Vincenzo Nibali torna a parlare dopo l'incidente al Tour de France che lo ha costretto al forfait nella Grand Boucle. Lo squalo di Messina ha confermato di essersi ripreso, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “Come sto? Bene. Già immediatamente dopo l’operazione ho avvertito sollievo. Al sesto giorno ero un altro, anche se appena sono salito in bici non avevo più forza. Mi ha staccato persino mio padre che mi ha chiesto se stavo bene" - scherza Nibali. "Ho una condizione come fossi a gennaio. Durante il test nessun fastidio. Però, se sto molto tempo in una posizione fissa, sento un forte fastidio. Fa male. Faccio fatica a ruotare il busto verso destra, ma spero che la situazione migliori".
Il corridore messinese dice la sua sulla situazione attuale del ciclismo: "In alcune circostanze ormai è diventato un circo. Saranno anche tifosi, ma così non va bene. Il tasso alcolico è troppo elevato, la gente pur di apparire in tv fa di tutto. Con la gente in mezzo alla strada, spesso con bandiere, noi pedaliamo alla cieca, senza vedere dove andiamo e pregando il cielo che la strada si apra davanti a noi. Per questa situazione io e la squadra, perché il 70% della visibilità un team l’ha al Tour, abbiamo pagato pesantemente. Oltre a quello alla salute, economicamente quanto vale il danno subito? Poi, lui non si lamenta mai, ma vi pare giusto che Froome venga preso a schiaffoni mentre fa il suo lavoro? Ne ha preso uno anche un attimo prima della mia caduta. Troppo spesso corriamo in situazioni folli. Ero immobile a terra con un dolore tremendo quando un tifoso mi ha ributtato sulla bici. Sarebbe bastato un nulla in più e magari ora sarei immobile. Al traguardo non riuscivo neppur a scendere dalla bici. I miei hanno capito subito che la situazione era brutta. Ma il momento peggiore è stato quando mi hanno detto che sarei dovuto restare fermo tre mesi per guarire".