Stefano Salvatori si è spento ieri all'età di 49 anni, ancora ignote le cause. Viveva in Australia, dove si era trasferito nel 2013 per intraprendere la carriera di procuratore, e aveva aperto due academy di calcio a Brsibane e Sydney. A darne l'annucnio è stato l'Hearts of Midlothian, squadra scozzese per la quale aveva militato dal 1996 al 1999, vincendo una Scottish Cup contro i Rangers. Cresciuto nel Milan, ha giocato con Sacchi nella stagione 89/90.
Salvatori era nato a Guidonia nel 1967. Centrocampista cresciuto calcisticamente nella Lodigiani, acquistato nell'85 dal Milan. Poco spazio con i rossoneri che lo gira nelle categorie minori per la consueta gavetta, riprendendolo nel 1989 vincendo Coppa dei Campioni e Supercoppa Europea, e 10 presenze all'attivo. Mediano roccioso, non ebbe molto spazio nel campionato italiano, dove giocò anche per Fiorentina, Spal e Atalanta, prima di volare in Scozia all'Hearts.È proprio il club della perifieria di Edinburgo ad annunciare il decesso. Sul sito ufficiale della società in questa mattinata è apparso un comunicato pieno di stima ed emozione. D'altronde se hai le caratteristiche di Stefano come calciatori, diventi subito un idolo dei tifosi ed un uomo stimato dai quartieri. Centrocampista arcigno, solido, che usciva dal campo pieno di lividi e con i polmoni sgonfi: il club lo chiama 'rock-solid italian'. Con la squadra tifata dall'autore Irvine Welsh, ha ottenuto la gloria nella stagione 1997/98. Gli Hearts si classificarono al terzo posto, ma soprattutto Salvatori fu protagonista il 16 maggio 1998 nel grandioso teatro calcistico del Celtic Park nella finale di Scottish Cup vinta contro i Glasgow Rangers: 'he had a magnificent game' (si legge sul sito).