La squadra azzurra torna a casa dalla trasferta in Spagna, dove a Valladolid si è disputata la nona edizione del Campionato Unione Europea con due vittorie grazie a Federico Serra (48) e Aziz Mouhiidine (91) molto importanti in una situazione molto delicata per il nostro movimento dilettantistico. In aggiunta l’argento di Paolo Di Lernia e il bronzo per Maietta e Cavallaro. Se il sardo Serra ha avuto un pizzico di fortuna in finale, avendo vinto per forfait del georgiano Alakhverdovi, infortunatosi contro il polacco Slominski in semifinale, si è meritato il voto pieno, battendo lo spagnolo Molina, favorito delle vigilia. Serra ha offerto buoni temi tattici e una condizione più che valida.
Serra ha offerto buoni temi tattici e una condizione più che valida. Ancora più importante l’oro del massimo Aziz, fresco ventenne, nato a Solofra nel napoletano, protagonista nelle ultime due stagioni di progressi e successi. Sceso dai +91 ai massimi, si è imposto col piglio del campione, migliorando ad ogni incontro. Il capolavoro contro l’inglese Cheavon Clarke (28 anni) che lo sovrastava in esperienza a livello internazionale. Nello scontro diretto il pugile di colore ne è uscito con le ossa rotte, al limite della sconfitta prima del limite, incapace di trovare repliche contro la mobilità e la velocità del mancino azzurro. Il 30-25 dei cinque giudici la dice lunga sulla superiorità di Aziz, confermata anche in finale, di fronte a Toni Filipi, il croato che a inizio anno si era imposto su Clemente Russo. Contro Aziz ha perduto le tre riprese in mondo chiaro. Sconfitto il superleggero casertano Paolo Di Lernia dal quotato inglese Luke McCormack, campione nazionale, argento agli europei 2017, che ha fatto valere l’indubbia miglior caratura tecnica, anche se i giudici sono andati giù pesanti. I due bronzi a Maietta (60) e al medio Cavallaro, forse trattato severamente in semifinale contro l’inglese Fail, che non aveva fatto meglio del pugile siciliano. A Cavallaro manca la continuità offensiva, che ora si basa su fiammate, ma anche lunghe pause. Fail non era imbattibile, come ha fatto capire lo slovacco Csmz che ha mostrato notevoli progressi nel corso del torneo. Per quanto riguarda Maietta, un bronzo non si getta certo, ma considerate le qualità del campano, il bronzo ottenuto agli europei senior nel 2015, nei 56 kg. i miglioramenti auspicati sembrano procedere molto lentamente almeno nei leggeri. Il giorno in cui capirà di regalare una categoria agli avversari, potrebbe scalare anche il limite del bronzo. Gli altri azzurri si sono fermati prima del podio. Cappai (52) subito fuori, contro il georgiano Darbaidze per 3-2. Una sconfitta che brucia perché ancora una volta ha perso il pugile migliore, che purtroppo non concretizza quanto potrebbe. Cappai sta vivendo un lungo periodo negativo, dopo la sconfitta ingiusta ai mondiali di Amburgo nel 2017, contro il russo Galanov, che valeva il bronzo. Nel corso del match si infortunò alla mano destra, restando fermo vari mesi. Il recupero non è stato dei migliori e ancora adesso sembra difficile da concretizzare. Nei 69 Vincenzo Arecchia si conferma inaffidabile, alternando ottime prestazioni e match mediocri. L’irlandese Molloy è bravo ma nella media. Bastava quella determinazione e l’orgoglio di voler vincere a fare la differenza. Purtroppo mancata. Antonaci (81) ha confermato limiti tecnici e di carattere. Ad un fisico prestante non corrisponde il rendimento adeguato. Da tempo si attende il salto qualità, ma finora è rimasto un desiderio inespresso. Per quanto riguarda Clemente Russo, su questo sito ne ho parlato a lungo, quindi inutile ripetersi. Aspettiamo il 22 dicembre, per conoscere la definitiva decisione del doppio campione mondiale e doppio argento olimpico che ha 36 anni. In rapporto all’edizione del 2014 abbiamo raccolto un bronzo in più. Piccolo segnale positivo. La partecipazione nel complesso è stata più che decorosa. Con questi due successi, il bilancio dell’Italia sale a quota tredici ori.
Il bilancio finale di Valladolid vede il previsto primo posto l’Inghilterra, che si è presentata con i migliori di una nazione che ha solo il problema dell’abbondanza. Ha portato a medaglia tutti e nove titolari, ne ha perduto uno solo per le finali, il massimo Cheavon Clarke, battuto dal nostro Aziz, mentre in finale si è fermata nella sua avanzata. Il campione d’Europa in carica McGrail ha ceduto (3-2) contro l’irlandese Walker nei 56 kg., che ha avuto il merito l’abilità di evitare lo scontro a media distanza, colpendo in velocità per vie laterali, Sconfitto come da pronostico il leggero French dal campione del mondo e argento olimpico. Parliamo del francese Oumiha, l’abile longilineo che non conosce sconfitta dalla finale olimpica di Rio nel 2016. Ha preso parte al torneo spagnolo, per fare attività altrimenti viene evitato da tutti. Terza sconfitta, inaspettata nei medi, da parte di Fail, la cui esperienza non è bastata a tenere a bada lo slovacco Csmez, la sorpresa del torneo, che porta alla giovane nazione il primo oro della rassegna. Le cinque vittorie sono merito di Cawley (52), vincitore di un Escobar che si mosso molto, ma è andato troppo a vuoto per spuntarla. Dei fratelli Luke (64) e Pat McCormeck (69) ai danni di Di Lernia e dello spagnolo Sissoko che ha cercato di metterla sulla bagarre, ma ha trovato un rivale meglio attrezzato e non meno solido. Infine Whittaker (81) e Frazer Clarke (+91) si sono confermati i migliori, quest’ultimo ha fatto il bis del titolo conquistato nel 2014 a Sofia, battendo in finale il nostro Vianello passato di recente professionista.
Giuliano Orlando