"Nel calcio c'è poca scientificità"

Pubblicato il 16 dicembre 2011 alle 18:07:36
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

"In Italia il calcio è uno sport che ha poca scientificità e la figura del preparatore atletico ancora non trova il giusto valore dal punto di vista tecnico e scientifico". Così Simone Ripamonti, Product Specialist di Sensorize, fotografa la situazione - entro i confini della penisola - del calcio, pratica sportiva più praticata e seguita a livello agonistico e non solo. Ripamonti ha partecipato al corso Figc per l'abilitazione a preparatore atletico, potendo così valutare quanto la tecnologia sia presente nella didattica.

"Noi siamo la generazione della tecnologia, nati con la tecnologia, da cui ormai non possiamo più prescindere - spiega -. Da parte dei docenti c'è molta voglia di conoscere le strumentazioni che si applicano nella preparazione fisica ma sono anche radicati nei loro metodi. Sta a noi fargli conoscere l'utilità della tecnologia nella pratica sportiva. Nel mio percorso precedente ho avuto la fortuna di conoscere la 'nostra' azienda e adesso ho a disposizione una strumentazione che mi permette di dare pratica alla teoria".

"Il calcio è uno sport che in Italia vive ancora molto di scaramanzie e di riti e la scienza è a volte percepita, paradossalmente, come un limite. A volte chi dimostra con i numeri e con oggettività il proprio operato trova difficoltà a lavorare e questa è una dinamica che va assolutamente invertita - aggiunge Ripamonti -. In Inghilterra, in Australia, negli Stati Uniti o in Spagna, la figura del laureato in scienze motorie, che ha la qualifica come preparatore fisico, viene richiesta con un profilo alle spalle altamente tecnico/scientifico. L'inversione del trend nel nostro paese dovrebbe partire dai Presidenti delle società sportive, che devono cambiare mentalità e promuovere la scientificità della preparazione atletica".