"Fiducia estrema nella magistratura ordinaria". Così ha parlato Luciano Moggi, l'ex direttore generale della Juventus coinvolto nel processo di Calciopoli. Al tribunale di Napoli ieri i pm hanno chiesto per lui 5 anni e 8 mesi di reclusione, ma Moggi ha ribadito che "sostanzialmente non è emerso niente". Intervistato in serata da Sky Tg 24, Moggi ha affermato che le tesi accusatorie sono inconsistenti e che a Napoli "la fase dibattimentale ha dimostrato il contrario di quanto sostenuto dall'accusa".
Moggi ha aggiunto che "non è emerso niente, perchè i testi dell'accusa hanno dimostrato che erano solo chiacchiere", rilevando inoltre la sproporzione tra l'enorme mole di intercettazioni telefoniche effettuate (170 mila) e le poche decine di cui si è tenuto conto. Al termine di una requisitoria che ha occupato quattro udienze, i pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci hanno formulato la richiesta di condanna per Moggi, indicato come capo e promotore di una associazione per delinquere che avrebbe condizionato per anni gli esiti dei campionati, e per altri 21 imputati.