"Devo essere onesto e dire che l'ultima sconfitta è stata qualcosa che mai avrei creduto possibile". E' un José Mourinho quasi rassegnato quello che si presenta in conferenza stampa alla vigilia del delicato match di Premier contro la capolista Leicester: "Prima di perdere tre punti col Bournemouth, ero convinto del quarto posto e che avremmo avuto un grandioso dicembre. Ma la realtà è che ci sono club che stanno facendo molto bene e altri che non stanno facendo quello a cui hanno abituato i tifosi. Oggi non è possibile vincere 3, 4, 5 o 10 gare di fila".
Nessuna illusione, dunque, per lo Special One che però resta fiducioso: "Forse abbiamo la chance di sognare un grande finale e di chiudere quarti. Finché è matematicamente possibile, dobbiamo provarci". L'ex tecnico dell'Inter non sembra comunque intenzionato a lasciare Londra in estate: "Ho ancora tre anni e mezzo di contratto e mi immagino di portarlo a termine - assicura -. Dopo allenerò un altro club, anche se ci sono squadre dove non andrei mai. I cattivi risultati di questa stagione non sono normali ma c'è la possibilità per ogni allenatore di fare il suo lavoro e finire quello che ha iniziato. Quello che non è normale è quello che sta succedendo ora".
Lunedì il Chelsea ha la possibilità di rialzarsi contro la squadra che sta dominando la Premier, il Leicester: "Merita di essere dov'è - spiega Mou -. Un paio di settimane fa dissi che non credevo che poteva vincere il titolo ma forse avrei dovuto riflettere meglio prima di parlare. Una cosa è essere in testa a settembre dopo una bella partenza, un'altra è esserlo a dicembre, è una storia completamente diversa. Perché non dovrebbe succedere?".
In passato il suo rapporto con Ranieri non è stato certo idilliaco, ora però è lo stesso Special One a congratularsi con l'ex allenatore di Juventus e Roma: "Ha appena vinto il premio di allenatore del mese e credo dovrebbe vincere anche quello di metà stagione. Se si potesse dare un premio per i primi sei mesi di campionato, chiunque sarebbe lontano chilometri da lui. E ogni club è lontano chilometri da quello che sta facendo il Leicester".