"Calciopoli è un sistema che non mi appartiene e rinuncerò alla prescrizione per dimostrare la mia estraneità". Claudio Lotito, presidente della Lazio, attende l'appello dopo la condanna in primo grado a un anno e tre mesi nell'ambito dell'indagine sulla nota vicenda di Calciopoli.
In un'intervista rilasciata alla web tv Blogo.it, il patron biancoceleste afferma: "Io ero appena entrato nel calcio da 8 mesi e ciò mi fa sorridere - rileva Lotito -. Mi viene contestata la frode sportiva su fatti su cui non avevo riscontro. Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perché sennò sarebbe saltato il sistema. Io sono abituato a conquistarmi le cose in modo corretto e leale".
Lotito aspetta dunque l'udienza d'appello: "Non è stata ancora fissata. Mi pare di capire che per quanto riguarda l'aspetto dello Stato, questo processo si è quindi esaurito. Io comunque rinuncerò alla prescrizione, perché voglio che emerga che ero totalmente estraneo".
Una battuta, inoltre, su un giocatore della Lazio coinvolto nel caso Calcioscommesse, Stefano Mauri: "Non voglio entrare nel merito e sostituirmi alla magistratura. Non conosco i fatti - prosegue -, ma conosco la persona e Mauri ha dimostrato grandi qualità morali".
Lotito non nasconde, infine, una sua possibile discesa in campo politico: "Ho sempre detto che sono un imprenditore, ma è chiaro che, in un contesto come questo, mentre il Paese soffre dal punto di vista economico e strutturale, se dovesse essermi richiesto un apporto per sostenere il sistema o il cambiamento dell'Italia - rivela -, valuterei l'opportunità. Sindaco o Governatore? Io non mi candido ma - conclude Lotito -, se la collettività me lo chiede e se c'è dietro un progetto che porti a un miglioramento collettivo, direi perché no?".