Champions League: il Milan prima si illude, poi il Liverpool lo travolge
di Francesco Montanino
Parte con una sonora sconfitta, il cammino europeo del Milan che cade davanti al proprio pubblico al cospetto di un Liverpool apparso forte e quadrato.
La partenza dei rossoneri; eppure, faceva presagire ben altro perché al 3’ Pulisic si involava verso l’area avversaria e dopo una cavalcata di circa 50 metri, scaricava in rete con un diagonale di rara potenza e precisione. Il gol a freddo paradossalmente spegneva il Diavolo, perché con il trascorrere dei minuti gli inglesi assumevano il comando delle operazioni e macinavano gioco e occasioni.
Al 18’, il primo serio campanello d’allarme, quando Salah - scattato forse in posizione irregolare - lasciava partire un bolide a non più di cinque metri di distanza da Maignan che si infrangeva sulla traversa. Il gol del pareggio arrivava al 24’ quando sugli sviluppi di un calcio di punizione conquistato dallo scatenato Gakpo, Konatè colpiva di testa indisturbato trafiggendo Maignan. Il Liverpool faceva quello che voleva e il Milan stava a guardare. E così al 30’ erano i legni a salvare in maniera rocambolesca Maignan che respingeva in maniera difettosa una velenosa conclusione di Gakpo; la palla arrivava ancora a Salah che dalla stessa, identica posizione di qualche minuto prima colpiva prima la traversa e poi anche la base del palo, dopo che il pallone era rimbalzato sul piede di Maignan.
Il vantaggio dei Reds era nell’aria e arrivava puntuale come un orologio svizzero: era il 42’ quando, sugli sviluppi di un corner, stavolta era Van Dijk a trovare il terzo tempo per infilare Maignan. Stessa dinamica e gol praticamente in fotocopia del pareggio, con la difesa rossonera colpevolmente ferma e passiva a fare le belle statuine. Il tempo si concludeva con una conclusione violenta del solito Gakpo che mandava letteralmente ai matti Calabria, sventata in corner dal solito Maignan.
La ripresa si apriva con un altro intervento alla disperata del portiere francese che si scontrava con Diogo Jota ed era costretto a lasciare il campo, dopo che già nella prima frazione di gioco era stato costretto a ricorrere alle cure del proprio staff medico per ben due volte. Al suo posto, faceva il debutto il giovane Torriani che non si sarebbe poi disimpegnato così male.
Il Liverpool gestiva a piacimento, smorzando sul nascere le velleità di riscossa dei rossoneri. Al 67’ arrivava la rete che chiudeva il discorso: micidiale ripartenza orchestrata dal solito Gakpo che serviva una palla al bacio per l’accorrente Szoboszlai che non doveva far altro che accompagnare in rete. Il Milan alzava bandiera bianca, anche se gli ultimi a gettare la spugna erano Leao e Pulisic che provavano quantomeno a impegnare la retroguardia di un Liverpool in cui giganteggiava in particolare un Van Dijk decisamente in grande spolvero.
Le battute finali del match vedevano il Milan stancamente in avanti e gli inglesi pronti a ripartire e a rendersi comunque insidiosi come in pieno recupero quando Nunez provava a beffare Torriani, ma il giovane portiere rossonero era bravo a chiudere le gambe. L’ultima emozione del match la regalava Leao che da posizione decentrata colpiva lo spigolo alto della traversa, dopo una deviazione di Alison.
Al triplice fischio finale, la Curva Sud contestava apertamente i giocatori rossoneri accusandoli di scarso impegno: sono apparsi probabilmente esagerati e ingenerosi i fischi rivolti a un Milan che sebbene non abbia disputato la sua migliore prestazione, aveva di fronte un avversario apparso forte e quadrato in tutti i suoi effettivi e reparti. Nel prossimo turno di Champions, il Milan ospiterà il Bruges, mentre il Liverpool se la vedrà ad “Anfield Road” con il Bologna.
Francesco Montanino