“Questa Nazionale ha margini di miglioramento eccezionali: 7-8 elementi sono molto giovani e non hanno una elevatissima esperienza a livello internazionale”. Gigi Buffon scommette sulla 'giovane Italia' guidata dal ct Cesare Prandelli. “L'allenatore che abbiamo è l'ideale per valorizzare questo progetto. Sta a noi, con le prestazioni, meritarci la fiducia”, dice il portiere azzurro dal ritiro di Coverciano, dove la Nazionale sta preparando l'impegno in programma venerdì in Slovenia e valido per le qualificazioni a Euro 2012.
“Non si può mai essere favoriti quando si gioca in trasferta contro Nazionali emergenti che cominciano ad avere individualità di primo livello - aggiunge Buffon - Ad ogni modo non ci sentiamo inferiori, andremo lì per disputare una partita intelligente e per archiviare il discorso della qualificazione il più presto possibile. Le valutazioni degli altri, poi, possono servire anche come stimolo”.
Il gruppo azzurro è privo di Mario Balotelli e Daniele De Rossi. I due giocatori non sono stati convocati dopo le ultime gare europee giocate con i rispettivi club e 'macchiate' da comportamenti non in linea con il codice etico della Nazionale. “Come in tutte le squadre che hanno un'organizzazione seria, è normale che ci sia un codice anche qui. E' un peccato fare a meno di giocatori come Mario Balotelli e Daniele De Rossi, ma è altrettanto vero che la credibilità di una squadra sta nel rispetto delle regole anche quando la situazione può essere sfavorevole”, dice Buffon, soffermandosi in particolare sul giovane attaccante del Manchester City. “Balotelli non è un ragazzo con problemi tali da dover chiedere aiuto. Per l'età che ha, magari, non riesce a controllare del tutto il proprio carattere - dice il portiere della Juventus -. Queste esperienze negative, però, gli saranno utili quando terminerà il percorso di maturazione”.
Buffon non ha brillato nell'ultimo turno di campionato. L'estremo difensore deve ancora ritrovare il feeling con la porta dopo il lunghissimo stop per l'operazione alla schiena subita a luglio 2010. “Mi sento molto bene, ho ripreso a lavorare nel migliore dei modi da 3-4 mesi. Dal punto di vista fisico sono in condizioni eccellenti, ma dopo un lungo stop possono capitare errori a cui prima non si era abituati. Penso sia tutto normale", dice ridimensionando le preoccupazioni.
“Il mio futuro alla Juve? Non mi sento di affrontare questo argomento per varie ragioni. Stiamo vivendo una situazione talmente delicata e contrastante con la storia della Juventus che l'ultima cosa che interessa i tifosi e la società sono gli interessi dei singoli. Ora come ora è fondamentale concludere il campionato in maniera decente”. ha detto Buffon sulla situazione del suo club. “Quello che è successo l'anno scorso non dovrà ripetersi, Del Neri è l'ultimo dei problemi della Juventus. E' un grandissimo allenatore, in questi momenti difficili ha mantenuto lucidità e linearità di comportamento, tipici di chi ha già vissuto queste situazioni”. Per la corsa allo scudetto aggiunge: “Come dissi ad inizio campionato, il Milan è favorito e l'Inter è più forte. I nerazzurri nei primi mesi sono stati falcidiati da infortuni e problematiche varie”.
Uno sguardo poi anche ai grossi problemi che passa il mondo in questo periodo. C'è timore per la guerra alle porte e convinzione che si tratti di un intervento a favore del popolo libico: “Le guerre - ha detto il calciatore - fanno paura ovunque accadano. Se poi come in questo caso sono alle porte del nostro Paese, credo che la preoccupazione sia ancora maggiore. Ma se un intervento del genere può servire per assicurare un futuro a un popolo, allora credo che vadano prese delle decisioni”.
Per quanto riguarda il Giappone invece il Buffon si commuove. “Ho letto nei giorni scorsi una storia che mi ha colpito nel profondo, come uomo e come padre”, ha confessato il portiere della Nazionale. “Si tratta di una scolaresca di bambini, 25, rimasta chiusa nell'aula ad aspettare l'arrivo dei genitori. Ma quei padri e quelle madri non torneranno più. Da padre, è terribile sapere che quei bambini non avranno più un punto di riferimento”. Il numero “uno” si è poi detto pronto a venire in soccorso alla popolazione giapponese. “Sono pronto a fare qualsiasi cosa possa aiutarli, se solo mi si indicherà quale sia il modo migliore per farlo”.