Che gli inglesi oltre che ex-maestri del calcio, siano abilissimi nell'ottenere vittorie col trucco è appurato dai fatti. Nel pugilato è salito agli onori del mondo, il furto clamoroso ai danni di Roberto Cammarelle nella finale olimpica di Londra 2012, allorché i giudici capovolsero la realtà del ring, assegnando l'oro al locale Joshua, nonostante avesse perduto nettamente. I giochi politici nello sport purtroppo sono una regola e in Inghilterra ne fanno uso e abuso. L'altra sera alla York Halle londinese i Thunder Italia sono stati battuti 5-0 dai Leoni Britannici, che si sono spartiti la torta senza lasciare alcuna fetta agli italiani.
Cori e battimani dei tifosi, felici di aver cancellato i rivali che lo scorso febbraio al Palavespucci di Roma, si erano permessi di battere i sudditi della Regina con un onesto 3-2, frutto dei valori sul ring. A Londra la musica è cambiata e i giudici pure. Nel senso che il marocchino Abderahim, la magiara Szucs, il tedesco Kussmaul e in parte lo spagnolo Sanchez per tutti i match hanno avuto un occhio di riguardo per gli inglesi nel segno della sudditanza.
Nei 52 kg. Manuel Cappai dopo aver vinto il primo round contro il più alto Ali, considerato una delle carte da giocare in proiezione Tokyo, dopo aver fatto esperienza a Rio, nel secondo faceva conoscere il tappeto all'inglese e dominava la ripresa, ma i tre giudici segnavano solo 10-9. Non altrettanto nel terzo tempo, con l'arbitro marocchino che infliggeva un ingiustificato richiamo al nostro, per chiarire subito dove tirava il vento. Cappai vinceva anche il quinto e ultimo round, assegnato però all'inglese, col risultato numerico del successo di Ali con due 49-45 e un 48-46, da non credere.
Seguivano altri tre incontri dove gli inglesi giustamente prevalevano. Nel dettaglio, il leggero French contro Magnesi, il welter McCormack nei confronti di un Mangiacapre opaco e lento, ben lontano dalla migliore condizione e il bulgaro Pantalev sul dignitoso ma non oltre Rosciglione, meritavano la vittoria che gli veniva assegnata con larghissimo margine. A quel punto l'Inghilterra aveva ottenuto il successo e il pubblico attendeva il completamento del trionfo, affidato al supermassimo Frazer Edward Clarke, imbattuto nelle WSB, campione inglese 2015 e 2016, 24 anni, punta della squadra. Nella sfida contro Cuba, per il trofeo 2016 WSB, aveva spedito ko il caraibico Leinier Perot, che ai Giochi di Rio si era imposto nettamente contro Vianello. Il gigante romano era già stato battuto da Clarke nel 2014 al torneo UE a Sofia.
Tutto era a favore dell'inglese e quando nel secondo round del confronto tra i due, il destro dell'italiano metteva al tappeto Clarke, la sala si gelava e il silenzio regnava sovrano. Vianello che si era aggiudicato anche la ripresa iniziale, non riconosciuta dai giudici, reggeva bene la riscossa dell'inglese senza rischiare più di tanto e trovava la forza di far meglio nella quinta tornata, aggiudicandosi il match. Purtroppo solo lo spagnolo Sanchez aveva il coraggio di segnare sul cartellino la verità, mentre il tedesco e la magiara firmavano il 48-47 per Clarke.
In questo confronto, i giudici hanno tramutato un corretto 3-2 in un trionfale 5-0 per i padroni di casa. Anche se resta il fastidio che i loro due migliori, Ali e Clarke si sono ritrovati a baciare il tappeto, sotto i pugni di Cappai e Vianello. Una consolazione che non fa punti, ma anche una sirena d'allarme.