A Cernusco sul Naviglio la boxe femminile dell’alta Italia a lezione da Valeria Calabrese.
I progetti della Lombardia in guantoni.
di Giuliano Orlando
CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI). Appuntamento nell’accogliente gym di Alessio Taverniti, in quel di Cernusco sul Naviglio, nella zona Nord Ovest di Milano, che sfiora la A4, (Torino-Venezia) che da ex allievo del grande maestro Ottavio Tazzi, si è trasformato in una vera propria fucina di idee e promozioni. Nell’ultima delle quali ha ospitato quasi un centinaio di ragazze provenienti oltre che dalla Lombardia, da Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia. Con grande soddisfazione del presidente lombardo, Massimo Bugada che quest’idea la pensava da tempo e finalmente l’ha realizzata. “Avevo in mente di invitare la responsabile del settore femminile azzurro, Valeria Calabrese, ritenendola una tecnica molto professionale che alle tante parole preferisce i fatti. Come è stato al dunque, Non il solito allenamento operativo di routine, ma una lezione completa dove le atlete hanno recepito i vari passaggi gli aspetti tecnici e tattici da eseguire per un training completo, arrivando dal riscaldamento al contatto diretto con casco e guantoni. Tutto questo sotto gli occhi attenti di tecnici e famigliari. Che al termine hanno avuto parole d’elogio per quanto hanno visto”.
A sua volta la responsabile nazionale - accompagnata nell’occasione dalla consigliera federale Carlotta Rigatti Luchini - ha spiegato le impressioni riportate nella sua prima trasferta in Lombardia nel ruolo che solitamente opera al Centro Federale di Assisi o il località, dove di svolgono tornei o campionati di settore
Ti aspettavi una presenza così numerosa, in una zona che offre una parte minoritaria di atlete alle nazionali? “Non avevo idea di quello che avrei potuto trovare in Lombardia, ma non immaginavo così tante atlete e questo è molto confortante, trovando un bacino che in passato, forse, è stato poco utilizzato”.
Quasi un centinaio di ragazze in tre giorni, hai visto qualche giovanissima interessante? Inoltre erano presenti anche atlete che ben conosci, a significare la stima che hanno nei tuoi confronti. Piacevole! “Alcune le conoscevo facendo parte del gruppo di interesse nazionale tra le giovani. Ma anche altre già entrate nelle senior, come Simona Monteverdi e Giulia Lamagna che mi ha informato del suo prossimo debutto al professionismo. Di ragazzine interessanti ne ho viste e sicuramente qualcuna la ritroverò in qualche altra occasione perché lo meritano”.
Quali sono state le domande più ricorrenti delle atlete e quali i punti dolenti in generale? “Non ho avuto modo di parlare con le ragazzine più di tanto. Ho approfittato dei minuti iniziali solo per stimolare consapevolezza di quello che effettivamente si aspettano, dallo sport ma anche dalla loro vita in generale”. Programmare in Lombardia almeno due raduni annuali e finalizzarli con eventuali dual match o anche selezioni nazionali femminili, potrebbe servire come richiamo promozionale? “I raduni mirati nelle regioni sono sicuramente una strada da percorrere per accrescere l'interesse da parte delle atlete ma anche di avvicinare più ragazze possibili all'agonismo. Ma è un lavoro che per forza di cose deve essere delegato a qualche responsabile regionale perché personalmente non avrei il tempo di farlo. Inoltre, operare in una regione vorrebbe dire mettere tutte le altre nella condizione di pretendere lo stesso trattamento”.
Tra le presenti, diverse giovani oltre i 70 kg. ancora jr. qualcuna potrebbe essere chiamata ai raduni di Assisi? “Le categorie più pesanti sai benissimo a cosa vanno incontro all'estero, se le atlete non sono molto preparate. Essere oltre i 70 kg non è la condizione necessaria e sufficiente per venire prese in considerazione a livello nazionale. È la distribuzione atletica e l’esperienza nei 70 kg e oltre che fanno la differenza. In aggiunta alle qualità caratteriali”.
