Anche i piccoli sognano in grande. Non parliamo di calcio d'elite, se è per questo nemmeno di calcio a 11, ma di calcio a 5, giocato, e di un progetto divenuto sogno e realtà in pochi anni. Protagonista della storia è il Pavia Calcio a 5, società nata per gioco nel 2007, poi trasformatasi in qualcosa di “serio” appena due anni fa, e divenuta da sogno a realtà nel giro di una trentina di mesi. Quella del calcetto è una realtà che in pochi conoscono a livello professionistico, mentre la stragrande maggioranza delle persone lo conosce perché ci gioca con gli amici, senza agonismo.
Il Pavia Calcio a 5 è una bella realtà, sconosciuta ai più, ma che nel campionato dilettantistico di calcio a 5 (in Lombardia), ha raggiunto negli ultimi due anni risultati che ricordano le imprese del Napoli di De Laurentiis, quello dei giorni nostri per intenderci. Nel giro di tre anni gli azzurri si sono trovati dalla C1 alla A e Pavia ha fatto lo stesso. Due promozioni consecutive, dalla D alla C2 e, quest'anno, dalla C2 alla C1. Nel loro piccolo i padani hanno anche un invidiabile record: vincere due campionati fila perdendo una sola partita su 52 giocate e restando imbattuta per 43 turni consecutivi tra partite di campionato e coppa. La squadra del mister Marco Milanesi in più non è mai stata sconfitta in gare di coppa, sollevando il trofeo regionale sia l'anno scorso che quest'anno.
Artefici di questo “miracolo” sportivo, che paragonando i giocatori della rosa del Pavia a quelli della altre squadre non è poi così miracoloso, il presidente Aurelio Argese e il suo delfino, nonché General Manager, Andrea Colombo, entrato in società tre anni fa e ora punto d'incontro tra società, giocatori, stampa e quant'altro, compreso il Comune di Pavia che col tempo si è avvicinato alla realtà “calcettistica” che a sorpresa si è trovato in casa. Loro le due colonne portanti, subito dopo allenatore e giocatori, tra i quali spicca Lodovico Foglia: 41 anni il 13 aprile, un passato in serie A e una presenza in nazionale, altro da dire? Con lui tanti elementi dal talento cristallino come Massimo Iandiorio, Alberto Ferla e il portiere Alessandro Campa, giocatori che meritano categorie superiori. Dietro di loro un gruppo solido e compatto, mai stravolto ma puntellato ogni anno con elementi di assoluto valore (vedi Campa arrivato la scorsa estate) e un tecnico preparato abituato ai palcoscenici della serie B, tornato nella sua Pavia convinto dal progetto targato AC (Argese-Colombo).
Facile tessere le lodi a risultati ottenuti certo, ma lo sport insegna questo: prima l'iniziativa, l'impegno, anche economico, la gavetta in categorie di poco conto, passando anche per qualche scelta sbagliata; poi la giusta gratificazione al momento del conseguimento degli obiettivi. Questo è quanto successo a una piccola, per ora, società, che ha intenzione di allargare i propri orizzonti a partire da progetti validi. Primo tra tutti crearsi un vivaio tramite una squadra Under21, idea semplice ma coraggiosa, in un periodo storico-sportivo dove gli investimenti fanno difficilmente seguito alle brillanti intuizioni. Argese e Colombo sono due virtuosi: dalla D alla C1 ci sono arrivati in un niente “solo” con la volontà di credere di poter costruire qualcosa di buono. Se l'esempio del Napoli, oggi in lotta per scudetto in Serie A, è valido, allora anche la piccola Pavia può continuare a sognare.