Maurizio Sarri presenta la fondamentale sfida di Champions che vedrà il suo Napoli impegnato a casa del Feyenoord. Per passare il turno è fondamentale vincere, anche se i tre punti da soli non basterebbero. I partenopei dovranno infatti sperare che il Manchester City batta lo Shakhtar. Il tecnico azzurro si avvicina alla sfida con qualche problema di formazione: Insigne, fin qui titolare inamovibile, non è a disposizione e bisognerà trovare il modo di sostituirlo: "Giocherei in 10 per dare ragione a chi dice che non cambio mai -sottolinea il tecnico toscano- Abbiamo già perso Milik e Ghoulam, dicono tutti che io e il Napoli ci lamentiamo ma non lo abbiamo fatto. Domani siamo senza Insigne e nessuno si lamenta. E' una gara difficile, loro sono cresciuti e sono solidi in difesa. Rischiamo di spendere energie su una gara su cui non possiamo influire". Sulla partita del City non ha invece dubbi: "Con Guardiola mi scambio messaggi sul calcio in generale e lo offenderei se gli chiedessi di vincere. Perché significherebbe mettere in dubbio la sua mentalità. Sono certo che giocheranno per vincere poi se lo Shakhtar sarà più bravo meriterà la qualificazione. Il City andrà a caccia di un record".
Passare agli ottavi garantirebbe anche un buon ritorno economico: "Certo sarebbe un bel premio dal punto di vista economico che però a me non interessa. Il mio gusto sarebbe diventare il primo gruppo del Napoli a passare agli ottavi per due anni di fila. Non è facile stare nell'elite del calcio europeo soprattutto per le italiane. Sarebbe la conferma che stiamo facendo bene e che il prossimo anno potremmo fare di più. In Champions sembriamo in prova, se passiamo possiamo avere più convinzione". Infine l'allenatore torna sulla sconfitta in campionato contro la Juventus e su eventuali strascichi psicologici: "Non voglio essere un bravo psicologo ma un allenatore forte. Con i giocatori ci diciamo le cose in faccia, non serve la psicologia. La reazione c'è di sicuro, bisogna evitare di perdere la fiducia che ci siamo costruiti con 27 mesi di lavoro per una gara in cui il risultati ci è stato contrario. Ma siamo cresciuti tanto lo stesso. Con la Juve non abbiamo fatto male, le difficoltà negli ultimi 20 metri non ci hanno permesso di fare risultato. A me basta poco per ricaricare le batterie e in questo c'è aiuto reciproco tra me e i ragazzi".