Alla fine il sogno si è avverato. Sabato sera a Monaco il Chelsea è salito sul tetto d'Europa per la prima volta nella sua storia, vendicandosi con la lotteria dei calci di rigore, maledetti quattro anni fa in una fresca notte di Mosca, che vide il Manchester United trionfare quando il traguardo era ormai a pochi passi.
Il sabato bavarese ha restituito quello che Mosca aveva sottratto al Chelsea, ai suoi tifosi, al suo presidente. Purtroppo per lui - per Roman Abramovich - la vittoria di sabato ha restituito la gloria che il Chelsea vide sfumare quattro anni fa, ma ben poco in termini strettamente monetari. Il sogno per cui il magnate russo aveva acquistato la società londinese nel 2003 si è avverato, ma non è costato poco. Due miliardi e duecento milioni di euro, per la precisione.
A tanto ammontano, stando ai conti effettuati dal Sun, le spese cumulate del Chelsea da quando il tycoon si è insediato a Stamford Bridge nel 2003.
In questi otto anni Abramovich ha acquistato 66 giocatori, che gli hanno alleggerito il portafoglio di circa 800 milioni di euro - più di quanto speso da chiunque altro nello stesso arco di tempo. La cifra è ovviamente riferita al solo prezzo per il cartellino dei giocatori, mentre la voce stipendi fa storia a sè: poco più di 1,4 miliardi di euro sono andati a finire sui conti corrente dei vari giocatori che hanno indossato la maglia dei Blues in queste otto stagioni, sommma che regala al Chelsea un altro primato in termini di spesa.
Non fosse per lo sbarco nel 2008 dello sceicco Mansour sul pianeta calcio, nella classifica delle spese il Chelsea sarebbe da considerare fuori concorso, in quanto nessuno - se non appunto la propietà del Manchester City - può avvicinarsi alle cifre record messe a disposizione da Roman Abramovich in questi anni. In proporzione, il russo ha fatto persino "meglio" degli sceicchi, che alla voce "costo del lavoro" hanno fatto registrare 486 milioni di euro in quattro anni.
Per realizzare il sogno, il patron dei Blues ha anche cambiato otto allenatori in otto anni, molti dei quali licenziati proprio per aver fallito in Europa. I successi in Premier League ed FA Cup non sono certo stati snobbati, ma essere i primi d'Europa è sempre stato il chiodo fisso di Abramovich. Ironia della sorte, la Coppa è arrivata a Londra sotto la guida del meno titolato, meno esperto e meno pagato tra tutti gli allenatori che in questi anni si sono seduti sulla panchina di Stamford Bridge.
"Dovete parlare di Roman, di tutto ciò che ha fatto per raggiungere questo sogno - ha detto Frank Lampard dopo aver sollevato la Coppa insieme a Terry -. Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza di lui". Senza di lui, più che altro, significa senza i suoi milioni. Quelli spesi in questi anni sono stati tanti, ma il presidente può consolarsi con due nuove partnership siglate di recente dalla dirigenza dei Blues: la prima risale a poco meno di un mese fa, quando il Chelsea ha annunciato l'accordo con il team Sauber F1, "una collaborazione innovativa che vedrà per la prima volta una società di calcio legarsi a una scuderia di Formula 1" - ha dichiarato il direttore generale del Chelsea, Ron Gourlay.
Ancor più fresco il contratto di sponsorizzazione con Audi, firmato alla vigilia della finale di Monaco, che va a rinforzare ulteriormente il già ricco portafoglio di sponsor del club londinese. Ai premium brand Samsung e Adidas, il Chelsea aggiunge infatti il marchio dei quattro cerchi, proseguendo con la strategia di marketing - avviata proprio con l'arrivo di Abramovich - di legare il brand Chelsea con partner di livello globale. I dettagli economici delle due operazioni non si conoscono ancora, ma una volta tanto Abramovich vedrà qualche bonifico a suo favore invece che in uscita.