dominando l’avversario (12-5) per volare verso l’oro iridato, bissato due anni dopo a Milano, mentre nel 2008 a Pechino centrò l’oro olimpico. Pulev passa pro nel 2009 a 28 anni e trova residenza in Germania. Tre anni dopo, al sedicesimo match, batte il russo Dimitrenko e conquista l’europeo, prosegue la marcia verso l’opportunità mondiale che arriva il 15 novembre 2014. Ad Amburgo, nel quartiere di Altona, trova Wladimir Klitschko che mette in palio le quattro cinture (WBA, IBF, WBO e IBO). Pulev tenta di sgretolare la diga difensiva, ma l’ucraino con freddezza lo castiga, costringendolo alla resa al quinto tempo. Il bulgaro impiega un anno per digerire la sconfitta, inventandosi anche una distorsione al ginocchio nella caduta. Ma questo fa parte del soggetto, non certo un simpaticone. Nel 2015 riparte e l’anno dopo supera il non facile inglese Derek Chisora, sempre ad Amburgo, per l’europeo, dopo una battaglia spigolosa e scorretta, per split decision. Su quella vittoria costruisce la scalata ad una nuova opportunità che raggiunge, battendo Kevin Johnson, veterano USA, attivo dal 2003. Dovrebbe affrontare Joshua, ma si infortuna a lascia il posto al francese del Camerun Carlos Takam. Torna a combattere 27 ottobre 2018, dopo 16 mesi di stop e batte nel suo miglior match il giovane inglese Hugie Fury, cugino di Tyson Fury, l’attuale campione WBC, nella semifinale IBF e riconquista il ruolo di sfidante di Joshua. I pronostici non gli danno scampo, ma lui non ci fa caso. E proverà a sconvolgerli. Sarebbe un guaio per i programmi della Matchroom, che sta lavorando per arrivare ad una sfida tra Joshua e Tyson Fury (30-0-1) o in alternativa con Deontay Wilder (42-1-1), a loro volta in procinto di ritrovarsi per la terza volta. Dove, è ancora presto per saperlo. Un dettaglio essendo la sfida ambita anche dalla parte degli arabi, intesi quelli che hanno soldi da spendere. Le esperienze del passato, protagonista Manny Pacquiao nel 2013 e 2014 a Macao, hanno dato esiti positivi e proprio gli organizzatori di Macao, territorio cinese con statuto speciale, si sono detti pronti ad ospitare un grande evento iridato nei massimi. Lo stesso ha fatto l’emiro del Qatar, seguendo l’esempio dell’Arabia Saudita, che il 7 dicembre scorso ha ospitato a Diriyah, l’ex capitale, la rivincita tra Andy Ruiz Jr. e Anthony Joshua. Lo sfidante si è ripreso il malloppo di cinture che il messicano gli aveva sfilato a giugno a New York. Nel frattempo ci sono sfide più prossime, la prima riguarda gli imbattuti inglesi Joe Joyce (10), argento a Rio, bronzo ai mondiali e oro europeo nel 2015 e Daniel Dubois (14), in palio l’europeo vacante e il titolo britannico di Joyce, che nella breve carriera pro, iniziata nel 2017, ha battuto per KO (6), Bernane Stiverne, l’haitiano che sia pure per solo 8 mesi è stato campione WBC (2014-2015), scalzato da Wilder. Tra i due ci corrono ben12 anni, (34 contro 22), ma la potenza non guarda all’età ed è l’ultima a disperdersi negli atleti. Dubois, guidato da Frank Warren è la grande speranza con ben 13 KO sui 14 avversari battuti. Non di meno l’avversario, con nove KO su dieci vittorie. La sfida è prevista a Londra l’11 luglio. Altro confronto bollente previsto in agosto, quello che vede di fronte Dillian Whyte (27-1) vulcanico inglese e il russo non più verde Alex Povetkin (35-2-1), match-lasciapassare per bussare alla corte di Joshua. Diciamo che la Matchroom semina per avere sempre ricambi. Anche se non si tratta di new entry, l’inglese ha 31 anni e 40 Povetkin. Anche se il primo è favorito, il russo non è da sottovalutare. Dopo una sontuosa carriera in maglietta (oro 2004 ai Giochi di Atene, oro mondiale 2003, doppio oro europeo 2002-2004) nel 2005 passa pro con residenza in Germania e nel 2011 diventa campione del mondo WBA, battendo Ruslan Chagaev, uzbeko anche lui trasferitosi in Germania. Alla quinta difesa, il 5 ottobre 2015, incrocia Wladimir Klitschko a Mosca, e deve cedere la cintura all’ucraino. Prosegue l’attività sempre ad alto livello ma non va oltre il silver WBC. Il secondo inciampo nel 2018 contro Joshua a Londra, che lo mette KO al settimo round. Due stagioni prima, 21 maggio 2016, grazie allo sforzo finanziario del mecenate Andrej Ryabinski, avrebbe dovuto affrontare Deontay Wilder per il WBC, che aveva accettato di combattere a Mosca per 14 milioni di euro. Match saltato una settimana prima, per ave riscontrato nelle urine del russo tracce di Meldonium, sostanza che migliora in