Serata agrodolce per le due compagini italiane impegnate nelle gare di ritorno dei sedicesimi di finale della Champions League femminile. Fiorentina e Juventus, entrambe impegnate in Danimarca, hanno vissuto due serate dalle emozioni opposte: felicità per le Viola, delusione per le bianconere.
FIORENTINA - Grande impresa delle Viola, che conquista gli ottavi di finale della Champions League femminile per la seconda volta consecutiva, e come lo scorso anno ai danni del Fortuna Hjorring. Stavolta però il successo è ancora più netto: 2-0 all'andata e al ritorno. Se al "Franchi" ci aveva pensato Ilaria Mauro a mettere dentro il pallone due volte, in Danimarca è stata Lana Clelland a piazzare la doppietta nella prima mezz'ora che ha spento qualsiasi velleità della squadra di casa. Che è riuscita a creare qualche buona occasione per rimettersi in partita, ma la mira delle attaccanti di casa non è stata velenosa come quella delle Viola. "Avevamo deciso di rinunciare ad una tattica oltremodo difensiva - le parole di Cincotta al termine dell'incontro - quindi siamo scese in campo per giocare con coraggio. Il nostro obiettivo era di proporre le nostre idee in campo e di segnare, non volevamo speculare sul risultato dell'andata. Voglio sottolineare come in due intere partite contro le campionesse di Danimarca - precisa Cincotta, orgoglioso - abbiamo subito un solo tiro in porta. Questo è sintomo di quanto tutta la squadra sia attenta e partecipe alla fase difensiva. Credo che con queste due partite l'immagine della Fiorentina all'interno del calcio femminile europeo abbia assunto una nuova dimensione. Per il secondo anno consecutivo siamo tra le migliori sedici d'Europa".
JUVENTUS - Decisamente diverso il clima che ha respirato la squadra di Guarino a non molti chilometri di distanza da Hjorring, Bronbdy: costrette a vincere in casa delle danesi, alla Juventus non è riuscita la partita sperata. Si sono visti gli stessi difetti dell'andata di Novara: squadra lenta, con poche idee, lunga sul campo. La scelta di mettere Aluko al centro dell'attacco con Girelli alle sue spalle non ha pagato: troppo sola l'attaccante, con la difficoltà in più di dover fronteggiare delle avversarie molto più dotate fisicamente di lei (piccola e scattante). Un elemento aggiuntivo di questo inizio shock di stagione della Juventus è la mancanza di chiarezza tattica. Troppi gli esperimenti, troppi i dubbi sul posizionamento di alcuni elementi. In conferenza stampa al termine dell'incontro, Guarino ha dichiarato: «Un peccato sicuramente uscire da questa competizione dopo un buon primo tempo. Abbiamo fatto delle azioni che dovevamo concretizzare ma non ci siamo riuscite. Gli errori di troppo in Europa si pagano. Il Brondby si è dimostrata una squadra all’altezza, che gioca un bel calcio, e non possiamo fare altro che farle i complimenti per il passaggio del turno». Se questa eliminazione fosse arrivata con una squadra di un altro calibro (Lione o Wolfsburg, tanto per fare due nomi), allora non ci sarebbe stato niente da dire: ma visto anche come la Fiorentina ha schiantato l'altra danese (di pari livello, se non superiore rispetto al Brondby), allora questa eliminazione assume i contorni dell'occasione persa. E a Torino di occasioni perse in Europa ne stanno facendo una collezione fin troppo numerosa, e di certo non hanno intenzione di cominciare anche con le donne.
Articolo a cura di calcioinrosa.it