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Tornano a riaccendersi i riflettori su Marco Pantani a più di 12 anni dalla morte avvenuta in circostanze misteriose il 14 febbraio 2004. In un servizio, curato dal giornalista di Mediaset Davide De Zan, andato in onda all'interno del Tg5 delle 13 e dell'edizione delle 13 di "Sport Mediaset" su Italia 1, si fa riferimento a un'intercettazione telefonica di un detenuto vicino alla Camorra e ad ambienti legati alle scommesse clandestine.
L'uomo intercettato è lo stesso che, secondo Renato Vallanzasca, confidò in prigione al criminale milanese quale sarebbe stato l’esito del Giro d’Italia del 1999 ovvero che Pantani, che fino a quel momento era stato dominatore assoluto, non avrebbe finito la corsa. Dopo le dichiarazioni di Vallanzasca, e grazie al lavoro delle Procure di Forlì e Napoli, l'uomo è stato identificato e interrogato e subito dopo ha telefonato a un parente. Telefonata che la Procura ha intercettato e che Premium Sport ha diffuso oggi per la prima volta in esclusiva assoluta.
E dopo la pubblicazione dell'intercettazione torna a parlare Tonina Pantani, la mamma del Pirata: "Finalmente qualcuno è riuscito a fare un buon lavoro dopo tanti anni che cerco e leggo da tutte le parti - le sue parole in esclusiva a Premium Sport -. Devo ringraziare i ragazzi di Forlì che ci hanno messo un grande impegno. Non mi ridanno Marco, logicamente, ma penso gli ridiano la dignità anche se per me non l'ha mai persa. Le parole di questa intercettazione fanno male, è una conferma di quello che ha sempre detto Marco, cioè che l'avevano fregato. Io mio figlio lo conoscevo molto bene: Marco, se non era a posto quella mattina, faceva come tutti gli altri. Si sarebbe preso quei 15 giorni a casa e poi sarebbe rientrato, calmo. Però non l’ha mai accettato, non l'ha mai accettato perché non era vero. Finalmente la gente ora potrà dirlo, anche se tanta gente sapeva che l'avevano fregato. Io sono molto serena oggi: finalmente sono riuscita e sono riusciti a trovare queste cose".
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