Nella 26esima giornata, il Chieti ha affrontato “in casa” il Real Giulianova. La compagine neroverde rappresenta la città con tutte le sue insoddisfazioni. Il primo marzo i neroverdi vengono sostenuti a spada tratta dalla curva Volpi. A nove giornate dalla fine del campionato 2019-20, il piatto della bilancia per i neroverdi non è affatto ricco, anzi “piange”, stentando a osservare i lati positivi delle gesta della compagine in esame. Il Chieti FC ha totalizzato 18 punti mettendo nel sacco un punto grazie a un unico pareggio conquistato dall’inizio del girone di ritorno. C’è sempre da imparare, ma questo per alcuni addetti ai lavori e per gli appassionati sembra uno smacco alla storia della squadra del Chieti calcio. Tra i corsi e ricorsi storici, il Chieti potrebbe enumerare le occasioni di rimonta che ebbero per salvarsi “in corner”. Lo vedremo di seguito.
La tensione al Mariani - Pavone nel derby del Chieti FC col Real Giulianova si è stagliata per tutto l’arco della partita. Alla fine del primo tempo, qualcuno nella curva Volpi piangeva come un bambino. I tifosi neroverdi stentano a non tergiversare e/o a non cadere nello squadrismo, o nell’infantilismo, o nell’ingenuità di alcune azioni. Il 29 febbraio i tifosi neroverdi stendono sui cancelli dell’Angelini ancora chiuso uno striscione «alle urne avremo memoria di chi ha offeso la nostra storia». Non ricordando che il voto è segreto, i neroverdi non riescono a rimanere nei ranghi nell’individuare un’esigenza politica di essere rappresentati nelle loro attività quotidiane e/o per la loro cittadinanza attiva. Umberto Di Primio, attuale primo cittadino, è il sindaco uscente a causa della legislazione in vigore secondo la quale non ci si può ricandidare dopo il secondo mandato. Si scaldano i motori per preparare le elezioni comunali 2020 per il Comune di Chieti e 58 Comuni dell’Abruzzo – tra cui Guardiagrele (Sindaco attuale Simone Dal Pozzo) e il Comune di Gissi (Sindaco attuale Claudio D’Emilio) ricordati tra i primi articoli dell’anno nelle testate web locali –. Il timore, dunque, che le chiavi dell’Angelini restino al Comune con gli ultimi lavori non ultimati è incombente a causa delle suddette elezioni, coronavirus permettendo. L’incontro Chieti - Real Giulianova ha regalato a quest’ultima compagine abruzzese i «tre punti d’oro».
E’ come se, davanti alle Autorità e ai tifosi neroverdi, si fosse delineata una bilancia sulla quale, tra pochissime partite, non si potrà portare nessun bottino valido per riequilibrarla, a causa delle sconfitte precedenti. Non ci saranno più appelli straordinari per avere la rivincita, né giudici sportivi a cui ricorrere. La squadra di Grandoni, davanti al proprio piatto della bilancia semivuoto, sembra non meritarselo: troppo emotiva, troppo individualista e/o troppo indaffarata a fare lo “stakanovista”per ridurre il proprio lavoro al 50 % delle possibilità da darsi. Davanti a qualche insuccesso ci siamo passati tutti, ma nella «storia» del Chieti non si sarebbe mai immaginato di esortare i neroverdi a fare e/o lavorare con serietà – d’altronde chi ha ordinato loro di non “fare gruppo”? –. Questa «storia» che la curva Volpi orgogliosamente ha cercato di accennare ingenuamente c’è e si trova negli occhi dei giocatori con i loro flash-back, i quali riaffiorano quasi fosse un flusso di coscienza. Come falene, sono stati pubblicati alcuni articoli sul «Chieti FC 1922» su celeberrime collaborazioni, riprese, ad esempio, dopo 26 anni e/o ex-calciatori che non ci sono più. Chi potrebbe scordare “Laba” – stroncato dallo Sla nell’aprile scorso – un vero regista del gol, più che essere trequartista. I «turcinelli» sui campi della serie C dell’ex suddetto centrocampista del Chieti – dal ‘92 al ’95 –, Roberto Labadini, se li ricordano bene tutta la popolazione abruzzese. Poi, Mino Ianeri, dopo il primo gol del Chieti nell’incontro-salvezza del primo marzo, è diventato tutto rosso in volto, andando verso la curva Volpi e gridando la propria gioia per la Sua squadra ritrovata. Voluto dai DG della Società del Chieti, Mino Ianeri è tornato in panchina a dare una mano al Chieti calcio in qualità di fisioterapista. Aveva già lavorato col Chieti dal 1978 al 1994; è tornato dopo 26 anni per giocare tutte le opzioni per rimanere in serie B. Nella storia medesima della squadra avversaria della partita del 1mo marzo, erano presenti, dentro e fuori dal campo, alcuni giocatori che vestirono la casacca neroverde. Il tecnico giallorosso Federico Del Grosso era stato il capitano della squadra neroverde nel 2014-5. Sul manto erboso, correvano anche Suriano, sempre ex-neroverde, e, infine, Michele Cesario il quale non passò un loro provino in qualità di punta – 74 gol in tre stagioni nelle file dell’ex-Bagicalupo e ex-Casalbordino –.
