Sembrano essere ore decisive per il futuro di Sean Cox, il tifoso del Liverpool che venne aggredito martedì scorso da un gruppo di ultras di fede romanista prima della sfida d'andata contro i Reds ad Anfield. Un'aggressione brutale, nella quale un ''tifoso'' aveva sfoderato anche un martello e il 53enne di nazionalità irlandese si era trovato a fronteggiare un autentico agguato: dopo quell'attacco, Cox era finito in coma per le gravi ferite riportate, e ora si trova ricoverato da una settimana esatta in stato di coma indotto per consentirgli di riprendersi dalle gravi conseguenze dell'aggressione.
Il tifoso ha infatti riportato dei danni cerebrali, che potranno essere verificati solo dopo l'effettivo risveglio dal coma e potrebbero anche essere permanenti: un risveglio che sembrava lontanissimo fino a qualche giorno fa, mentre ora i medici sembrano essere più ottimisti. Cox, assistito giorno e notte dalla moglie Martina e supportato a distanza dai giocatori del Liverpool, che hanno chiesto e ottenuto una sua maglia per poterlo avere sempre con sè nello spogliatoio (è accaduto contro lo Stoke), sembra ormai vicino a svegliarsi, e così i medici potranno capire quali sono le sue effettive condizioni. Nel mentre, una capillare raccolta fondi online e tra i tifosi dei Reds ha superato le 50mila sterline per aiutare nel pagamento delle spese mediche, mentre domani si terrà la sfida di ritorno tra la Roma e il Liverpool. Si parte dal 5-2 di Anfield, e i ragazzi di Eusebio Di Francesco tenteranno l'improbabile rimonta grazie al supporto dei tifosi dell'Olimpico e le misure di sicurezza saranno ferree: sono attesi oltre 5mila tifosi dei Reds, e le forze dell'ordine italiane (ma anche gli stessi club) faranno di tutto per evitare nuovi scontri o eventuali vendette dai britannici.