Hai parlato con i genitori? Le loro considerazioni? “Ho parlato con qualche genitore ma giusto per un saluto. Credo che, accertato il fatto che si fidino della federazione, dei loro tecnici e della sottoscritta, ho poco da dire ai genitori. Li ho ringraziati ad ogni inizio lezione per aver accompagnato le ragazze in palestra anche nel week end. Ma penso che i genitori si debbano limitare a questo aspetto. Affidare le figlie ad un tecnico professionale e competente. Giusto accompagnarle nel loro percorso sportivo, ma senza interferire”. La scuola di Pugilato a Cernusco sul Naviglio vicino a Milano, diretta dal maestro Alessio Taverniti, potrebbe andare bene per un confronto internazionale femminile? “Il maestro Taverniti che non conoscevo ancora da vicino, è un tecnico giovane ed intraprendente. Abbiamo subito buttato giù qualcosa da fare a breve perché la location si presta benissimo e, sia il presidente del comitato lombardo che altri elementi del suo entourage, hanno mostrato serietà e professionalità. Organizzare lì sarà per me un piacere”.
Il presidente Bugada al termine della tre giorni era più che soddisfatto. Alla vigilia non nascondeva il timore di aver fatto il passo più lungo della gamba e che il bilancio finale, potesse bocciare l’iniziativa voluta fortemente, per avviare un progetto che tiene al caldo da anni.
“In particolare ero dubbioso sul primo giorno, un venerdì, dove la gente lavora e chiedere di venire da noi da fuori regione era molto rischioso. Invece non abbiamo avuto un’assenza e di questo ringrazio sia i comitati ligure, piemontese, emiliano e veneto e anche gli invitati lombardi. La presenza di tante ragazze mi incoraggia a portare avanti più che un progetto, un sogno che mai come in questo momento spero vicino alla realizzazione. Da anni la Lombardia cresce a tutti i livelli. Lo scorso anno abbiamo allestito 135 riunioni, numero destinato a crescere, visto che a metà ottobre siamo già arrivati a quota 136 e ho sulla scrivania, una media di oltre 5 riunioni ad ogni week end. Fate voi il conto”.
In termini di crescita quali sono i numeri?
“All’inizio dell’anno siamo arrivati a 13.000 iscritti, con 1339 atleti, 1288 maschi e 111 femmine in costante aumento. Oggi in Lombardia operano 162 società, altro record. Certo, dobbiamo migliorare in termini di qualità, anche se dagli assoluti U22, siamo tornati con due campioni e qualche rimpianto.”
La presenza della responsabile azzurra delle squadre giovanili, sicuramente ha stimolato le idee per evitare non resti un fatto isolato. O mi sbaglio?
“Sarei un pessimo presidente se non avessi approfittato di questa opportunità importante. Infatti in occasione dei campionati lombardi fissati al Palasport Aquamare di Merate nel lecchese (4 e 5 novembre la prima fase; 11 e 12 la parte conclusiva), che organizza la Scuola di Pugilato della Testudo di Alessio Taverniti, ho proposto a Valeria Calabrese, una parentesi attiva e innovativa nel campo femminile”.
Nel dettaglio?
“Il riscontro agonistico sul ring da schoolgirl a jr. e da jr. a youth, qualcosa come un Robin Round, dove tutte le migliori si affrontano al passaggio di categoria. Una novità a mio parere molto stimolante, che potrebbe diventare anche annuale. Non è definitivo l’assenso, ma ritengo di essere sulla buona strada per realizzarlo”.
C’è anche un progetto ancora sulla carta, ma che rappresenta il punto esclamativo del tuo mandato. Di cosa si tratta?
“Considerato il numero di atleti e l’attività agonistica, mi sembra sia necessario la nascita di un Centro Federale a Milano, operativo per tutto il Nord Italia. Con le strutture per allenamenti, collegiali, la presenza di tecnici, atti ad incentivare quello che oggi avviene solo ad Assisi e in parte nei centri sportivi militari. Non penso di togliere nulla, semmai di facilitare l’attività e l’eventuale opportunità di scoprire nuovi talenti. Facilitando anche il trasferimento degli atleti residenti nel Nord Italia. Non penso di essere un visionario. In passato il centro di Verona funzionò per molto tempo in modo positivo”
Giuliano Orlando
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