Messaggi di solidarietà nella difesa dell’agognata casacca neroverde dalle file della serie B dello Spezia. Il team manager dello Spezia, Nazario Pignotti, – la cui squadra giocherà il 4 marzo alle 21 contro il Pescara in serie B – giocò con la maglia neroverde come difensore in C1. Grazie a un gol di quest’ultimo portò il Chieti ai play-off, all’Angelini, nel giugno 2001. Innegabile è la storia del Chieti e non serve, in questo momento, – speriamo! – che ci si travesta da moschettieri: bisogna vivere all’insegna dell’amicizia e del rispetto.
ANALISI DEL MATCH – Il Real Giulianova, pur avendo vinto al primo marzo, non era la favorita per gli addetti ai lavori. Per quest’ultimi il Giulianova è considerato salvo in quanto «nei gironi A, D, E, F, G, H e I le squadre classificate al quindicesimo posto sono retrocesse direttamente senza la disputa dei play out se al termine del campionato il distacco dalla quattordicesima è pari o superiore ad otto punti». Giulianova proclamato salvo sul filo del rasoio?
Nella ventiseiesima giornata di campionato, Federico Del Grosso ha dovuto fare a meno degli squalificati Ramku e Balducci; assenti erano anche Castiglia e Vitelli; Di Paolo non stava bene, anche se ha giocato quasi tutta la partita – è stato appena recuperato alla buona da un brutto infortunio –. I neroverdi, dall’altro lato, hanno dato l’impressione di non stare bene insieme, o comunque c’è stato qualcosa che non è andato per il verso giusto. Il tecnico Grandoni deve mettere a punto la difesa col 4-4-2, con le punte – che piacciono tanto alla stampa – Sarritzu-Sivilla-Franchi. Nel derby in esame, Barlafante e Ferrini si sono mossi sulle fasce come schegge, sperando di fare gol dal primo minuto di gioco. Sivilla ha reagito improvvisamente calciando un pallone imprendibile rasoterra al 24’ (pt). Bifulco ha incassato, senza aver potuto fare nulla: la palla, roteando malamente, è ricomparsa dietro la schiena di quest’ultimo.
Meola si è infuriato appena dopo il gol perché offeso da un giuliese davanti il proprio mister. I tifosi giallorossi hanno cominciato a gridare, tirando una bottiglia d’acqua, senza vittime per fortuna. Tra le grida, l’arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi – unica donna nella Terna Arbitrale – senza pensarci un attimo, ha ammonito proprio Meola dopo mezz’ora circa di gioco, poi ha regalato un rigore ai giuliesi pochi minuti dopo – non sarà un bel ricordo per i neroverdi –. Licastro e Brattelli, dopo essere stati bravi nel difendere la porta, non si sono capiti e hanno fatto un’infrazione non voluta nell’ eccessivo “strafare”, bloccando di fatto l’incessante iperattività di Barlafante. L’arbitro ha detto sì a Suriano che – ex neroverde – dà il rigore immeritato, dando l’occasione di pareggiare al Real Giulianova.
Nel secondo tempo, lo schieramento 3-4-1-2 del tecnico Del Grosso è diventato un 4-3-3 e gli attacchi sono diventati più incisivi a favore dei giallorossi – complice anche il maggior tempo del possesso palla giuliese –. Al 37’ Cesario ha fatto uno scatto come pazzo per intercettare il cross di Torelli. Le girate in aria dei giallorossi non sono state ben centrate da Diamoutene il qaule avrebbe fatto volentieri tris per la propria squadra. Il destino da cotruire dei neroverdi si presenta tutto in salita, coronavirus permettendo. Al 48’ del secondo tempo è sembrato che l’arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi sia stata troppo indulgente nel lasciar correre un fallo di mano dubbio di Ferrini su Traini (entrato al 24’ del secondo tempo e recuperato da un infortunio al ginocchio). Il Chieti di Grandoni deve spingere sull’accelleratore, non fidandosi di nessuno. Forse il Chieti FC si potrà salvare dallo scrivere una delle più brutte pagine della storia neroverde. Giocare sul campo sognato da bambini e da “vecchi”, anche quando non giocherai più con quella squadra, è un testamento emotivo che va oltre il “fare presenza” in ogni partita sempre, con quella casacca neroverde tanto sospirata.
Il 15 marzo, pandemie permettendo, si disputerà un altro incontro per evitare la retrocessione verso l’Eccellenza, contro la Sangiustese – quest’ultima squadra ha usato il proprio schema 4-3-1-2 –. L’8 marzo, tutte le partite del girone F, serie D, sono state rinviate. Non c’è spazio per l’emotività. Bisogna vincere, portando a proprio favore l’ago di quella bilancia. In bocca al lupo neroverdi!
Katiuscia Lalla