C'era una volta la Democracia Corinthiana, la meravigliosa utopia realizzata da Socrates e compagni in un Brasile ancora dilaniato dalla dittatura e in un Corinthians vincente: ogni decisione, dal menù del giorno al programma degli allenamenti, passava al vaglio dello spogliatoio del Timão, che decideva con lo schema del ''chiunque conta uno'' e dava una lezione al mondo intero. E una certa forma di democrazia è stata inserita anche da Adenor Leonardo Bacchi, per tutti Tite, il tecnico che fece tornare grande il Corinthians (vinse il titolo nel 2011, nel giorno in cui morì Socrates) e ora ha trasformato il Brasile nella macchina da guerra che è favorita per la vittoria finale del Mondiale: se negli anni Ottanta c'era la Democracia Corinthiana, ora c'è quella di Tite, il tecnico capace di far vivere al Brasile 17 gare da imbattuto nelle qualificazioni mondiali CONMEBOL dopo aver perso la prima col Cile, e di dare solidità a una nazionale reduce dal Mineirazo e dal fallimento in Copa America.
La democrazia di Tite nasce da un'opportunità e da un danno causato al Brasile dal calcio internazionale: Dani Alves si è infortunato con la maglia del PSG e ha dovuto saltare il Mondiale, lasciando così il Brasile senza il capitano designato. Nelle idee del ct, l'ex Juventus incarnava al meglio i principi della Seleçao sul campo e fuori, e da questo ko è nata l'idea di creare un Brasile in cui tutti sono capitani: la fascia e il simbolo della leadership nello spogliatoio verranno dati a un giocatore diverso in ogni partita, così da dare vita alla già citata democrazia. Nelle idee di Tite, che ha già cambiato qualche volta capitano nelle qualificazioni prima di scegliere Dani Alves, tutto lo spogliatoio deve essere importante e tutti devono saper condurre e fare i capitani: la mentalità di squadra si crea anche così, dando responsabilità a ogni singolo giocatore e non focalizzandosi su un unico leader. In un Brasile che aveva mostrato tutte le sue fragilità mentali nel 2014, questa mossa potrebbe essere fondamentale per legittimare i galloni da favorita: e così, in ogni sfida vedremo un giocatore diverso caricare i compagni e indossare la fascia. I maggiori candidati all'onere sembrano essere Miranda, Thiago Silva, Casemiro, Marcelo (candidato numero uno per vestire la fascia contro la Svizzera), Neymar e Paulinho, ma Tite vuole che tutti si sentano responsabili e potrebbe sorprenderci: lo spogliatoio si crea anche così, dando potere a un giocatore e poi chiedendogli di lasciare le luci della ribalta a un compagno nel match seguente, senza gelosie o proteste. E questo Tite, tecnico tanto bravo nella gestione quanto nel costruire gioco, lo sa benissimo.