Gianluigi Buffon ha scritto pagine indelebili nella storia del calcio mondiale e il suo nome risulterà a lungo come uno dei migliori (se non il migliore) portieri di sempre. Al Mapei Stadium di Reggio Emilia, mercoledì sera, Gigi si è superato, parando un calcio di rigore a Domenico Berardi sullo 0-0 in un Sassuolo-Juventus che valeva tanto quanto una delle finali giocate in carriera dall'estremo difensore nato a Carrara e cresciuto nelle giovanili del Parma. Già, perché con una sconfitta a Reggio Emilia, il sogno (che resta comunque quasi impossibile o comunque pareggio complicato) della Juventus di rientrare tra le prime 4 si sarebbe sgretolato, tenendo in considerazione il fatto che le dirette concorrenti hanno vinto praticamente in scioltezza. Buffon ha battezzato l'angolo e respinto una conclusione non così decisa di Berardi, tenendo in vita la Juventus dopo un inizio di gara davvero difficoltoso per gli uomini di Pirlo. Da quel momento, però, è forse scattato un click nella testa dei giocatori bianconeri e le reti di Rabiot, Cristiano Ronaldo e Dybala hanno confezionato un successo per 3-1 che porta anche la firma di Gigi Buffon.
Buffon, tra l'altro, solo pochi giorni fa aveva annunciato l'addio a fine stagione alla Juventus. Con ogni probabilità, la sfida di Reggio Emilia può essere stata l'ultima presenza con la maglia bianconera in Serie A. E Gigi ha lasciato il segno, come un campione senza età. Già, proprio l'età ha sempre contraddistinto la carriera di Buffon, sin dagli esordi in A con il Parma contro il Milan a 17 anni, partita nel corso della quale il suo nome è iniziato a circolare con grande frequenza anche ai meno avvezzi. Lo 0-0 finale permise al Parma di raccogliere un punto importante ma gran parte del merito fu proprio di Buffon, protagonista di parate spettacolari. Un predestinato, insomma. E tutta la sua carriera, poi, parla per lui. Un'infinità di Scudetti vinti con la Juventus (10), 5 Coppe Italia, 7 Supercoppe, una Coppa UEFA (con il Parma), un Mondiale nel 2006, una Ligue 1 (nel 2018-2019 con il PSG), una Supercoppa francese e una serie di record impressionanti. 1105 partite tra club e Nazionale, 23 titoli con la JuveGigi è colui il quale vanta più presenze in Serie A e con la maglia della Juventus, ha il record di partite consecutive senza subire gol (10), ad aver vinto più Supercoppe e Scudetti e, dal post Sassuolo-Juventus, anche quello di portiere più anziano ad avere parato un calcio di rigore in Serie A. Record su record anche in Nazionale ed è giusto e doveroso ricordarne due: Buffon è il calciatore con più presenze (176) e anche colui che ha indossato la fascia da capitano (80) per più volte in assoluto. Simbolo, icona, eterno: Gianluigi Buffon, prima di congedarsi dalla Juventus, ha voluto mettere una sua griffe. Anche se ora viene il difficile: la Juventus è quinta e, a 2 giornate dalla fine, rischia davvero di non centrare la qualificazione in Champions League. Il portiere nato a Carrara ha già annunciato che farà le valigie, la destinazione è ancora ignota - si parla di Medio Oriente, Stati Uniti o anche di qualche club europeo che ha mosso i primi contatti con l'agente - ma le parole del diretto interessato dopo il Sassuolo sono da rimarcare. "Ho cercato di mettermi pressione nel prepartita perché se mi accostassi alle gare in maniera disincantata non potrei giocare a calcio». E poi, su quel “Tolgo il disturbo» che qualche dubbio l'ha generato nel popolo bianconero: «Ho detto questo, ma con umiltà e cercando di far capire che anche se sono alla Juve da vent'anni, ho sempre servito tutti come l'ultima ruota del carro. Molte volte, qualcuno magari pensa che chi sta per tanti anni in una squadra abbia smania di non andarsene mai, invece io ho il mio orgoglio e non voglio essere pesante con nessuno. È il mio modo di vivere la vita e di intendere il calcio. Se sono ancora qui è merito mio, ma soprattutto della Juve". Parole da vero leader, ribadite poi in un concetto più ampio sul rendimento della squadra in questa stagione: "Questa è una Juve forte, ma discontinua. Abbiamo perso dieci punti con Fiorentina e Benevento… prima non succedeva mai. Non abbiamo pagato una differenza qualitativa, nel match singolo noi ce la giochiamo con tutti". Ma è sul futuro che il discorso di Buffon cambia piega: "Io sono tornato alla Juve per tanti motivi, accettando un ruolo al quale non ero abituato. Mi sono messo alla prova come uomo, io che ero stato capitano dispensando consigli agli altri. È stata una prova con me stesso per misurarmi e pesarmi: alla fine di questi due anni vado via da uomo felice, perché penso di aver dato segnali di grande affidabilità, con entusiasmo. Se un giorno dovessi fare l’allenatore avrò la forza di dire ai giocatori di stare in panchina, perché ci sono stato anch’io". C'è anche chi ha ipotizzato un ritorno romantico a Parma, là dove tutto era iniziato. Buffon ha preferito glissare, ammettendo che prenderà la propria decisione tra circa un mese. Buffon, a 43 anni, continua ad essere decisivo e non ha ancora alcuna intenzione di ritirarsi e di appendere i guanti al chiodo. Ed è anche giusto così.