A Grumello sul Monte, 7.500 abitanti, ai piedi delle Orobie, in Valcalepio, a meno di 20 km. da Bergamo, autostrada a bordo paese, la Boxe Loreni, ha allestito una bella serata di pugilato, che purtroppo il pubblico locale ha ignorato quasi totalmente. A voler essere ottimisti hanno assistito allo spettacolo un centinaio di persone. Nonostante si sia presentata la sindaca facendo i complimenti agli organizzatori. Che non ci sia stata efficace promozione può essere una realtà, di certo il Palasport vuoto è molto triste. A questo punto, sarebbe opportuno, ad esclusione del bordo ring, proporre l’ingresso gratuito o dare biglietti a oratori e scuole. Il che potrebbe essere un incentivo, oppure l’ultima spiaggia. Un vero peccato, che purtroppo si riscontra molto spesso. Forse manca il campioncino bergamasco, forse la disaffezione è dovuta alla sporadicità degli eventi di boxe, la realtà e che la gente non è attratta dal pugilato in loco. Per coloro che forse leggono sui siti, gli eventi in guantoni, informiamo che la spettacolo valeva la presenza.
Intanto, Mimmo Valentino (8) nonostante le 35 primavere e una militanza agonistica che ormai supera i vent’anni, resta un pugile di valore. Se solo avesse un pizzico di potenza, sarebbe cliente pericoloso anche in Europa. D’altronde non si vincerebbero quattro medaglie mondiali in maglietta (un oro, un argento e due bronzi) e non si combatterebbe alla pari con un certo Lomachenko, in semifinale ai mondiali 2011 a Baku in Azerbajan, se mancasse il talento. La boxe ha dato parecchio a Valentino, ma lui è stato altrettanto generoso con la disciplina. Il passaggio al professionismo risultava una scelta obbligatoria, dopo tante stagioni in nazionale.
Talento confermato anche in questa prima difesa del titolo conquistato a spese di Benoit Manno a Cusano Mutri nel beneventano. Lo sfidante Albert Ciprian (7-6), romeno residente a Siracusa, italiano ad ogni effetto, aveva svolto una preparazione accurata come mai in passato e ha cercato di giocare al meglio le sue carte. Puntava a sfiancare Valentino alla corta distanza, avvalendosi di una maggiore consistenza atletica, anche se alcuni difetti di base, dovuti alla pratica della kickboxe, ne limita il rendimento. Forte ma statico e frontale, non ha varietà di colpi e si affida a sfiancare l’avversario. Porta colpi larghi al limite delle regole che finiscono spesso sulla nuca e l’arbitro avrebbe dovuto richiamarlo. Valentino lo ha contrato quasi sempre, usando l’uno-due con precisione chirurgica. Ci fosse stato un pizzico di potenza Cipriani rischiava lo stop anticipato. Mancando la paprika, il romeno di Siracusa ha portata avanti gli assalti, dimostrando resistenza e grande coraggio. Anche se nel computo totale, ho faticato a dare tre round allo sfidante. Valentino ha gestito la fatica con grande intelligenza e alla fine per generosità ha voluto anche scambiare a viso aperto. Un applauso in più.
Perché continui a combattere a 35 anni?
“Perché mi diverto, non certo per guadagnare. Sono un poliziotto che svolge in strada il lavoro quotidiano. Mi guadagno la pagnotta come un operaio. Quando ho finito vado in palestra a sudare per restare in forma. La mia famiglia capisce perché lo faccio, mi segue e mi rende felice. Comunque a 35 anni sono ancora il miglior peso leggero italiano. Debbo ringraziare Mario Loreni e il suo staff che riesce a farmi conquistare e difendere il titolo, almeno in campo neutro, visto che le autorità di Marcianise, dove sono nato e cresciuto pugilisticamente non hanno avuto la sensibilità di fare una proposta in merito. Quando facevo conoscere Marcianise nel mondo erano tutti amici, adesso sono tutti impegnati in altre faccende. Debbo dire grazie solo al mio maestro Raffaele Munno delle Medaglia d’Oro, al quale ho donato la cintura di campione italiano, sperando non sia l’ultima e la più importante”.
Il supermedio Dragan Lepei (17-2), nato in Romania, italiano di passaporto, già tricolore, pur dotato di pugno pesante, ha battuto largamente ma solo ai punti, il più alto e sgusciante colombiano Jhon Cortez (12-5-1) che ha badato soprattutto a limitare i danni. Lepei ha sostenuto senza esporsi ad assalti scriteriati un semplice allenamento. Sono bastati meno di due riprese al padovano-napoletano Davide Festosi (14) 27 anni, per domare il georgiano Nika Kokashsvili (13-21-1) che per la verità era partito con idee bellicose, scambiando alla pari nella prima ripresa. A determinare il cambio di rotta, un preciso montante sinistro al fegato da parte di Festosi che ha bloccato ogni movimento all’ospite. A questo punto, l’ambizione di battersi per il tricolore superpiuma è più che meritata. “Ho già parlato con Loreni e lanceremo la sfida al vincitore tra il detentore Giuseppe Carafa (11-3-1) e Nicola Henchiri (8-3-1) match definito il 28 giugno a S. Giuliano Terme, in casa dello sfidante. Sto bene, mi alleno con continuità e ho capito che se voglio raggiungere almeno il traguardo nazionale le distrazioni non sono ammesse. Forse ho impiegato qualche anno in più del previsto a capirlo, l’importante è esserci arrivati”.
Ha vinto in modo sbrigativo, e non poteva essere diverso, il ventenne Etinosa Oliha (7), genitori nigeriani, nato ad Asti, contro il colombiano Jorge Ortiz (7-68-5), visto spesso in Italia, sulla soglia dei 50 anni. Mi chiedo se sia serio concedere l’OK a quell’età. L’arbitro ha fermato il match nel cuore del terzo round, con Oritz non più in grado di difendersi. Un altro overgreen, il superleggero Fabio Renna (5-3-2) di Galliate nel novarese, 37 anni, tornato sul ring dopo 6 mesi, ha ritrovato il serbo Nikola Mogovac (3-5) che di anni ne ha 11 meno e che lo battè a Sequals tre anni fa. Renna si è preso la rivincita, ghiotta anche se gustata fredda.
Giuliano Orlando