Nelle WSB, la Gran Bretagna domina l’Italia Thunder a Cernusco sul Naviglio (Mi), che annaspa tra cento problemi, non ultimo la cosiddetta panchina corta. Che gli ospiti fossero favoriti era nel pronostico, ma si sperava in un 2-3 che portasse al già magro bilancio dei Thunder quel punticino per tenere a debita distanza la Croazia, esordiente e considerata la Cenerentola del quartetto europeo. Invece, la realtà del 4-1 a sfavore, fotografa il disagio a tenere il passo per arrivare ai quarti sia pure come miglior terza.
Nessun processo a priori, si sapeva che Francia e Gran Bretagna contano su una base decisamente superiore. Oltretutto la vigilia del confronto è stata anche segnata dal forfait dell’ultima ora da parte di Fateh Benkurichi, allievo della Domino del maestro Pino Caputo, che dopo essersi presentato fuori peso, aveva assicurato di farcela a scendere nei leggeri. Promessa da marinaio, quindi non mantenuta, costringendo i tecnici ad una sostituzione non facile. Il bulgaro Kiril Rusinov, giunto la mattina del match, campione nazionale, 19 anni, ha fatto il suo dovere disputando un buon incontro di fronte al bielorusso Dzmitry Asenau, un mancino di 21 anni in crescita, che ha fatto tesoro delle esperienze internazionali a cominciare dagli europei 2017, dimostratosi una linea sopra, vincendo tutte le cinque riprese. In apertura “baby face” ventenne Will Cawley nei 52 kg. ha fatto valere il talento contro il toscano Claudio Grande, che ha cercato di gettare il cuore oltre l’ostacolo, purtroppo troppo alto per superarlo. Cawley ha margini di miglioramento sia atletico che tecnico, ma già il suo rendimento gli ha consentito di vincere nettamente.
Il regalo all’azzurro (48-45) da parte dell’ungherese Juhasz è parso fuori luogo e realtà. Il doppio vantaggio iniziale metteva tranquillità al team britannico e l’avvio del terzo confronto nei welter, tra Cyrus Pattinson, il meno quotato dei leons, e il romano Mirko Natalizi sembrava destinato a a incrementare il bottino. L’imponenza fisica dell’azzurro e l’esasperante rigidità, facilitavano la velocità di un Pattinson più preciso e mobile, anche se l’italiano faceva intendere che possedeva bombe nei guantoni. Così per due round. Il terzo tempo ripeteva il refrain dei precedenti, Natalizi cercava la botta dura, esponendosi ai pugni di Pattinson che anticipava e capiva che il bersaglio era sempre più invitante. Ma, fidarsi del picchiatore è sempre rischioso. A 30” dal termine, l’inglese abbassa la guardia e Mirko spara la doppietta del destino. Pattinson cade sul tappeto, si rialza al sette, con l’arbitro ceco Gaspar che conta col rallentatore me è costretto a fermare il match. L’occhio vitreo e le gambe di burro non consentono altra scelta.
Vittoria importante, anche se sul romano c’è molto da lavorare. Negli 81 kg. la sfida tra il mancino Ward, 24 anni, pluricampione d’Europa e il miglior prodotto irlandese degli ultimi dieci anni, contro il bulgaro Blagov Naidenov, campione youth nel 2014 a 18 anni, professionista l’anno, naufragando al debutto: a Cluj in Romania, il locale modesto Ionut Trandafir (14-26-1), lo spedisce ko al secondo round. A quel punto, la federazione lo ferma a tempo indeterminato. Dopo oltre tre anni torna sul ring con l’Italia Thunder. La sfida con Ward è soporifera al punto che l’arbitro spagnolo invita i due a non fare le belle statuine. Ward abbozza qualche colpo, Naidenov limita i danni e si arriva al quinto round senza emozioni. Che non mancano nell’ultimo incontro nei +91. Guido Vianello e Frazer Clark si conoscono bene. Il 23 marzo 2017 a Londra i due si affrontarono e i giudici col solito spirito patriottico premiarono l’inglese con un bugiardo 2-1, nonostante fosse finito al tappeto nel secondo round. Confermando la propensione al furto sportivo. Stavolta, la situazione è cambiata radicalmente. Vianello non ha perduto, ma è stato dominato da un Clark che aveva ben chiara la tattica, mentre l’italiano vagava in un disordine mentale e agonistico. L’italiano va assolto per il coraggio e la resistenza, ma subisce una bocciatura totale e qui i tecnici hanno le loro colpe, non avendo la minima idea su come affrontare l’inglese che era ben diverso da quello affrontato a Londra. Vianello è stato dominato dal rivale, potente e lucido, sempre in anticipo, mentre l’italiano era nella confusione totale. Dopo la sconfitta il gigante romano, molto attivo su face book, ha ricevuto i complimenti di tanti sostenitori e amici, che fanno sicuramente bene al morale. Ma non risolvono i problemi. Il papà di Guido, con grande lucidità, ha detto la cosa più giusta. “Guido è stato preparato per affrontare l’inglese come fosse quello di Londra. A Cernusco invece è salito sul ring un Clark che molto intelligentemente aveva cambiato tattica e questo ha dato i suoi frutti”.
Una disamina che fa onore al genitore, mentre i tecnici sembrano non aver capito del tutto la lezione. Inoltre, subire un atterramento pesante (sinistro al mento) al primo tempo, significa dover scalare una montagna a mani nude. Onore a Guido, ma forse anche la necessità di riflettere sulla sua conduzione. Dopo quattro turni, l’Italia vanta una vittoria e tre sconfitte, due in casa. Bilancio sotto le attese e il futuro non è incoraggiante. Il 6 aprile trasferta a Parigi, contro quella Francia che ci ha battuto a Roma, il 13 aprile a Zara ci aspetta la Croazia, che a Firenze il 2 febbraio, ha rischiato di batterci. A quel punto si saranno concluse le qualificazioni e sapremo se potremo andare avanti o il cammino dei Thunder avrà esaurito il suo percorso. E non sarebbe un bel commiato.
A cura di Giuliano Orlando