L'occasione della vita contro i precetti della propria religione: Mohamed Salah ha scelto la seconda opzione, nella speranza di fare all-in e conquistare comunque la Champions League da protagonista. Nei giorni scorsi si era parlato a lungo della concomitanza tra la finale della Champions League e il Ramadan, il digiuno rituale che i credenti della religione musulmana devono compiere una volta l'anno durante un periodo di tempo specificato dal calendario islamico: quest'anno il Ramadan è iniziato il 16 maggio e finirà il 14 giugno, il giorno prima del debutto mondiale dell'Egitto guidato proprio da Salah, che si è trovato ad avere la finale di Champions League esattamente in mezzo al periodo del digiuno. Solitamente gli atleti di grande interesse, che partecipano ai maggiori eventi internazionali (Mondiali, Olimpiadi, Champions ecc), beneficiano di apposite dispense dagli Imam che consentono loro di spostare il digiuno rituale in un altro periodo dell'anno o al termine della competizione interessata, ma Salah ha deciso di non sfruttare questa ''scorciatoia''.
D'altronde l'egiziano è diventato ormai un simbolo dell'Islam nel mondo, e da sempre è molto credente e osservante. E così, Mohamed Salah rispetterà il Ramadan anche domani, mangiando solo mezz'ora prima della finale di Champions League, quando il sole tramonterà sulla città di Kiev: un pasto veloce e poi via in campo, con l'obiettivo di spezzare l'egemonia del Real Madrid di Cristiano Ronaldo col suo Liverpool. Con lui, dovrebbe fare il digiuno anche Sadio Mané, mentre Emre Can vorrebbe usufruire della dispensa: vedremo se il digiuno influenzerà la prestazione dell'ex romanista, che dopo una stagione da 42 gol complessivi tra Premier League (32, capocannoniere) e Champions (10) vuole coronare il tutto con la vittoria della coppa delle grandi orecchie.