Nella notte tra sabato e domenica per l’Italia, nell’arena dell’Hotel MGM Grand di Las Vegas, nello stato del Nevada (Usa), Deontay Wilder (42-0-1) 34 anni, nato a Tuscaalosa in Alabama, nel profondo Sud degli States, in possesso della cintura WBC e Tyson Fury (29-0-1), 31 anni, nato a Manchester in Inghilterra, origini irlandesi e radici sinto, si ritrovano di fronte a distanza di 26 mesi, per derimere una questione di superiorità lasciata senza risposta nel primo scontro. La volta precedente la sfida tra i due giganti avvenne allo Staples Center di Los Angeles in California il primo dicembre 2018. Wilder era all’ottava difesa, della cintura conquistata nel gennaio del 2015, sul ring di Las Vegas ai danni di Bernane Stevens (25-4-1), americano di origine haitiana, alla prima difesa. Dopo quel successo, Wilder ha difeso ben dieci volte il titolo WBC, con nove vittorie e un pari, quello rimediato di fronte a Tyson Fury. Dopo quel mezzo passo falso, ha vinto altre due volte e sabato notte ritrova l’unico avversario capace di frenare la sua ascesa. Una rivincita senza pronostico, sicuramente la difesa dove l’americano corre più rischi dei precedenti incontri. Fury ha dichiarato a più riprese che se impose il pari nella precedente sfida, rientrando da un lungo periodo che dire travagliato è un complimento, stavolta Wilder non avrà scampo. “Sono sicuro di spedirlo KO. Ho tutto dalla mia parte, sono più alto e più pesante. Dopo questa disfatta Wilder si ritirerà dal ring” La replica del campione è stata ancora più feroce, nello stile tipicamente americano. “Stavolta sistemeremo tutto, lo giustizierò. E non si rialzerà. Ne sono sicuro, ve lo prometto”. Tutta scena? Quasi tutta, avendo conosciuto Deontay in occasione della sua visita a Roma, dove ha mostrato l’altra faccia, quella fuori dall’atmosfera pre match. Personaggio ben diverso, di grande misura e buonsenso: la visita al Santo Padre, l’interessamento concreto per i bambini in difficoltà, ragion per cui, come ogni vigilia di queste sfide, l’esagerazione e i toni da grand guignol, fanno parte del gioco.
Certo, sul ring di Las Vegas, se le daranno di santa ragione e le probabilità del KO sono parecchie. In particolare da parte di Wilder, il cui destro è davvero letale, come dimostrano le vittorie prima del limite, ben 41 su 43 match, tutti per merito del destro. Tecnicamente non è un fenomeno, semmai sotto la media per un campione del mondo. Ma è abile a tenere a distanza gli avversari, usando il sinistro di disturbo, giocando sul compasso delle gambe, da vero trampoliere, visto che supera i due metri di altezza. Stavolta ritrova un avversario che lo supera di almeno 5 centimetri. Non solo, tecnicamente è più bravo. Ha gioco di gambe, velocità di esecuzione e schiva molto bene. Non ha la potenza del rivale, ma i suoi pugni non sono carezze, se dei 29 successi, 21 sono arrivati prima del limite. Gli scommettitori sono molto prudenti e per la prima volta il campione parte sfavorito. Anche se nella sfida del 2018, dopo aver sofferto non male per dieci round, Wilder si è scatenato sapendosi dietro nel punteggio, costringendo il viso pallido a due conteggi, uno più pesante dell’altro. Nel secondo, come Tyson sia riuscito a recuperare è stato un vero miracolo. Alla fine, i tre giudici si trovarono in perfetto disaccordo, uno segnò 115-111 per l’americano, l’altro 112-114 per lo sfidante, il terzo un salomonico 113-113. Pur redigendo il mio cartellino, non reputo sia importante per il lettore la mia opinione. Semmai da sottolineare che chi possiede il pugno del KO, può risolvere le sorti del combattimento in ogni istante e Wilder ha decisamente un destro bomba. C’è però il ma che nella parte finale, specie tra massimi, le forze tendono ad equilibrare anche la potenza. L’incertezza fa anche il gioco degli organizzatori. Spettatore interessato Anthony Joshua (23-1) l’inglese di Eddie Hearn, che dopo la bruciante e imprevista sconfitta del giugno scorso a New York, quando il messicano Andy Ruiz, lo mise addirittura KO al settimo tempo, sei mesi dopo, sull’inedito ring di Diriyan negli Emirati Arabi, si riprese il cospicuo capitale di titoli (IBO, IBF, WBA e WBO) e aspetta l’occasione per centrare l’unico che gli manca. Ma senza fretta e, prima della storica battaglia, troverà altri sfidanti. Tornando al confronto di Las Vegas, il campione tra borsa e introiti vari porterà nella sua elegante villa dove vive con la moglie asiatica e i 5 figli, due adottati, non meno di 15 milioni di dollari. Lo sfidante qualcosa meglio di 10. Niente male.
Giuliano Orlando