Boxe: vince Marsili col brivido e gli azzurri battono la Polonia

Pubblicato il 15 giugno 2017 alle 11:24:30
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

La staffetta Busto Arsizio (Va) e Milano ha funzionato bene. Come gli azzurrini guidati da Coletta e Rosi vittoriosi sulla Polonia. Anche il leggero Emiliano Marsili, già tricolore (2010), mondiale IBO (2012) ed europeo (2013), ha vinto, col brivido (kd nel terzo round) contro il giovane e ambizioso Zoltan Szabo (18-7), ungherese di 23 anni, battuto ai punti. Sul quadrato del Principe, la bomboniera milanese riportata alla luce della boxe da Alessandro Cherchi, nell’occasione sotto l’egida del Comitato Lombardo per la parte dilettantistica (Italia-Polonia jr.) e la collaborazione concreta degli amici di Emiliano Marsili, tornato a combattere dopo sei mesi di riposo. Per Szabo, Incrociare Marsili era l’occasione speciale, unica e lui ci ha provato, partendo a mille e trovando nel terzo round il destro che costringe e il civitavecchiese, dopo 14 anni di professionismo, per la prima volta ad ascoltare il conteggio, sia pure lucido e pronto a riprendere la battaglia. Da quel momento la fisionomia del match cambia ed Emiliano domina l’avversario, ritrovando sia l’orgoglio del campione ma ancor più la chiave del match in senso tecnico. “Sapevo che mi avrebbe assalito subito – conferma Marsili – ed io stento a scaldarmi, vista anche l’età. Il colpo alla fronte c’è stato e l’ho sentito. Per un attimo mi sono mancate le gambe e giustamente l’arbitro ha iniziato il conteggio. Che mi ha permesso di recuperare in pieno. Dopo non poteva che cambiare. Di farmi battere da un ragazzino, pur bravo, non era nei programmi”.

Parli di programmi, quali?

“Ho sempre pensato che l’unico promoter in grado di farti disputare un mondiale sia Salvatore Cherchi, il Don King italiano. Spero di arrivare a questa sfida entro l’anno. Sono d’accordo gli amici a cominciare da Enrico Tantussi, per cui il progetto è semplice, consapevole che a 40 anni suonati non puoi perdere l’ultimo treno in corsa. Farò il possibile per salirci, che poi vinca anche il premio è l’augurio. Di certo salirò sul ring per disputare il match della vita”. Un altro incontro professionistico l’ha disputato Gabriele Gangi, 22 anni, allievo di Calandrino della Master Boxe locale, in quel di Busto Arsizio (Va) nella piazza principale, davanti a mille persone, affrontando e battendo il piemontese Alfredo Di Bartolo, brevilineo che dopo aver subito per tre round ha fatto soffrire il pugile di casa, nell’ultimo round. Vittoria netta per Gangi, che ha speso tesori di energie nervose e atletiche, alla ricerca del pugno decisivo. Conoscendo le potenzialità del giovane, ci auguriamo che in futuro metta in atto le qualità tecniche più che quelle muscolari.

Busto e Milano sono state anche e soprattutto il richiamo per vedere all’opera alcuni degli junior della covata di Giulio Coletta. Salvo pochi nomi si è trattato di ragazzi alle loro prime esperienze, Da quanto si è visto, il lavoro dei Coletta e Gianfranco Rosi sta dando buoni frutti. Nessuna illusione, i campioni di costruiscono col lavoro di anni e questi giovani hanno dai 14 ai 16 anni e molti, meno di 20 incontri. I polacchi non erano in gita di piacere e si sono battuti alla grande. Inoltre, l’accordo di non dare il pari ha punito tre dei nostri. Il brindisino Ismaele Dovizioso, 15 anni, mancino longilineo che pur denunciando i limiti dell’inesperienza aveva messo a bersaglio più colpi nei confronti del più concreto ma meno preciso pari età Pyclik Jakub, al quale andava la vittoria. Idem per il superleggero della Rocky Marciano di Cinisello, Biagio Grimaldi, all’esordio, che trovava in Michal Jarlinski, un rivale dotato di allungo e gioco di gambe degno di un veterano. Grimaldi lo ha inseguito con tenacia e nel terzo tempo lo ha messo in difficoltà. Un pari sputato, ma i giudici hanno premiato il polacco. Infine nei 75 kg. il romano Michele Ascani del 2002, non era stato inferiore al più alto Szymon Piotrowski, che avrebbe dovuto far valere l’allungo, merito dell’azzurro che lo ha pressato sempre. Anche in questo caso il pari avrebbe rispecchiato i valori, invece di premiare l’ospite. Stesso discorso per il 46 kg. Gracjan Ciureaja che aveva tenuto botta contro Francesco Di Fiore, il palermitano allievo di Caravello, troppo teso e quindi meno rapido, spesso anticipato dal rivale. Il polacco non aveva demeritato, anche se la vittoria premiava Francesco. Negli altri confronti niente da ridire. Note positive per il debuttante Samuel Polisena, allievo della Bergamo Boxe dei Bugada, un longilineo dal carattere battagliero, bene attrezzato, supplendo con la grinta alla maggiore esperienza di Fabian Braneski che a gioco lungo ha dovuto subire gli assalti del bergamasco, sul quale c’è da lavorare in prospettiva. Stesso discorso per il bolognese Kupper Tozzi nei 70 kg. dai polmoni a mantice, che hanno finito per avere la meglio sulla tecnica di Norbert Kusz, contato e giunto al termine letteralmente sfinito. Nel momento in cui il fiato diventerà l’arma in più al servizio dei colpi lineari, il giovanotto darà fastidio a molti. L’altro beniamino di casa, il bustocco Samuele Grilli (57 kg) ha vinto contro il più pesante Wiktor Hladko, faticando più del previsto per merito di un rivale che è stato allo scambio fino all’ultimo. Per vincere bene Grilli ha dovuto inventarsi un paio di azioni velocissime e questo conferma il talento del pugile. Equilibrata la sfida nei 66 kg. tra il mancino altissimo Alan Masiek e Nicola Porrino casertano di 15 anni freschi, che ha saputo condurre in porto il terzo round, decisivo per vincere. Notevole la scelta di tempo per l’ancora inesperto azzurro. Nulla da fare per il triestino Mattias Zdrinca, sovrastato dalla maggiore potenza di Damian Zawieruszynski, dal fisico impressionante

per la categoria fino a 80 kg. Zdrinca ha cercato di replicare in velocità, ma è stato tutto inutile. I colpi del polacco sembravano mattonate e bravo è stato l’azzurro a reggere fino al termine. Buona la prova di Valerio Famoso nei 54 kg. che ha dimostrato migliore varietà di colpi su Jakub Dordzik, dalla boxe speculare con un pizzico di minore velocità e variazioni sul tema. Vincitore netto l’allievo della Excelsior di Brillantino.

Tifo alle stelle al Principe per la prova di Matteo Nori, il gigante della Testudo del maestro Taverniti e figlio di Luca Nori, l’ex presidente della Lega Pro, emozionatissimo. Prova superata brillantemente a spese del brevilineo Baniamin Jamroziak, apparso troppo modesto per il giovane Nori, che comunque ha fatto intravedere buone cose, in particolare alcuni montanti e velocità di braccia. E’ ancora poco mobile, ma il tempo per migliorare c’è tutto. Come il carattere e la voglia di sfondare. Ci sono state due esibizioni: Grilli-Zmuda e Santini-Masiek. Sicuramente i nostri migliori, ma senza verdetto.