maniera notevole la circolazione sanguigna. Molto usato in Russia, pure la tennista Sharapova venne squalificata. A 40 anni non è certo più quello della prima parte della carriera. Resta comunque un osso duro, essendo molto orgoglioso. Pure Whyte è un cavallo di ritorno, risalito dopo che Joshua lo aveva giustiziato nel 2015 a Londra, in palio l’Internazionale WBC, sfida ottenuta grazie ad un successo da dilettante. Chi vince potrebbe affrontare il messicano Andy Ruiz Jr., al rientro dopo la sconfitta con Joshua. Nel cartellone, salirà sul ring anche Katie Taylor (15) che ha già rinunciato al titolo WBO dei superleggeri, appena conquistato. L’avversaria doveva essere la portoricana Amanda Serrano (38-1-1) residente negli Usa, ma è probabile venga cambiata. L’irlandese 33 anni, è al bivio, restare nei leggeri o salire addirittura nei welter, per sfidare la norvegese Cecilia Braekhus (36), 38 anni, nata in Colombia, un mito assoluto, titolare di tutte le sigle, oppure concedere la rivincita alla belga Delfine Persoon (43-2) battuta per MD a New York lo scorso giugno. La belga si è lamentata affermando che non aveva perduto. Dichiarazione andata di traverso a Ketie, che in fatto di orgoglio non scherza, dichiaratasi pronta a incontrarla per la seconda volta, per metterla KO.
La federazione britannica (BBCB) ha dichiarato che prevede di dare il via all’attività agonistica a metà luglio per cui sia Eddie Hearn che Frank Warren, pensano di allestire le prime serate a porte chiuse il 18 o il 25 del mese. Per la diffusione ci sarà ESPN+ che trasmette in streaming online, sullo stesso criterio la MTK fight nights per la parte irlandese. Negli USA, dove il virus sembra aver assalito la California in forma molto violenta, il presidente WBC Mauricio Sulaiman, ha fatto conoscere una proposta innovativa da attuare per le riunioni senza pubblico, ma pure senza giudici. Collegati in video da casa, inviando il loro giudizio all’arbitro round per round. Spetta al supervisor fornire il risultato definitivo. Sarà la Golden Boy a dare il primo colpo di gong negli USA, addirittura il 4 luglio in California, puntando su Ryan Garcia (20) 21 anni, campione Silver leggeri WBC, con De La Hoya che giura su questo giovanotto di Las Vegas, di sicuro talento, longilineo (1,78) che sfrutta bene l’allungo e picchia duro. Inizialmente indicavano come avversario il venezolano Jorge Linares (47-5) 34 anni, già iridato in quattro categorie, sicuramente in fase calante, ma come ha ritenuto il suo allenatore Eddy Reynoso, non certo l’ultimo arrivato, ancora troppo esperto e potente. Ricordando che se ha mascella di cristallo (le 5 sconfitte tutte per KO), è stato alla pari per 10 round contro Vasiliy Lomachenko nel maggio 2018, prima di arrendersi sulla combinazione dell’ucraino, che al sesto round aveva subito un conteggio. Ragion per cui verrà scelto un rivale indigeno dignitoso.
E l’Europa? Già detto della Gran Bretagna, la Polonia ha confermato che il 12 giugno a Konary, un paesino di 100 abitanti nella Craiova, nel meridione del Paese, allestirà una sfida fra due massimi quarantenni, il locale Mariusz Wach (35-6) in attività dal 2005, un tentativo iridato il 10 novembre 2012 in Germania, contro Wladimir Klitschko, finito ai punti tra la sorpresa del pubblico, per la resistenza del polacco, picchiato per 12 round. Le analisi del dopo match, segnalarono la presenza di sostanze dopanti. L’avversario doveva essere Kevin Johnson, altro veterano di tante battaglie, ma le frontiere chiuse potrebbero creare problemi. Riprende la serata la Event TV in fame di pugilato e accettano anche riunioni di serie C. pay-per-view, niente pubblico. Mi chiedo quale utilità abbia questa serata di boxe. O forse in Polonia hanno talmente voglia di pugilato che accettano pure una serata di serie C. Anche in Italia si attende il via ufficiale. La riapertura delle palestre sembra fissata per il 18 maggio, mentre l’ok per offrire pugilato sia pure a porte chiuse sembra scattare a fine luglio. Gli organizzatori di casa nostra sono già stati contattati dalla FPI che in video conferenza a fatto conoscere le iniziative di supporto per il settore del professionismo, accolte con favore dagli operatori. Si tratta di venire incontro alle spese riguardanti i servizi medici, tecnici e l’intervento della RAI che trasmetterà 5 riunioni in diretta, imperniate su campionati italiani. Gli organizzatori avranno un peso finanziario decisamente meno pesante del solito.
Giuliano Orlando