"Fa comodo tenere su il mio nome e quello di Doni, in una vicenda che non ha portato quasi a nulla. All'inizio si parlava di centinaia di partite, poi solo di una, e pure presunta". Beppe Signori, condannato a 5 anni di squalifica e radiazione dalla Corte di Giustizia federale nell'ambito del processo del calcioscommesse, denuncia in una conferenza stampa a Bologna quello che ritiene essere un accanimento mediatico scatenatosi nei suoi confronti.
"La stampa mi ha sbattuto in prima pagina nei giorni in cui c'era uno che aveva fatto una strage in Norvegia - continua l'ex calciatore che ha sostenuto la mancanza di prove a suo carico -. Come può essere radiato uno senza neppure una telefonata? A qualcuno fa comodo tenere il mio nome, come fa il cane quando tiene l'osso in bocca e lo riporta al padrone. Ma non è corretto".